Nei giorni scorsi Confapi ha partecipato all’audizione preliminare all’esame della manovra economica per il triennio 2016-2018 presso le Commissioni congiunte Bilancio del Senato e della Camera dei Deputati.
L’audizione è stata l’occasione per esporre considerazioni generali, criticità e proposte focalizzate sulla necessità di supportare le pmi e rendere realmente efficaci e duraturi i timidi segnali di ripresa.
Nel documento presentato da Confapi è stato evidenziato l’apprezzabile sforzo del Governo nel predisporre una manovra espansiva, che intende sostenere la ripresa del Paese, ridando attenzione al sistema produttivo. Infatti la manovra che costerà complessivamente oltre 26,5 miliardi, sarà finanziata per la maggior parte dalla maggior flessibilità di bilancio, pari a circa 14 miliardi; 5,5 miliardi deriveranno dalla spending review, mentre altri 3 miliardi da ulteriori efficientamenti.
Possiamo anche condividere la scelta di aumentare il debito pubblico, ma non possiamo non essere preoccupati per un ulteriore fardello che grava sul nostro futuro e su quello dei nostri figli. Queste ulteriori risorse devono perciò essere investire per ridare forza e vigore al nostro sistema produttivo. Restano sullo sfondo, ma non per questo meno indispensabili, riforme strutturali e di sistema; una seria e sempre rimandata spending review nel settore pubblico, una riduzione drastica delle tasse nonché il varo di regole certe che siano di stimolo a una rigorosa concorrenza ed effettiva modernizzazione del Paese.
Con riguardo ai singoli provvedimenti, Confapi ha considerato positivamente l’introduzione di agevolazioni sugli ammortamenti per favore gli investimenti; la riduzione dell’aliquota Ires e il rimborso dell’Iva per i crediti non riscossi. Potranno sostenere lo sviluppo aziendale, così come l’innalzamento della soglia di utilizzo del contante e a proroga degli ecobous.
Positiva la posizione di Confapi anche sugli sgravi contributivi sulle nuove assunzioni, anche se la riduzione rispetto a quelli esistenti potrebbe comportare un freno all’impatto positivo della manovra stessa, rallentando probabilmente il trend di crescita registrato in questi ultimi mesi.
Positiva, se non prioritaria, l’abolizione dell’IMU su prima casa e terreni agricoli. Tuttavia, si ritiene che sia inaccettabile che l’imposta in questione, così come l’Irap, permanga su immobili di impresa, capannoni, laboratori e negozi. In un tale momento di crisi, con una incontrovertibile necessità di sostegno a tutto tondo, non si possono privilegiare solo alcune categorie di soggetti o alcuni settori produttivi.
Giudichiamo ancora largamente insufficiente la riduzione delle tasse e del carico fiscale, alla luce di un complesso e articolato sistema di oneri che grava su mondo delle piccole e medie imprese. Un mondo che necessita, oggi più che mai, di una legislazione dimensionale e proporzionale coerente non solo con la nostra Costituzione, ma anche con quanto recentemente rilevato da un importante organismo internazionale quale l’OCSE.
È indispensabile tenere in considerazione che alcune misure possono avere un impatto sproporzionato sulle pmi, le quali devono peraltro sobbarcarsi pesanti oneri anche in materia previdenziale ambientale e di sicurezza sul lavoro.
Nov 10