“Acquedotto lucano è un mistero a tutti gli effetti. Dispone di personale le cui attitudini non sempre sono note. Come non è noto il tipo di politica che da anni, ormai, porta avanti. Ben oltre il 20 – 30 per cento della rete di distribuzione dell’acqua è fatiscente. Il che vuol dire che le condotte non danno le necessarie garanzie all’utenza circa l’affidabilità dell’acqua che beviamo dal rubinetto”.
E’ quanto denunciano i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi, Luigi D’Amico e Giuseppe Giordano per i quali, “il Presidente ‘nominato’ di Acquedotto Lucano, presentato come manager competente, non ha sinora dimostrato di possedere tutte le capacità dovute per onorare gli impegni contrattuali con le Imprese e soprattutto con i cittadini. Se la rete è vecchia e fatiscente, salvo alcuni interventi di miglioramento delle condotte in determinati tratti, non basta evidentemente la clorazione a dare le dovute garanzie perché le nostre acque siano tranquillamente bevute di più e meglio delle acque minerali imbottigliate. Un problema di scelte di politica industriale da attuare in tempi rapidi. Ecco perché è indispensabile un progetto di risanamento della rete idrica lucana, al di là di generosi aumenti di stipendi concertati e varati in tempi non lontani a favore del personale, da quanto risulta. Sicché la vicenda giudiziaria in corso non deve affatto meravigliare, come non può sorprendere che un nesso tra le varie scelte di AqL esiste realmente e sia assolutamente negativo, destinato a pesare sulla gestione dell’ Ente. L’Ugl ritiene che – concludono Tancredi, Giordano e D’Amico – i tempi siano maturi per un intervento deciso del Presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo, quale rappresentante del socio principale di AqL, nonché organo istituzionale che ha dirette responsabilità sulle nomine del consiglio d’Amministrazione dell’ente affinché tale costoso Ente ‘carrozzone’ non vada ancora e di più a gravare sulla vita sociale ed economica di ogni singolo cittadino Lucano”.
“In riferimento alla vicenda delle 11 assunzioni in Acquedotto Lucano che vede i magistrati della procura di Potenza, i pm Marotta e Basentini, indagare su quanto accaduto nell’ente sud regionale dal 2008 in poi, al S.E. Prefetto di Potenza, Dott. Antonio Nunziante, per il ruolo che svolge anche nel delicato ed importante compito di promuovere e consolidare le sinergie presenti sul territorio a garanzia dei diritti dei cittadini, l’Ugl chiederà di essere ricevuti ritenendo che il territorio abbia bisogno di risposte celeri e non biblici come la tempistica dei Tribunali, oggi acconsente”.
E’ quanto dichiarano i segretari dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano.
Per i sindacalisti, “ per quanto attiene il rispetto delle norme che regolano la materia, a l’Ugl preme sapere se i membri indagati hanno sempre rispettato la normativa vigente. Tifiamo affinché le procedure e le norme siano verificate, senza condizionamenti esterni, dagli organismi inquirenti a cui l’Ugl – continuano Tancredi e Giordano – pone massima fiducia. Ottenere un posto di lavoro oggi in Basilicata, corrisponderebbe a far 13 alla schedina Totocalcio, l’Ugl non ha assolutamente nulla in contrario sulla creazione di nuove opportunità occupazionali ma sul caso AqL ricordiamo che tra i nomi illustri assunti, ci sarebbero la nipote di un consigliere regionale del Pd, un parente di un deputato del PdL e il marito di una dirigente di AqL. I lucani e l’Ugl chiedono piena trasparenza, vogliono solo la verità, queste sia per la tutela dei dirigenti chiamati in causa, sia per il doveroso rispetto del diritto dei cittadini alla piena trasparenza delle procedure di assunzione le quali – concludono i segretari Ugl – devono essere, aldilà della tempistica e del rispetto formale delle norme, sempre ispirate a criteri oggettivi e trasparenti” .
Chissà perché. non si meraviglia nessuno…