Si è tenuta sabato 9 dicembre l’assemblea degli iscritti aderenti al Coordinamento Pensionati USB Basilicata con all’ordine del giorno le problematiche relative alle pensioni e alla sanità alla luce di quanto si va profilando con la manovra di Bilancio e dei provvedimenti economico-finanziari predisposti dal governo Meloni.
Si è ribadito, nei vari interventi, in sintonia con quanto già proposto dalla nostra organizzazione a livello nazionale, la necessità di porre in essere politiche in grado di contrastare la forte impennata del costo della vita e le spinte speculative sul mercato della distribuzione che hanno riportato l’inflazione reale a doppia cifra e che va ben aldilà del misero recupero sulle pensioni del 5,4%, come sancito dal governo, e degli accordi/farsa sulla mitigazione dei prezzi al consumo. La situazione si complica ancor di più per le fasce sociali che vivono (si fa perdire) di importi bassi di pensioni e di inadeguate misure di “sostegno al reddito”, segno del profondo disagio sociale vissuto ormai da milioni di persone che vanno ad incrementare ancor di più la platea di quanti si trovano quotidiamente ad affrontare uno stato di estrema precarietà (dati ufficiali parlano di circa 10 milioni di ersone ridotte in povertà) .
Sullo “stato di salute” della sanità lucana l’assemblea ha ribadito che proprio le drammatiche problematiche scaturenti dalle cosiddette liste di attesa per richieste di visite specialistiche sono la cartina di tornasole del più generale e allarmante decadimento del servizio sanitario pubblico sempre più imbrigliato in logiche di scelte economiche e convenienze politiche che ormai, anche sfacciatamente, propendono per la privatizzazione del servizio pubblico. L’assemblea ha ribadito che tale situazione non è più sostenibile e ha deciso di intraprendere qualsiasi utile iniziativa di contrasto a questa drammatica situazione: deve essere garantito, primo su tutti, il diritto alla salute dei cittadini!
Intanto si partirà con momenti informativi e di coinvolgimento degli utenti agli ingressi delle strutture sanitarie e iniziative di mobilitazione presso le sedi regionali per avviare richieste di apertura di confronto di merito con i vertici politico-amministrativi interessati.