“Agli organi competenti, Magistratura e Forze di Polizia, chiediamo di fare piena luce sulle dichiarazione pubbliche del Vescovo Todisco in riferimento che, a Melfi siano state elargite tangenti che alcuni lavoratori avrebbero pagato a sindacalisti per essere assunti nell’indotto Fca. Come Ugl siamo molto sconvolti e indignati, riteniamo che il sindacato unito, se pur con legittime posizioni politiche diverse e democratiche di confronto, da oltre 25 anni sta garantendo continuità e purezza d’immagine alla fabbrica ed il suo indotto più grande d’Italia. Non accettiamo che il lavoro di tanti uomini, sindacalisti per bene e che quotidianamente difendono i diritti dei lavoratori e di migliaia di famiglie, venga screditato ad alta voce in un Convegno solo magari per fare audience: chi sa parli o taccia, non facciamo male al territorio”.
Dura è la presa di posizione dell’Ugl Basilicata alla denuncia fatta dal vescovo di Melfi sulle tangenti che alcuni lavoratori avrebbero pagato per essere assunti nell’indotto Fca.
Per il segretario confederale regionale, Giovanni Tancredi e per il segretario generale Industria della Basilicata, Giuseppe Giordano, “Quanto affermato dal vescovo è sinonimo di truffa e appropriazione indebita aggravata a carico di dirigenti sindacali, ed è pesante l’accusa mossa. Noi non ci stiamo – tuonano forte e chiaro, Tancredi e Giordano – si facciano nomi e cognomi. Non possiamo infangare il sindacato e uno stabilimento automobilistico all’avanguardia dove vi lavorano, con alto senso di responsabilità ed eccellenza, oltre 12mila persone, tra cui sindacalisti. Grazie ad accordi che sono stati sottoscritti, con tutte le sfaccettature positive o negative, popolari o impopolari, il sindacato ha garantito da sempre continuità occupazionale e tutela per una fabbrica che ha prodotto economia non solo per la Basilicata ma per tutto il meridione. Dunque, fiduciosi nell’operato della Giustizia, chiediamo ufficialmente che venga fuori verità e chiarezza sulla forte denuncia del Vescovo, se ci saranno responsabili vengano individuati e puniti ma non accettiamo, per il bene del territorio e di tante persone oneste, che quanto sostenuto nel convegno passi come una pratica ‘vergognosa’. Come Ugl – concludono i segretari Tancredi e Giordano – è impensabile che qualcuno abbia pagato una tangente di 5mila euro pur di poter lavorare travisando condotte illecite poste in essere al fine di poter illegittimamente fruire di un vantaggio economico usando il ruolo da sindacalista”.
Fca Melfi, Fismic: “Tangenti? Se così fosse, la FISMIC in prima linea contro ricatti e corruzione”.
Di seguito la nota integrale.
Sconcertanti le dichiarazioni del Vescovo di Melfi sulla possibile esistenza di atti di corruzione e ricatto all’interno del polo dell’auto di San Nicola di Melfi.
“Se tali episodi corrispondono a verità, invitiamo il Vescovo ad esporre quanto prima denuncia in Magistratura, indicando i nomi di chi avrebbe commesso questa orrenda azione, a danno dei giovani senza lavoro” dichiara il Segretario Generale nazionale Fismic Confsal Roberto Di Maulo.
La Fismic ha appena concluso il suo Congresso Nazionale, che ha avuto al centro del dibattito e delle decisioni l’impegno del Sindacato a favore del lavoro, sia attraverso le reali pari opportunità da fornire ai giovani sia attraverso un processo di formazione continua, unico strumento in grado di riportare al lavoro coloro che lo hanno perduto.
Pertanto, è ritenuto ignobile qualunque ricatto nei confronti di chi cerca un posto di lavoro, sia esso effettuato sotto forma di estorsione di denaro o con azione di mobbing, spesso a sfondo sessuale.
“Il nostro impegno per il lavoro è quindi pieno ed assoluto. Pensiamo che faccia bene il Vescovo a circostanziare meglio la sua denuncia e pertanto, se farà ciò, – prosegue il leader Di Maulo – noi saremo i primi a costituirci come parte civile contro tali ignobili mercanti di carne. Invitiamo inoltre la Magistratura ad aprire comunque un dossier alla luce di quanto dichiarato dal Vescovo di Melfi”.