Arresti casa di riposo di Marsicovetere, Angelo Summa (Cgil Basilicata): “Nell’attesa che la magistratura faccia il suo corso, chiediamo incontro urgente alla Regione Basilicata sull’accreditamento delle case di riposo in Basilicata. Regole certe a tutela degli ospiti e dei lavoratori”.
La notizia degli arresti per epidemia colposa e omicidio colposo dei 22 anziani malati di Covid nella casa di riposo di Marsicovetere mette in luce come l’assistenza agli anziani sia una questione su cui la Regione Basilicata deve intervenire con urgenza. La pandemia ha solo messo in evidenza tutte le contraddizioni di un sistema che non regge e che ha bisogno di regole certe, a tutela degli ospiti e dei lavoratori”. Lo ha detto il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa.
“Nell’attesa che la magistratura faccia il suo corso – continua Summa – chiediamo nuovamente con forza regole nette e chiare per le case di riposo, che garantiscono la qualità dei servizi e la cura alle persone. Purtroppo in tutti questi anni l’assenza di una regolamentazione ha portato avventurieri senza competenza in questo settore dell’assistenza. Servono requisiti stringenti e competenze per occuparsi di assistenza.
Riteniamo che il confronto con il governo regionale sia ormai improrogabile; pretendiamo certezze sulla sicurezza delle case di riposo e delle rsa, nonché sui protocolli necessari a proteggere utenti e lavoratori. Diciamo basta ad interventi regionali utili solo ad accontentare qualche interesse di parte. Servono linee guida per gli accreditamenti, con una legge regionale che non guardi solamente ai requisiti strutturali, ma valorizzi la qualità del lavoro, stabilisca dotazioni organiche al di sotto delle quali non si possa scendere.
È indispensabile e imprescindibile la formazione degli operatori – aggiunge Summa – il rispetto delle norme sulla salute e la sicurezza e il rispetto dei contratti collettivi di lavoro sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. La gestione dei servizi alla persona non può essere lasciata ai singoli territori, creando disuguaglianze tra i fruitori del servizio e di riflesso tra i lavoratori, minando ancor più la tenuta dei livelli essenziali di assistenza e del welfare locale. Occorre ricostruire un sistema di welfare e di convivenza sociale fondato sul diritto a vivere in modo autonomo e libero, possibilmente a casa propria, e comunque contrastando la tendenza a istituzionalizzare le persone anziane e disabili superando le forme di “residenzialità pesante” a favore di nuove forme di assistenza domiciliare e di welfare di comunità, che avrebbero un duplice effetto: miglioramento della qualità di vita delle persone anziane e aumento dell’occupazione.
Non possiamo aspettare altre morti prima di approntare un piano organico di assistenza alle persone anziane. Non possiamo più permettercelo”, conclude il segretario.
Inchiesta Casa Covid: epidemia colposa e omicidio colposo in danno di 22 anziani e circonvenzione di incapaci, arrestati due soci titolari di Casa Alloggio per anziani di Marsicovetere
Nell’ambito dell’indagine denominata “Casa Covid”, delegata dalla Procura della Repubblica di Potenza, il NAS di Potenza, unitamente alla Compagnia Carabinieri di Viggiano, sta eseguendo due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti
di due soci titolari di Casa Alloggio per anziani di Marsicovetere, ritenuti responsabili di epidemia colposa e omicidio colposo in danno di 22 anziani e circonvenzione di incapaci.
Di seguito i dettagli dell’operazione “Casa Covid”.
In data odierna, al termine delle indagini coordinate da questa Procura della Repubblica e delegate al locale N.A.S. Carabinieri, unitamente alla Compagnia di Viggiano, è stata data esecuzione all’Ordinanza del G.I.P. di Potenza applicativa della misura cautelare degli arresti in carcere di:
Nicola Ramagnano nato a Marsicovetere (Potenza) il 27/11/1971 e residente in Viggiano.
