Una folta delegazione di Confapi Matera, guidata dal presidente Massimo De Salvo e dal direttore Franco Stella, ha incontrato ieri mattina, presso la sede municipale, il sindaco del Comune di Matera, Raffaello De Ruggieri, e l’assessore all’Igiene e vice sindaco, Giuseppe Tragni, per discutere degli aumenti della TARI 2018, i cui avvisi di pagamento vengono recapitati in questi giorni alle imprese.
L’Associazione ha evidenziato che, a seguito di una delibera del Consiglio Comunale dello scorso marzo, le aziende hanno subito un aumento di oltre il 100% della tassa sui rifiuti, destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento che pure hanno avuto una diminuzione di 1 milione di euro.
In realtà la modifica ha riguardato la ripartizione della TARI al 50% tra utenze domestiche e utenze non domestiche, una decisione politica del Consiglio che, considerato il numero delle imprese notevolmente inferiore a quello delle famiglie, ha finito per gravare oltremisura proprio sulle aziende, con aumenti che superano il 100%.
Gli imprenditori di Confapi hanno lamentato l’insostenibilità degli aumenti, oltretutto a fronte di un servizio di raccolta scadente o del tutto assente come nell’area industriale della Martella. A Jesce e La Martella, inoltre, l’aumento della TARI si somma alla duplicazione di somme (TASI e spese di gestione) che le imprese pagano per i medesimi servizi al Comune e al Consorzio Industriale.
Al termine dell’incontro il sindaco De Ruggieri e il vice sindaco Tragni hanno dato la disponibilità a costituire un gruppo di lavoro con le associazioni imprenditoriali per la modifica del regolamento comunale, dove la tassazione dei depositi e dei magazzini e l’elenco lunghissimo dei rifiuti speciali assimilabili agli urbani sono particolarmente penalizzanti per le imprese.
Con l’assessore ai Tributi, impossibilitato a partecipare all’incontro, e il segretario generale, saranno fatte apposite verifiche di bilancio e di compatibilità con la normativa vigente.
A parere del sindaco occorre una verifica accurata dei rifiuti prodotti dalle attività imprenditoriali, ritenendo il sistema più equo quello della c.d. “tariffazione puntuale”, sull’esempio della città di Trento, dove paghi per i rifiuti che produci, a prescindere dalle superfici che occupi.