Oltre 60 docenti provenienti da sette regioni italiane, in modalità mista (presenza e online), sono stati formati grazie all’evento conclusivo lucano del progetto Or.Co digitsys (Orientamento Consapevole e Sistemico al tempo digitale), nato per promuovere il benessere e l’orientamento dei più piccoli e per contrastare la povertà educativa in Puglia e Basilicata. Nella sede storica della Camera di commercio della Basilicata, a Potenza, grazie all’azienda speciale dell’Ente camerale, Asset Basilicata, partner di progetto, si è tenuto infatti un seminario dedicato ai docenti delle scuole medie e superiori, per fornire loro un supporto rispetto al ruolo di educatori. Un supporto necessario in un contesto che – ha ricordato Peppino Franco, presidente del Comitato Tecnico-Scientifico di ASNOR (Associazione Nazionale Orientatori) – rimane volatile, incerto, complesso e ambiguo, in cui il fattore consapevolezza resta una delle prime basi per costruire le scelte del futuro.
L’orientamento – ha dichiarato Annie Pontrandolfo, presidente di Asnor – ha ormai l’urgente necessità di valicare i confini definiti dai soli percorsi “in entrata” e “in uscita” da scuole e Università, per posizionarsi come strumento di aiuto costante alle scelte in tutte le fasi della vita. Non a caso in Europa, oltre che di formazione lungo tutto l’arco della vita, oggi si sta facendo spazio il concetto di orientamento continuo.
Nel seminario, che ha visto intervenire Giovanni Casaletto, del Consorzio NOVA, capofila del progetto Or.Co digitsys, è stato anche presentato ai docenti ARES – A Radio for Employability Skills, un progetto Erasmus+ che vede lo strumento del podcast al centro di un processo di acquisizione di competenze per l’occupabilità da parte dei ragazzi. Occupabilità che è il nuovo paradigma a cui guardare: non si tratta più di “occupare un posto”, ma di continuare ad orientarsi e formarsi per rimanere appetibili ad un mercato del lavoro che cambia velocemente.
Tra le parole-chiave venute fuori nel dibattito con i docenti è stata richiamata più volte la necessità di considerare l’errore come una parte necessaria del processo di apprendimento ed è emersa la necessità di un maggiore ascolto attivo dei ragazzi, anche per prevenire situazioni di malessere (ansia, frustrazione, depressione) che dopo il periodo pandemico si stanno pericolosamente allargando nelle fase di età adolescenziali.