Un nuovo percorso di concertazione tra organizzazioni professionali e mondo produttivo agricolo da una parte e Dipartimento Agricoltura dall’altro si va delineando per la gestione del Psr 2014-2020 e le complesse questioni che riguardano il comparto primario. E’ l’indicazione emersa dall’assemblea regionale della Cia che si è tenuta ieri alla presenza dell’assessore all’Agricoltura Luca Braia. Dopo il primo incontro del 3 giugno scorso con l’assessore da poco insediato, la Cia ha proseguito il confronto. Discontinuità, semplificazione e sussidiarietà: sono le parole d’ordine della Cia per favorire lo sviluppo rurale tra vecchia e nuova programmazione. A tal fine la Cia propone alla luce anche delle decisioni assunte a Bruxelles dalla Commissione agricoltura di introdurre ulteriore flessibilità sui criteri di spesa corrente infatti oggi è possibile che le Regioni possono rimodulare il 5% del totale della spesa tramite una apposita rinegoziazione e specifico piano da presentare entro il 30 settembre. La Cia ritiene che in questa fase transitoria vi è la necessità di governare la transizione tra precedente e nuova programmazione favorendo alcune opzioni di spesa che in questa fase riducono il rischio disimpegno sulle risorse correnti favorendo nel contempo di elevare e adeguare il sistema imprenditoriale agricolo lucano ai parametri e alle condizioni ex ante previste per la nuova fase di programmazione 2014/2020.
Per il direttore regionale della Cia Donato Distefano “ la partenza del nuovo assessore Braia e della nuova Autorità di Gestione del Psr Restaino è buona, altrettanto sono i presupposti. Adesso sono attese alle prove dei fatti perché condividiamo la valutazione dell’assessore sull’obiettivo di perseguire la qualità e non la quantità di spesa, raccogliamo la “sfida del reddito” da lui lanciata che per noi si raggiunge anche attraverso il pacchetto giovani favorendo lo svecchiamento delle aziende agricole e zootecniche. Registriamo inoltre l’attenzione mostrata dall’assessore che ha voluto incontrare rappresentanti dei comparti cerealicolo ed ortofrutticolo ed ha assunto l’impegno di rafforzare le filiere produttive oltre che di portare a compimento la fase della riforma della governance agricola. Insistiamo – ha detto ancora Distefano – sull’introduzione del marchio unico delle produzioni agricole ed alimentari della Basilicata per vendere nel suo insieme sui mercati il “made in Basilicata”.
In sintesi, la Cia avanza quattro grandi opzioni:
1) Attivazione di tutte le misure a superficie per l’annualità 2015/2016 a valere anche sulle risorse 2007/2013 successivamente utilizzare gli oltre 200 Meuro per le annualità 2016/2020
2) Predisposizione pacchetto semplificazione attraverso
3) Misure per il credito per una reale spinta agli investimenti non dar vita a un sistema di servizi creditizi reale ed efficace a favore del settore.
– Creazione del fondo rotativo per la competitività del settore agricolo.
– Credito di garanzia per accesso ai servizi diretti con il sistema bancario
– Credito per la cogaranzia con il sistema dei Cofidi
– Credito di conduzione a breve
– Credito anticipazione ai Soci conferenti.
4) Predisposizione di un piano assicurativo e sostegno al rischio regionale.
Inoltre all’Assessore Braia è stato consegnato il dossier/proposte CIA sul tema dei danni da fauna selvatica.
Il programma dei lavori dell’assemblea: interventi di Nicola Serio, presidente aggiunto Cia Basilicata, Domenico Mastrogiovanni, del Dipartimento Territorio e Sviluppo della Cia nazionale, Vittorio Restaino AdG FEASR Regione, Donato Distefano, direttore Cia, Alberto Giombetti responsabile Ufficio relazioni esterne Cia nazionale e dell’assessore Braia.
“Come Cia all’Expo – ha detto Giombetti – abbiamo ribadito che il suolo va difeso e fertilizzato naturalmente, un suolo fertile mantiene l’acqua e l’agricoltore custode impegnato nella tutela della biosfera e della biodiversità è il primo a farsi carico di questa esigenza senza la quale è impensabile di nutrire il pianeta. A questo operare è di essenziale supporto la ricerca. Il nostro ruolo come organizzazioni agricole è proprio questo: stimolare e contribuire alla ricerca e trasferire innovazioni e conoscenze alla imprese agricole. Tuttavia questo è possibile se accanto alla sostenibilità ambientale che è il primo impegno dell’agricoltura mondiale si pone la questione della sostenibilità economica dell’impresa agricola. Senza la quale l’agricoltura non ha futuro”.