Il progetto è ambizioso ed è destinato a modificare non solo il futuro dell’agricoltura lucana: diventare il “sindacato dei luoghi” in una Regione di qualità, in un territorio di eccellenza, attraverso un nuovo protagonismo del settore agricolo nelle politiche di coesione e sviluppo perché la terra da bene primario diventi elemento distintivo di crescita civile, sociale, produttiva ed occupazionale. A lanciarlo è la VI assemblea elettiva della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata – 12mila aziende, circa 30mila associati, 50 sedi e 200mila “contatti” di cittadini l’anno – che all’insegna della parola d’ordine “Più agricoltura per nutrire il mondo. Imprese, prodotto, territorio, il protagonismo degli agricoltori per una Basilicata competitiva” adegua ed ammoderna la propria struttura e l’originale sistema sindacale e professionale, con la “mission” – come ha spiegato nella relazione il presidente regionale Donato Distefano – di sintonizzarsi, inglobare e recuperare i fattori valoriali che da sempre hanno contraddistinto il mondo agricolo, la sua storia e la cultura contadina. Ed è toccato a Distefano consegnare la “staffetta” a Antonio Nisi, già responsabile nazionale del Gie-Cia cerealicolo, portando a termine l’autoriforma organizzativa che prevede la nomina di dirigenti agricoltori-produttori.
Intanto l’agricoltura lucana – 50.000 le aziende censite dall’ISTAT, 40.000 quelle con fascicoli AGEA, 17.500 quelle iscritte alla Camera di Commercio, con oltre 8.000 posizioni INPS autonomi e 3.500 datori di lavoro – nonostante la pesante crisi si conferma l’ultimo baluardo alla disoccupazione e alla mortalità di imprese: sono oltre 30mila gli addetti divisi equamente fra autonomi e dipendenti, oltre 6 milioni le giornate lavorative annue a cui aggiungere giornate lavorative e i lavoratori relative alle grandi campagne di raccolta quali il pomodoro, la fragola, soddisfatte da manodopera prevalentemente extra comunitaria e extra-regionale. Numeri che solo in parte esprimono l’orgoglio dei produttori lucani del latte di qualità “pubblicizzato” come prodotto lattiero-caseario del Nord, delle fragole che arrivano ai mercati tedeschi, del peperone di Senise e l’aglianico sbarcato di recente a New York.
E’ perciò indispensabile governare in modo congiunto e allargato – ha detto Distefano ai 142 delegati e un parterre di governo (vice ministro Bubbico, assessore Ottati il presidente del Consiglio Lacorazza), partiti ed organizzazioni sociali, oltre al vice presidente nazionale della Cia Dino Scanavino – l’impegnativo passaggio che investe il settore agricolo e la transizione da modelli produttivi imperniati sulle logiche dello sviluppo settoriale a quelle sempre più ampie e complesse che proiettano il settore nell’alveo dell’agro-territorialità e dell’agricoltura sociale e di comunità. Intorno a questa nuova veste addetti e imprese sono chiamati a svolgere non solo una mera funzione produttiva, ma sempre più azioni virtuose per una crescita sostenibile, sicura, intelligente, innovativa. Un lavoro sussidiario che intende concretizzare quel necessario dialogo, quella utile cucitura, fra territori e comunità, destinato a contrastare degrado, spopolamento, abbandono, oltre ad essere una via per nuove prospettive di sviluppo sia dell’agricoltura, sia delle aree rurali. Nel contempo apriamo l’ambizioso progetto che è alla base del coordinamento di Agrinsieme fra Cia, Confagri e ACI.
