Arpab, Fp Cgil Potenza: “Nessun cambiamento di rotta”. Di seguito la nota integrale.
Mentre in tutti gli enti la ripartizione dei fondi del salario accessorio si programma a inizio anno, in Arpab si è dovuti arrivare, dopo numerose sollecitazioni e diffide, a contrattare i fondi a fine anno, anche se lo stesso direttore Tisci si era impegnato a convocare il tavolo a gennaio 2021. Amara sorpresa per i lavoratori che hanno visto imputare al fondo lavoro straordinario un importo di gran lunga superiore al valore dell’anno precedente. Alla richiesta di chiarimenti, il direttore ha affermato che le somme eccedenti sono state spese dall’Arpab per le commissioni dei concorsi espletati nel corso dell’anno. L’aggiuntiva somma richiesta sarebbe poi utilizzata per la chiusura degli ulteriori concorsi in programma.
Peccato però che come Fp Cgil avevamo chiesto più volte conto dell’utilizzo delle ore di lavoro straordinario, richieste alle quali non è mai pervenuta risposta. Così come non è pervenuta alcuna risposta in merito all’attuazione del regolamento di organizzazione e a quello di pronta disponibilità. Per la maggior parte revocate sono anche le posizioni organizzative che, in assenza di una precisa organizzazione, non hanno ragione di esistere. Per non parlare della sicurezza che, a nostro avviso, andrebbe attenzionata: mancano per i neo assunti i dispositivi di protezione individuale necessari per svolgere le attività esterne, anche in pronta disponibilità, unitamente a uno specifico addestramento. Non vediamo quindi un cambiamento di rotta per l’Arpa di Basilicata, ma una serie di azioni monocratiche, prive di interlocuzioni sia con i lavoratori che con i loro rappresentanti. Dal non attenersi al diritto all’informazione preventiva previsto dal contratto collettivo nazionale ai gravi e immotivati ritardi nella contrattazione decentrata: un comportamento, quello della direzione, che ha di fatto determinato l’incrinarsi delle relazioni sindacali e che ha portato alla convocazione di un’assemblea dei lavoratori in cui gli stessi, per circa l’88%, hanno rigetto la proposta della direzione.
Inoltre, si prospetta un ennesimo ritardo nell’erogazione della produttività: ad oggi non vi è traccia del piano delle performance né sono stati assegnati obiettivi agli uffici per permettere poi la valutazione all’organismo indipendente di valutazione (Oiv) e l’assegnazione dei premi di produttività. Ci auguriamo di non dover far ricorso, come negli anni trascorsi, alla giustizia per corrispondere ai lavoratori quanto invece è dovuto.
Si respira in Arpab un clima che sicuramente non può contribuire al miglioramento dei servizi alla collettività, servizi di notevole importanza visto che la mission dell’agenzia è quella di svolgere attività tecnico-scientifiche connesse all’esercizio delle funzioni pubbliche per la protezione dell’ambiente. Clima non più tollerabile e che potrà migliorarsi, a nostro avviso, solo se la direzione capirà che, non con azioni impositive ed eludendo il confronto con le organizzazioni sindacali, ma attraverso il rispetto reciproco dei ruoli e il coinvolgimento partecipativo dei propri lavoratori, si può realizzare un reale proficuo cambiamento.