“Non si può che condividere il recente invito rivolto agli agricoltori, in particolare agli olivicoltori, di tenere puliti i propri campi di olivo per limitare la presenza degli agenti vettori, in genere sputacchine e cicaline, del batterio fitopatogeno xylella fastidiosa. La lavorazione dei terreni, l’eliminazione delle malerbe, che dopo le abbondanti piogge di questi giorni si svilupperanno con l’arrivo delle giornate calde, come anche una corretta tenuta delle superfici inerbite, per quanti ricorrono a questa preziosa pratica colturale, rappresentano una precondizione per limitare la diffusione della xylella”. È quanto ha affermato l’assessore regionale all’agricoltura Francesco Fanelli, interpellato in proposito sulle attività dipartimentali.
“Il contenimento del fronte epidemico oltre la “zona cuscinetto” pugliese, richiede certamente una più intensa attività di monitoraggio – evidenzia l’assessore – per cui ho già ricevuto dal responsabile dell’Ufficio fitosanitario regionale un primo report sui controlli ispettivi dell’ultimo triennio e sull’esito delle analisi di laboratorio compiute dall’ex Agrobios, ora Alsia. In applicazione del Decreto ministeriale 19 giugno 2015, i campionamenti eseguiti non hanno riguardato solo le piante di oIivo e le principali piante ospiti ma, grazie al supporto operativo dell’Università di Basilicata, sono state catturate sputacchine, nell’area metapontina, e analizzate per verificare la presenza al loro interno del batterio. I dati in nostro possesso, ufficialmente comunicati al Ministero e alla competente struttura dell’Unione europea, danno la Basilicata regione indenne. Ciò non vuol dire affatto che possiamo abbassare la guardia perché gli ultimi ritrovamenti in provincia di Taranto, cioè a poche decine di chilometri dal confine con la nostra regione, ci devono tenere in allerta. Sul tema e, soprattutto, sulle attività di monitoraggio in corso chiederò al dott. Pennacchio, responsabile dei servizi fitosanitari, di riferire anche al Presidente Bardi, perché è del tutto evidente che dobbiamo avere pronta una exit strategy nel caso di rinvenimento del batterio su piante del territorio. I danni ingenti che si sono determinati sul patrimonio olivicolo pugliese sono sicuramente dovuti a ritardi nella messa a punto delle attività di contenimento.
In linea con gli indirizzi comunitari e nazionali, è stata approvata lo scorso il 4 luglio – aggiunge Fanelli – la delibera di Giunta concernente il “Piano regionale di attuazione del Piano nazionale di emergenza per la gestione di Xylella fastidiosa in Italia” che disciplina le attività di monitoraggio e sorveglianza per rilevare l’eventuale presenza in Basilicata del patogeno Xylella fastidiosa e le procedure in grado di gestire, con una risposta rapida, efficace e coordinata, il primo intervento a seguito dell’eventuale rinvenimento del patogeno Xylella fastidiosa sul territorio lucano. Tanto, al fine di pervenire al suo controllo e possibilmente all’eradicazione dei focolai o, in caso di impossibilità, al contenimento della diffusione e dello sviluppo attraverso il Piano di Emergenza.
Per far fronte alle azioni di primo intervento – conclude Fanelli – occorre dotare l’Ufficio fitosanitario di un plafond di risorse finanziarie necessarie all’esecuzione dei campionamenti e alle analisi di laboratorio. A tal proposito la delibera regionale rinvia a un successivo provvedimento dell’Ufficio Risorse finanziarie e bilancio lo stanziamento per l’anno in corso di 40 mila euro, risorse quantificate dall’Ufficio anche per la formazione del proprio personale”.