L’assemblea è stata l’occasione per presentare il “progetto economico Cia” insieme alle proposte per la nuova legislatura regionale 2013-2018 (Agricoltura bene comune) e il nuovo PSR 2014-2020, a partire dal riposizionamento imprese-prodotto-territorio individuando priorità (dissesto suolo ed agricoltori-manutentori-custodi del territorio quale emergenza) che – come ha spiegato Distefano – rappresentano una sostanziale azione innovativa per promuovere iniziative concrete in grado di rafforzare il tessuto imprenditoriale agricolo, creare valore aggiunto e reddito per gli operatori. Il protagonismo degli agricoltori e il rilancio dell’azione dei Gruppi d’interesse economico sono precondizioni per il progetto, ma esso necessita di competenze, assetti organizzativi, capacita di “rimettersi in gioco”. La prima linea di azione è l’organizzazione delle filiere e la regolazione dei mercati, con lo sviluppo di organizzazioni di produttori e reti d’imprese dotate di forti progetti orientati ai mercati nazionali e sempre di più a quelli esteri. Contemporaneamente, occorre il rilancio di organismi interprofessionali in grado di stipulare accordi e contratti quadro tra le diverse componenti della filiera, per una efficace programmazione, per creare valore aggiunto, redistribuirlo equamente, ridurre i costi logistici e di transazione, favorire la trasparenza e la fiducia nel consumatore. Di qui per la Cia il riordino degli enti agricoli è tematica di estrema rilevanza sia istituzionale che socio-economica e che ha diretta influenza sulle condizioni di competitività del nostro sistema agro-alimentare. Un dato citato nella relazione: la razionalizzazione degli enti e delle strutture operanti in agricoltura nella nostra regione investe molteplici organismi e coinvolge circa 1.000 unità lavorative che sviluppano un costo di funzionamento e di gestione che si attesta oltre i 50 Meuro, ogni anno. Nell’assemblea non sono mancate proposte per il settore agricolo all’interno del memorandum d’intesa Stato/Regione Basilicata connesse alle attivita’ estrattive di fonti fossili, tra cui la creazione del distretto territoriale produttivo dell’alta Val D’agri, un Distretto economico/produttivo dell’area estrattiva.
Il rapporto con la politica non è facile e scontato. Distefano racconta ai delegati che in occasione dell’ultima campagna elettorale in uno degli incontri avuti con i 7 candidati alla Presidenza uno di loro ebbe ad affermare che il partito che rappresentava poteva salvare la Basilicata. Con grande rispetto e cortesia – ha sostenuto il presidente della Cia – feci notare che per adesso tutta la politica e i vari partiti in questa regione sono noti più per i danni che producono che per i risultati. Aggiunsi due cose: la Basilicata può essere salvata certamente dalla buona politica e dal buon governo, ma soprattutto la Basilicata torna a crescere e ad essere attrattiva se torna a scommettere sulle sue vocazioni, sulle propensioni produttive, sulle sue risorse e fra queste c’è l’agricoltura, il nostro territorio con le sue tante risorse naturali, paesaggistiche, ambientali e le sue potenzialità. Un noto filosofo greco diceva che non c’è vento favorevole per il navigante che non ha chiaro il porto dove deve attraccare. Vogliamo aprire noi la sfida dell’innovazione e delle prospettive, tradizione innovazione e futuro, siamo convinti di essere sulla rotta giusta e intendiamo approdare nel porto dello sviluppo e della crescita intelligente, oltre a sapere dove andare – cosa fare – come farlo – con chi farlo – dove farlo – per chi farlo – Abbiamo bisogno di rendere chiaro e nitido il porto AGRICOLTURA a tutti i marinai interessati.
Assemblea Cia, assessore Ottati: Agricoltura come prima attività economica”.
Partecipando ai lavori della Confederazione italiana agricoltori, l’assessore ha parlato della prossima programmazione comunitaria e della necessità di presentare progetti finanziariamente sostenibili e che hanno come obiettivo quello di creare occupazione. E ancora, per l’assessore, occorre riforma Gal
“La Basilicata deve essere attrattiva, scommettere sulle produzioni agroalimentari di qualità e sull’agricoltura come prima attività economica di questa regione”.
Lo ha detto l’assessore regionale all’agricoltura Michele Ottati che ha partecipato a Potenza ai lavori della VI assemblea elettiva della Cia “Più agricoltura per nutrire il mondo. Più reddito per gli agricoltori. Il protagonismo degli agricoltori per una Basilicata competitiva”.
Rivolgendosi ai delegati dell’organizzazione sindacale, Ottati ha chiesto di fare squadra, di credere e di prepararsi alla prossima Pac, approfittando di questo anno di transizione in quanto i regolamenti comunitari non sono ancora pronti. A tale proposito ha ribadito che “è necessario conoscere le normative per poter sfruttare al meglio gli aiuti comunitari. È importante fissare obiettivi chiari – ha affermato – decidere una scaletta di priorità poiché non si può fare tutto. C’è la necessità di fare grossi investimenti e presentare progetti sostenibili finanziariamente e che mirino soprattutto all’occupazione. È il tempo di razionalizzare gli interventi, di riformare i Gal ai quali non saranno concessi soldi per spenderli in seminari e convegni, ma in servizi per animare e creare posti di lavoro nei nostri paesi. Non gli sarà dato un solo euro se non proporranno investimenti che creino lavoro. Su 27 milioni di euro a disposizione per i Gal nella vecchia programmazione, ne sono stati spesi solo sette e dobbiamo evitare di tornarli indietro”.
