Si va verso l’istituzione dell’Osservatorio Epidemiologico Veterinario Regionale, nel frattempo viene costituito un Gruppo di Verifica Regionale (GVR) dei focolai di brucellosi. A darne notizia, all’indomani di un incontro con l’assessore regionale alla sanità, è l’Associazione Regionale Allevatori della Basilicata. Il Gruppo di Verifica, secondo quanto si legge in una bozza di delibera che l’assessore Rocco Leone porterà in approvazione nella prossima riunione di Giunta Regionale, sarà costituito da rappresentanti dell’Ufficio Veterinario ed Igiene Alimenti della Regione, dell’ASM, dell’ASP, dell’IZS di Puglia e Basilicata, ed “avrà il compito di coadiuvare i Veterinari Territoriali nello svolgimento delle indagini epidemiologiche e nelle relative valutazioni ai fini della opportunità o meno di confermare i focolai nonché di verificare la gestione complessiva dei focolai, di individuare eventuali criticità e di porvi rimedio”. “Finalmente tutto il servizio veterinario regionale, sotto la spinta dell’Ara Basilicata, si è incontrato ed ha approcciato in una maniera univoca e proattiva il tema della brucellosi – ha commentato il presidente dell’Ara Basilicata, Palmino Ferramosca – non ci sta alcun allarme ma la nostra regione da anni non riesce ad ottenere così come altre regioni del nord l’ufficialità indenne di tutto il territorio”. Per Ferramosca “la totalità delle nostre stalle invece singolarmente ha raggiunto la qualifica di ufficialmente indenne, ma non il territorio nella sua totalità. L’obiettivo principale è di raggiungere questo risultato per la salute degli animali e della sicurezza alimentare”. “Si è finalmente riusciti a mettere intorno ad un tavolo – ha riferito il direttore dell’Ara Basilicata, Giuseppe Brillante – tutti gli attori interessati e si è individuato un percorso che impegna il mondo degli allevatori al rispetto di tutte le misure di biosicurezza e si è definita la necessità di procedere ad una ricerca approfondita delle cosiddette interferenze o cross- reattività che incidono sulla individuazione di eventuali brucelle che possono trovarsi sul territorio. Tutto il percorso – ha continuato Brillante – si fonda sull’attività responsabile del veterinario e sulla collaborazione dell’allevatore che assicurando una situazione epidemiologica favorevole potrà contare, in caso di capi dubbi o falsi positivi, di riservare le procedure di restrizione, diversamente da oggi, solo a tali capi effettivamente interessati”. Nell’ambito delle linee guida che verranno adottate è stato inoltre stabilito che “negli allevamenti allo stato brado, semibrado e transumante si proceda, a cura dei Servizi Veterinari territorialmente competenti, ad una intensificazione del censimento, dell’identificazione con bolo endoruminale di tutti i capi al fine di monitorare con precisione le movimentazioni degli animali che si spostano per transumanza o che vagano nei boschi o lungo le valli”. Inoltre è stato anche concordato che “i Servizi Veterinari delle Aziende Sanitarie Locali individuino al momento della conferma del focolaio le aree comunali o i comuni quali cluster di infezione”. Infine “in caso di accertamenti di positività sierologiche per brucellosi, ascrivibili a cross-reattività sierologica sufficientemente documentata e suffragata da indagine epidemiologica favorevole, il Servizio Veterinario Competente per territorio adotterà nell’azienda interessata uno specifico Piano di Gestione delle Cross-Reattività Sierologiche per brucellosi definito da Linee Guida dettate dal Servizio Veterinario Regionale”.