Fns Cisl Vigili del Fuoco in una nota denuncia criticità nel decreto Semplificazioni in riferimento all’aumento dello stipendio e degli emolumenti di previdenza per i dipendenti del Corpo dei Vigili del Fuoco. Di seguito la nota integrale.
1 – Un primo elemento di criticità è rappresentato dalla mancata previsione di un miglioramento economico apprezzabile per il personale con la qualifica di vigile del fuoco e vigile del fuoco esperto, con anzianità di servizio inferiore a 14 anni.
2 – Altro aspetto è legato all’esiguo differenziale economico previsto nel rapporto retributivo tra la qualifica di vigile coordinatore e quella di capo squadra. Questa previsione rischia di avere un effetto demotivante per entrambe le qualifiche. I Vigili coordinatori, infatti, potrebbero perdere interesse per il successivo passaggio alla qualifica di Capo squadra, e questi ultimi, potrebbero sentirsi non più apprezzati dall’Amministrazione. E auspicabile che nella fase contrattuale, relativa alla ripartizione delle risorse del fondo di amministrazione, si raggiunga un accordo per la valorizzazione del capo squadra che come è noto è una figura fondamentale per la missione del Corpo, ed anche in ragione dell’elevato livello di responsabilità cui assolve.
3 – Assolutamente da rigettare il riassorbimento dell’incremento dell’indennità di rischio che si matura ai 22 e successivamente ai 28 anni di servizio, nell’ambito dei miglioramenti economici derivanti dalla valorizzazione. Anche questa misura colpisce prevalentemente le qualifiche di capo squadra e di capo reparto. Inoltre l’assegno di perequazione viene riassorbito dai futuri miglioramenti economici quindi almeno un contratto non lo prendono.
4 – Per ciò che riguarda il ruolo tecnico professionale si evidenzia la mancata parificazione dei tabellari che sono espressione del livello di professionalità, in rapporto alle omologhe qualifiche del settore operativo. Non è stata inoltre apprezzata la riduzione del rapporto tra l’indennità di rischio e l’indennità di amministrazione che è passato dal 60% medio al 52%. In pratica si sono pagati l’aumento del tabellare con la mancata progressione dell’indennità di amministrazione.
5 – Ultimo aspetto è legato ai fondi di amministrazione, rispetto alla quale è stato evidenziato uno sbilanciamento di risorse in favore dei ruoli direttivi, eccessivamente penalizzante per il personale non direttivo. A questo si aggiunga, all’interno del fondo dei direttivi, anche una sproporzione eccessiva in favore dei direttivi a scapito dei direttivi speciali e dei direttivi del ruolo tecnico professionale.
6 – non mi ripeto sugli aspetti pensionistici 6 scatti e previdenza integrativa.