Parlando delle collaborazioni tra enti, Ottati ha sottolineato la necessità di fare rete tra tutti gli enti, dal Cnr all’Agrobios, all’università. Se i protagonisti diretti della prossima Pac sono gli agricoltori, l’esponente della giunta regionale rivolgendosi direttamente a loro ha ricordato le due iniziative in programma: la prima il prossimo 21 febbraio a Potenza dove saranno illustrati il I e II pilastro, ponendo soprattutto l’accento sulla condizionalità ex ante (art. 19 del regolamento comunitario 1303) che sarà determinante nella selezione dei progetti. Inoltre, Ottati ha annunciato che i bandi saranno a sportello. “C’è la possibilità in Basilicata di creare aziende di servizi che facciano della condizionalità ex ante uno strumento di servizio per i giovani”. Il secondo appuntamento, in programma l’8 marzo, sarà dedicato al turismo agrario. “Bisogna specializzarsi – ha continuato Ottati – e far sì di aumentare i numeri dei nostri prodotti altrimenti non possiamo affrontare i mercati. Puntando strategicamente sul turismo agrario, è fondamentale conoscere i paesi, mangiare in loco i nostri prodotti piuttosto che esportarli”.
Nel concludere il suo intervento, l’assessore ha chiesto agli imprenditori agricoli “di credere in quello che sono in quanto sono una risorsa preziosa per l’economia della regione. Ci vuole coraggio – ha detto – per affrontare i prossimi sette anni”.
L’Ugl Basilicata contro la crisi in agricoltura.
“Le cause della profonda crisi in cui versa il settore agricolo lucano hanno origini antiche, la crisi stessa essendo più di tipo strutturale che di tipo congiunturale”.
E’ quanto sostengono i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Pino Giordano.
“Secondo un’ultima analisi effettuata dal centro studi Ugl Basilicata – ricordano Tancredi e Giordano – , in Europa, nel 2009, le aziende agricole hanno perso in media 12,5 punti percentuali di reddito. La ripercussione diretta del fenomeno è stata, inevitabilmente, anche la contrazione dell’occupazione, che registra un calo da 870.000 occupati nel 2007 a 849.000 del 2012. Questo dato deve essere letto alla luce della considerevole riduzione del numero delle imprese, che sono diminuite di 101.000 unità tra il 2007 e il 2012 (dalle 901.952 unità del 2007, alle 809.745 unità del 2012), circa l’11% del totale all’inizio del periodo. Ma nei primi del 2014 sono le aziende italiane quelle che perdono di più e, in particolare, quelle meridionali rappresentano, con una perdita del 30%, il fanalino di coda di questa particolare classifica. La questione contributiva pregressa e futura, i costi dei concimi, spesso non controllati, dell’energia e delle materie prime, i rapporti non sempre idilliaci col mondo del credito, sono solo alcuni degli aspetti legati alla crisi e intorno ai quali, – ricordano Giordano e Tancredi – si sono concentrate le mobilitazioni e le manifestazioni degli ultimi mesi. Gli obiettivi dell’Ugl rimangono quelli di assicurare lavoro agli operatori agricoli, nel rispetto delle regole contrattuali, salvaguardando produttori e consumatori. Il Consiglio Regionale – concludono i segretari, Tancredi e Giordano -, ha davanti una sfida imponente: riaprire la stagione delle riforme, necessarie agli agricoltori, ai cittadini e al territorio, nel suo complesso”.
Dino Scanavino (CIA): L’agricoltura va bene e gli agricoltori vanno male
“L’agricoltura va bene e gli agricoltori vanno male: è l’Istat che attribuisce all’agricoltura il merito dell’incremento del Pil del Paese sia pure assai risicato. Solo che su 100 euro di costo a carico del consumatore al produttore vanno tra il 15 e il 20 per cento”: lo ha detto il vicepresidente nazionale della Cia Dino Scanavino concludendo i lavori dell’assemblea della Cia lucana. Dal dirigente nazionale un allarme. “In queste ore – ha detto – si vorrebbe sopprimere il Ministero all’Agricoltura. Sarebbe una scelta suicida. Noi siamo per un Ministro dell’Agro-alimentare che accorpi ogni funzione e compito. L’agricoltura – ha aggiunto Scanavino – ha bisogno di stabilità di governo dopo 6 ministri in 4 anni, ha bisogno del coraggio di scelte soprattutto in direzione di maggiore reddito per i produttori e del superamento della giungla burocratica, di gestire la nuova fase di programmazione della PAC con piani regionali condivisi”.
