Area industriale di Tito: nessun obbligo per le operazioni di bonifica ricade sulle imprese,
in quanto non responsabili dei fenomeni di inquinamento.
Il Presidente di Confindustria Basilicata ha incontrato gli imprenditori dell’area industriale di Tito, per condividere un’azione unitaria sulla vicenda.
“Sulle aziende allocate nell’area industriale di Tito – con un’unica e nota eccezione – non grava alcun obbligo di eseguire le operazioni di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica, in quanto le stesse non sono certamente responsabili dei fenomeni di inquinamento rilevati sul suolo e nella falda”.
È quanto ha rimarcato il Presidente Michele Somma, nel corso dell’incontro organizzato presso la sede di Confindustria lo scorso 3 maggio con gli imprenditori dell’area industriale di Tito, per analizzare gli sviluppi delle procedure legate al Sito di Interesse Nazionale.
La posizione espressa trova il suo fondamento negli accertamenti analitici effettuati e validati da Arpab e Ministero dell’Ambiente e illustrati nelle conferenze di servizi, che – ha aggiunto Somma – “sanciscono l’estraneità delle aziende rispetto alle forme di inquinamento presenti sul suolo e soprattutto nella falda per il quale il responsabile si è autodenunciato”
Dunque, in applicazione del principio comunitario “chi inquina paga”, espressamente richiamato anche dalla normativa nazionale, i proprietari delle aree industriali che ricadono nel SIN di Tito Scalo sono esentati da ogni obbligo di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica.
Condividendo l’auspicio formulato da Confidustria Basilicata, gli imprenditori intervenuti hanno deciso di assumere una posizione unitaria per ribadire l’assoluta loro estraneità, sollecitare l’Arpab a completare in brevissimo tempo le indagini per determinare i valori di fondo di alcune sostanze presenti nella falda e, non per ultimo, per rappresentare che tutte le indagini e gli interventi ulteriori dovranno essere a carico di chi ha prodotto l’inquinamento e della Regione Basilicata.
“In questo percorso – ha concluso Somma – inviteremo la Regione Basilicata ed il Ministero a tenere conto delle ragioni delle nostre imprese nel momento in cui si procederà alla redazione del progetto di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica del SIN – che sarà finanziato con i fondi ex FAS, oggi Fondo Sociale di Coesione – affinchè lo stesso includa tutte le aree e l’intera falda, indipendentemente dalla proprietà privata o pubblica. In questo percorso, crediamo di poter contare sull’attenzione responsabile della Regione Basilicata, al fine di risolvere un problema gravoso che condiziona negativamente la competitività dell’area di Tito, scoraggiando, al momento, ogni ipotesi di ulteriore investimento industriale”.
Raccogliendo il consenso degli imprenditori presenti il Presidente di Confindustria Basilicata ha confermato “la disponibilità a seguire da vicino le questioni specifiche delle singole aziende”.
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Mgs
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Mgs