“Ogni giorno in media in Italia muoiono tre persone sul lavoro. Basta chiamarli incidenti, non ho timore nel dire che siamo di fronte a omicidi. Solo un mese e mezzo fa il crollo al cantiere Esselunga a Firenze. Oggi, di fronte all’ennesima tragedia che si è consumata nella centrale idroelettrica di Suviana, c’è rabbia e sgomento. Come Cgil di Potenza siamo vicini alle vittime e ai loro familiari e chiediamo con forza che la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro vengano messi al centro delle azioni di questo governo e delle imprese. Serve un nuovo modello di impresa sostenibile, da un punto di vista ambientale e sociale. La sicurezza e la salute non possono essere considerati dei costi. Occorrono regole più precise e maggiore responsabilità d’impresa. Per questo diciamo basta ai subappalti a cascata che deresponsabilizzano i datori di lavoro a partire dalla sicurezza, scaricando tutti i rischi sui lavoratori”. Così il segretario della Cgil di Potenza, Vincenzo Esposito, questa mattina all’Hotel Park in apertura dell’assemblea generale della Camera del lavoro e di tutte le categorie provinciali, alla presenza del segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega, e del segretario nazionale Cgil Giuseppe Gesmundo. I lavori sono stati anticipati da un minuto di silenzio per le vittime dell’incidente di Suviana.
Zero morti sul lavoro è uno dei punti della piattaforma comune di Cgil e Uil che domani 11 aprile hanno indetto lo sciopero generale nazionale di quattro ore. Alle 10 a Potenza è in programma una manifestazione in piazza Mario Pagano.”Aver modificato il codice degli appalti e la reintroduzione del sub appalto a cascata, il quale sappiamo essere una delle cause principali degli infortuni mortali, è stato un grave errore di questo governo – continua Esposito – È risaputo che a fronte dei forti ribassi nella filiera degli appalti, inevitabilmente si riducono le risorse destinate alla sicurezza e al salario di quelli che sono l’anello più debole della catena, i lavoratori. È urgente eliminare la norma che consente il sub appalto a cascata, ripristinare la parità di trattamento economico lungo la filiera degli appalti, rafforzare i controlli ispettivi, favorire un piano di assunzione negli enti preposti ai controlli e una patente a punti che faccia la selezione e qualifichi le aziende virtuose da quelle che non rispettano le misure di sicurezza. Per tutti questi motivi scenderemo in piazza domani, per rivendicare salute e sicurezza, una più equa riforma del fisco, il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, una legge sulla rappresentanza, il rispetto del diritto alla cura e la tutela della sanità pubblica, l’eliminazione della precarietà, un nuovo modello sociale e di fare impresa”.
Per Esposito “a fronte della continua propaganda del Governo di destra, noi abbiamo il dovere di smontare e ribaltare il racconto vellutato della premier, facendo emergere le contraddizioni tra ciò che si professa e quello che realmente viene attuato dalle politiche del Governo, che stanno peggiorando le condizioni dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati, degli studenti, delle persone non autosufficienti”. Sulla sanità dice: “Questo governo afferma di aver aumentato le risorse per la sanità, ma nei fatti l’articolo 32 della nostra Costituzione viene preso a picconate, in una situazione dove tra liste di attese lunghissime, difficoltà di accesso a percorsi di diagnosi e cura, strutture ospedaliere ed attrezzature fatiscenti, sempre di più il Paese sta andando verso la cura della salute per censo: solo chi è ricco riesce a curarsi adeguatamente e si accentuano le diseguaglianze regionali e sociali. Molti cittadini sono costretti a ricorrere alle strutture private, e molte altre per motivi economici aspettano o rinunciano a curarsi. E la Basilicata non fa eccezione”.
Il segretario ricorda che “povertà e precarietà sono legati indissolubilmente. Bisogna prendere atto che la lotta al precariato rappresenta una priorità, se davvero vogliamo una società più giusta ed inclusiva vanno utilizzate tutte le forme di lotta di cui disponiamo per invertire una tendenza che vede il mondo del lavoro impoverirsi rispetto ai pochi che continuano ad arricchirsi. Un paese inclusivo non può prescindere da una tassazione sui redditi delle persone più equa. L’evasione fiscale nel 2023 ha ancora livelli pari a 90 miliardi di euro e tra condoni, concordati e sanatorie passa chiaramente un messaggio di resa nei confronti di chi evade le tasse, mentre coloro che le pagano regolarmente, i lavoratori dipendenti e i pensionati, continuano ad essere penalizzati portando sulle proprie spalle il 90% del gettito Irpef dell’intero Paese”.
Tematiche nazionali che hanno “preoccupanti riverberi nella nostra regione – afferma Esposito – in particolar modo il progetto di autonomia differenziata metterà in ginocchio il Mezzogiorno e la Basilicata, mettendo in discussione il diritto alla salute, all’istruzione, alla mobilità. E poi la transizione ecologica, che attraversa due comparti strategici presenti sul nostro territorio, l’automotive e le attività estrattive. Questioni enormi che non possono trovare una soluzione se non si affrontano avendo una visione strategica dello sviluppo della nostra regione e se non si attuano politiche industriali che mettono insieme tutti gli attori coinvolti a partire dal governo dalla regione dalle imprese e del sindacato. L’amarezza – conclude il segretario – sta nel fatto che nè il governo e nè la Regione hanno la ben che minima idea di sviluppo del paese; siamo in una totale assenza di visione e di una politica industriale che possa favorire la transizione senza contraccolpi dal punto di vista occupazionale”.