Nel 2002, grazie ad una iniziativa del Ce.St.Ri.M., un luogo un tempo adibito a scuola rurale diventò un centro diurno polivalente sul modello delle fattorie sociali. Accadde a Brienza, in un progetto realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale. Uno spazio originariamente nato per consentire a tutti l’apprendimento diventò, così, rinnovata occasione di crescita sociale e culturale.
Sono passati vent’anni e quel luogo, la Fattoria Burgentina, è cresciuto anche grazie ai progetti che sono stati realizzati negli anni, tutti basati sui principi di sostenibilità, di socializzazione, di scambio intergenerazionale.
Come il progetto ”Seminare il futuro per coltivare i legami”, nato nel 2018 in collaborazione, tra gli altri, con Coldiretti e con la cooperativa agricola di produzione e lavoro “L’Officina verde”.
Le attività della Fattoria saranno protagoniste del racconto collettivo di Terra Madre Salone del Gusto, l’evento che si svolgerà a Torino dal 22 al 26 settembre, alla presenza di oltre 600 produttori italiani e internazionali, in un ricco programma di eventi e spazi espositivi che mettono in luce come il cibo possa essere una preziosa occasione di rigenerazione.
La presentazione del progetto sarà accompagnata da una degustazione di patate di montagna cucinate dal cibofolo lucano Federico Valicenti.
Agricoltura sostenibile vuol dire soprattutto rispetto del territorio e del sociale e i prodotti della terra che nascono all’interno di questo progetto devono avere il minimo impatto possibile e devono, soprattutto, essere il frutto di uno scambio tra persone nel nome dell’abbattimento di qualsiasi tipo di barriera, con il coinvolgimento di lcuni ragazzi disabili del territorio.
Il modello lucano sarà raccontato proprio attraverso le attività di questo progetto, ormai consolidato, finanziato dalla Regione Basilicata nell’ambito dell’Avviso Pubblico per la realizzazione di Laboratori di Comunità nella Regione Basilicata. Un progetto che fin dall’inizio ha previsto la creazione di uno spazio condiviso dove giovani e meno giovani possano socializzare e dedicarsi al recupero, conservazione e valorizzazione di colture antiche sino alla realizzazione di piatti tipici locali. Dalla semina di colture antiche (come il grano saragolla che è una varietà lucana del Kamut, il grano saraceno, il miglio, la segale, il panico ma anche le patate di montagna) alla trasformazione grazie al mulino a pietra, oltre ad un laboratorio dove i prodotto vengono confezionati dai 18 ospiti del centro, uno dei quali è impegnato anche nella conduzione della serra.