Nel sottolineare l’alta qualità delle proposte progettuali del gruppo dirigente lucano della Cia e ringraziare Distefano – che sarà chiamato ad un incarico nazionale – per il grande lavoro realizzato in questi anni, Scanavino ha sottolineato l’impegno degli agricoltori lucani sulla tutela della ruralità e della qualità della vita dei residenti.
Assemblea CIA Basilicata, nota Cosimo Latronico (Forza Italia)
“L’agricoltura lucana rappresenta un contesto di lavoro e di impegno per migliaia di famiglie e di operatori (50000 aziende; 600 mila giornate di lavoro ) confermano la centralità di questo settore”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI) partecipando a Potenza, alla sesta assemblea elettiva della Cia della Basilicata. “L’agricoltura richiama l’adozione di politiche di difesa del territorio, dell’ambiente, della qualità della produzioni lucani. Scegliere le priorità e finalizzare le risorse pubbliche interrompendo un ciclo di spesa che spesso non ha valutato il beneficio strutturale dell’impiego dei fondi e delle azioni finanziate, deve essere la sfida. La responsabilizzazione dei soggetti che operano nei campi lucani ed un loro vero protagonismo deve rappresentare la cifra di un nuovo rapporto tra pubblico e privato superando uno stile di distribuzione delle risorse pubbliche non più sostenibile”.
Assemblea CIA Basilicata, nota Lacorazza: “Puntare sull’agricoltura, scegliere la qualità”
Il presidente del Consiglio regionale all’assemblea della Cia: “Occorre orientare le aziende ad associarsi fra loro per competere sui mercati, le organizzazioni professionali agricole hanno un ruolo di orientamento indispensabile”.
“Abbiamo deciso con il presidente Pittella e i capigruppo che il 29 aprile il Consiglio regionale sarà convocato per la sessione comunitaria, mentre nei primi giorni di aprile abbiamo concordato saranno pronti i documenti per la programmazione 2014/2020. Un’accelerazione che riguarda direttamente anche il mondo agricolo lucano, chiamato a condividere le scelte per la Basilicata che vogliamo costruire, per un nuovo assetto pubblico che sia in grado di spendere meglio e velocemente i fondi comunitari. Puntare sull’agricoltura significa scegliere di puntare sulla qualità, rendere più competitivo il nostro sistema. Il governo regionale sta facendo le sue scelte, che il Consiglio regionale valuterà con attenzione nelle prossime settimane”.
E’ quanto ha detto oggi a Potenza il presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, intervenendo al Park Hotel alla sesta assemblea elettiva della Confederazione italiana agricoltori sul tema “Più agricoltura per nutrire il mondo. Imprese, prodotto, territorio, il protagonismo degli agricoltori per una Basilicata competitiva”.
“La futura programmazione – ha aggiunto il presidente del Consiglio regionale a margine della manifestazione – dovrà essere più mirata a consentire una stabilità dei redditi in agricoltura, anche superando il tradizionale schema degli investimenti aziendali di miglioramento fondiario. Premiando i comportamenti virtuosi a tutela dell’ambiente. Occorre dare impulso e spazio al tema dell’innovazione in agricoltura, da un lato sviluppando le eccellenze ed attirando in regione strutture della bio-agroindustria, e dall’altro trasferendo i risultati delle ricerche per promuovere i processi innovativi. Ma per fare questo è lo stesso sistema pubblico che deve mettersi in discussione, riordinando e conferendo maggiore efficacia ed efficienza ad enti e strutture i cui servizi e il cui apporto deve rendere competitivo il nostro sistema territoriale”.
“Tutto ciò – ha precisato Lacorazza – ha però ha una precondizione, che ci sia un forte sistema associativo, in Basilicata oggi ancora troppo debole: deve essere compiuto ogni forzo per spingere le aziende ad associarsi fra loro per competere sui mercati, e le organizzazioni professionali agricole hanno un ruolo di orientamento indispensabile. Occorre inoltre promuovere la qualità delle produzioni agricole in stretto rapporto con il territorio, valorizzando le piccole aziende che producono ‘presidio territoriale’. La battaglia per Matera capitale europea della cultura 2019 e l’Expò 2015, peraltro dedicato al cibo, sono due occasioni importanti per far emergere tutto il valore delle nostre produzioni tipiche”.