Romina Varallo nata a Polla (SA) il 20/05/1976, residente in Marsicovetere.
gestori della struttura di accoglienza per anziani denominata “Casa Alloggio Ramagnano Nicola” operante in Marsicovetere.
Il procedimento traeva origine dal decesso di una anziana ospite della casa alloggio per anziani gestita dalla coppia Ramagnano-Varallo nel Comune di Marsicoveterc avvenuto nel mese di settembre del 2020, riscontrata affetta postmortem da COVID 19, cui seguivano una serie di 21 decessi, per la medesima causa, sia di 17 ospiti di tale struttura, nonché 5 sopiti di altra struttura di Brienza denominata San Giuseppe gestita dalle Suore Missionarie Catechiste del Sacro Cuore – presso la quale era stata trasferita abusivamente un ospite della struttura in cui si era sviluppato l’originario focolaio epidemico.
A seguito di tale evento questa Procura disponeva accertamenti delegati al NAS di Potenza ed alla Compagnia Carabinieri di Viggiano riguardanti la gestione della “Casa Alloggio per Anziani Ramagnano Nicola”, i cui esiti evidenziavano un vasto focolaio di COVID-19 che coinvolgeva quasi tutti gli ospiti e operatori della casa. Le indagini, condotte con l’ausilio anche di accertamenti tecnici (intercettazioni telefoniche), OCP (osservazione controllo pedinamento) ispezioni dei luoghi, acquisizione di documentazione sanitaria, escussione di parenti degli anziani ospiti e dei dipendenti della struttura di accoglienza e, non ultimo, dettagliate consulenze tecniche, hanno permesso di gravi indizi di reato a carico dei predetti indagati per 22 omicidi colposi, epidemia colposa e circonvenzione d’incapaci..
Infatti, le investigazioni hanno dato modo di appurarc a livello di gravità indiziaria, un quadro di assoluta inadeguatezza della struttura, che peri ragioni economiche e di profitto, per un verso, ospitava un numero almeno doppio di persone “fragili” e, per altro verso, risparmiava su tutte le più elementari procedure anti-covid.
In particolare dalle investigazioni risultava che:
— nella struttura, autorizzata per ospitare n. 22 anziani, in realtà ne venivano fisicamente individuati, a seguito di sopralluogo 49, tra cui anziani non autosufficienti, “depositati” in ogni angolo della casa compresa la sala mortuaria;
— le operazioni di complessivo conteggio degli ospiti della struttura (compresi quelli non autosufficienti) nel corso del tempo risultavano di difficile realizzazione stante la sistematica falsificazione della documentazione di registrazione in entrata e uscita;
— non era stata messa in atto nessuna delle procedure anti-contagio per l’emergenza sanitaria in corso;
— non era stata rispettata alcuna disposizione (sia nazionale che regionale) anti
COVID-19;
— vi era una mancanza totale di DPI, per cui i dipendenti erano obbligati a proteggersi a spese proprie;
— in presenza di epidemia accertata all’interno della struttura, non sottoponevano a tampone una anziana ospite trasferendola in altra casa di riposo per anziani a a Brienza — la citata struttura denominata San Giuseppe – dove si diffondeva altro focolaio di coronavirus;
— nonostante il sequestro della casa alloggio di Marsicovetere, attivavano abusivamente altre due strutture di accoglienza che venivano individuate e sottoposte a chiusura.;
— risultava un caso in cui il Ramagnano, approfittando del suo stato d’infermità, induceva un anziano ospite, ad atti del proprio patrimonio in suo favore.
I reati contestati sono:
— cooperazione in epidemia colposa (artt.113, 438 e 452 C.P.);
— cooperazione in 22 casi di omicidio colposo, (artt .81 cpv, 113, 589 1 0-2 0 e ultimo comma) •
— circonvenzione d’incapaci art.643 c.p. (per il solo Ramagnano).