“Il Parlamento Europeo, prima di proporre tagli di fondi alla comparto, deve con certezza attestare un livello alto di competitività dell’intero sistema agricolo europeo nel mercato agroalimentare mondiale. E deve valutare gli impatti dei possibili abbandoni della terra da parte delle imprese agricole e le relative conseguenze sulla tenuta ambientale, demografica e della sicurezza dei territori, in particolare delle aree interne che di agricoltura vivono”.
“Assumo una posizione di contrarietà assoluta e di opposizione a qualsiasi taglio fondi per la PAC, soprattutto al Sud Italia.
Tagliare la PAC ed incrementare, per esempio, il sostegno alle politiche per la lotta al cambiamento climatico o per la immigrazione sono una contraddizione oggettiva. Il fondo Ue destinato all’agricoltura, e in particolare all’Italia, al Sud e al Piano di Sviluppo Rurale, non si tocca”.
Lo dichiara Luca Braia, assessore alle Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata.
“La contraddizione – prosegue – è nei dati statistici e scientifici che riportano tra il 20 ed il 30 la percentuale di incidenza dell’agricoltura sul tema della emissione in atmosfera della Co2 quale principale fattore di produzione del cambiamento climatico in corso.
Il Parlamento Europeo, prima di proporre tagli di fondi alla comparto, deve con certezza attestare un livello alto di competitività dell’intero sistema agricolo europeo nel mercato agroalimentare mondiale. E deve valutare gli impatti dei possibili abbandoni della terra da parte delle imprese agricole e le relative conseguenze sulla tenuta ambientale, demografica e della sicurezza dei territori, in particolare delle aree interne che di agricoltura vivono.
Diventa fondamentale, quindi, completare il percorso di rafforzamento delle politiche di aggregazione e, soprattutto, di valorizzazione e tutela del patrimonio identitario dei prodotti europei, rilanciando il secondo pilastro, ovvero il PSR, che a mio parere deve essere alleggerito dalla burocrazia, premiando invece l’efficienza della spesa per qualità e quantità, spingendo sulle aggregazioni, riconoscendo all’agricoltore il valore sociale e ambientale della funzione svolta in quanto volano della green e bio-economy, custode della biodiversità e non solo come produttore di beni primari.
Per quel che ci riguarda, prima di parlare di tagli, si legiferi a livello europeo mettendo in campo regole a difesa delle produzioni di cibo sicuro per la nostra salute e per l’ambiente, della tracciabilità obbligatoria dell’intera filiera di produzione dal campo alla tavola e sulla regolamentazione del mercato in maniera sostenibile, al fine di assicurare un rapporto equilibrato tra giusto prezzo della produzione da garantire all’agricoltore e costo del prodotto al consumatore.
Il taglio del 5% al budget europeo per la Politica agricola comune (Pac) è una misura ritengo da considerarsi inaccettabile per tutta l’Italia ma in particolare per la Basilicata e le regioni del Mezzogiorno in assenza soprattutto di politiche alternative integrative di sostegno che tutelino gli unici veri custodi del nostro territorio.
Con i colleghi Assessori regionali spero potremmo presto prendere posizione unitaria per batterci con tutte le nostre forze e provare a contrastare questa decisione che mette il comparto in ulteriori e aggiuntive difficoltà.
Non è corretto che siano gli agricoltori europei, e in particolare i nostri, a pagare il costo della Brexit.
L’occasione di un primo forte confronto sul futuro della PAC, alla presenza anche del commissario europeo all’Agricoltura e sviluppo rurale Phil Hogan e Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, – conclude Braia – sarà sicuramente il forum mondiale sui prodotti d’eccellenza dop e igp ORIGO al quale parteciperò, in programma a Parma, in occasione del CIBUS, dove la Basilicata sarà presente con la collettiva regionale”.