Ha toccato il tetto delle 100 mila le firme raccolte dall’Anp-Associazione nazionale pensionati della Cia a sostegno della petizione per chiedere al Governo: l’aumento delle pensioni minime; l’estensione del bonus di 80 euro ai pensionati al di sotto dei 1.000 euro mensili (oltre l’80% dei pensionati iscritti all’Anp-Cia ha una pensione che oscilla da un minimo di 502 a 1.000 euro mensili); l’ampliamento delle aree esenti da tasse; una sanità pubblica più efficiente con la medicina integrata, anche per chi vive nelle zone rurali; interventi per la non-autosufficienza.
Un’iniziativa, alla quale hanno contribuito i pensionati agricoltori lucani con numerosi banchetti e manifestazioni, nata per richiamare le istituzioni e le forze politiche su un tema centrale per la sostenibilità del tessuto sociale del Paese. Per questo -spiegano Anp e Cia- si è ritenuto di non scendere in piazza, ma di aprire un confronto costruttivo sulla situazione precaria nella quale tanti pensionati sono oggi costretti a vivere (parliamo di agricoltori, ex mezzadri, ex contadini, ex coloni, braccianti). Donne e uomini che dopo una vita di lavoro nei campi percepiscono una pensione mensile chi si aggira intorno ai 500 euro, in molti casi una pensione integrata al minimo.
Se in Italia quasi un pensionato su due vive con meno di 1.000 euro al mese, nelle aree rurali – sottolineano Anp e Cia – la media percepita si abbassa notevolmente, ed è proprio qui che si registra la massima concentrazione di pensioni minime, inferiori alla soglia di 500 euro mensili. In Basilicata ben il 78 per cento dei pensionati della regione (circa 135 mila) percepisce un’indennità che è inferiore di un terzo alla minima.
Nelle aree di campagna gli effetti della crisi sono amplificati, soprattutto per gli “over 65”, perché agli assegni pensionistici mediamente più bassi si unisce la carenza a volte strutturale dei servizi sociali -sottolinea l’Anp- aggravata dai continui tagli alla sanità e in particolare al Fondo per la non autosufficienza. La conseguenza è che oggi sono 7 su 10 i pensionati delle aree rurali a rischio di povertà o esclusione sociale: un rapporto ancora più allarmante di quello relativo alla popolazione italiana, che tocca il 30 per cento.
Gli ultrasessantenni -evidenzia ancora l’Anp-Cia Basilicata- sono circa il 20 per cento della popolazione ed entro 15 anni raggiungeranno il 25 per cento. Attualmente oltre l´80 per cento (in pratica 8 su 10) degli anziani chiede servizi sociali, sanitari e assistenziali pronti ed efficienti.
Domani 18 novembre una delegazione guidata dal presidente nazionale della Cia Dino Scanavino e dal presidente di Anp Vincenzo Brocco porterà al Senato le cartelle contenenti le firme raccolte.
Nov 17