“Autonomia differenziata e Italia spaccata”, Fp Cgil Matera aderisce alla campagna di Flc Cgil. Presidio nei comuni della provincia di Matera con il camper dei diritti. Di seguito la nota integrale.
Il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato dal Senato il 24 gennaio scorso e ora in discussione alla Camera, comporta nei fatti la disgregazione dell’Italia attraverso il trasferimento di competenze su materie importanti dallo Stato alle Regioni comeil diritto alla salute,ancora prima di definire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP).
Per questomotivo, la Fp Cgil di Materaha aderito alla campagna contro l’autonomia differenziata avviata dalla Flc Cgil, con una serie di presidi in alcuni comuni lucani.
Questo disegno di leggesull’autonomia differenziata mette a rischio l’equità delle cure e dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese, aumentando ancora di più le differenze territoriali già esistenti nell’erogazione dei servizi.
È indubbio, infatti, che l’approvazione definitiva del Ddl Calderoli determinerebbe conseguenze nefaste sull’intero Paese, anche perché si instaurerebbe il principio dell’imposizione fiscale su base regionale (rapporto fiscale Regione-cittadino) e non più nazionale (rapporto fiscale stato-cittadino). Un “impianto” quest’ultimo non esistente nel nostro ordinamento costituzionale e normativo e che violerebbe la progressività del sistema fiscale fondato invece sulla capacità contributiva di ogni cittadino prescindendo dalla sua residenza.
Per non parlare poi delle contraddizioni contenute nell’art. 1 del medesimo disegno di legge, quando si parla di “rispetto dell’unità nazionale” e di rimozione delle “discriminazioni e disparità di accesso ai servizi essenziali”
Occorre quindi cambiare strada. Al di là dei proclami della propaganda sul valore della “nazione”, in realtà si sta progettando un Paese più ingiusto, più diseguale, in cui chi ha di meno è lasciato solo con le proprie difficoltà.
Per questo la mobilitazione sull’importanza di applicare quanto previsto dalla nostra Costituzione, a partire dall’art. 32 sul diritto alla salute, deve proseguire diventando via via sempre più una mobilitazione di massa.
Anche perché i diritti costituzionali sono beni collettivi, che vanno tutelati.