“La Giunta Regionale della Basilicata segua l’esempio di altre 9 Regioni che hanno avviato le procedure per l’operazione “taglia-derivati” che sinora sono costati alle casse della nosra Regione, secondo quanto certificato dalla Corte dei Conti, ben 26,321 milioni di euro a cui si aggiungono 2,6 milioni di euro già accertati al primo semestre 2014 e almeno altrettanti per il secondo semestre dell’anno”. E’ la richiesta contenuta in un’interrogazione illustrata oggi ai giornalisti dal capogruppo di Forza Italia Michele Napoli. Nell’incontro con gli operatori dell’informazione – al quale ha partecipato anche il consigliere Paolo Castelluccio – Napoli ha spiegato che l’operazione dei cosiddetti “derivati” risale al 2006 attraverso la sottoscrizione di contratti di “interest rate swap” (un meccanismo definito da “roulette”, vale a dire se i tassi di interesse salgono la Regione ci guadagna se scendono, come è accaduto e come hanno previsto analisti ed esperti, la Regione ci rimette) con un indebitamento nei confronti di diversi istituti di credito (Dexia Crediop spa e Ubs Investment Bank), tra l’altro – ha sottolineato – “senza indire una gara d’appalto per scegliere le offerte più vantaggiose con il risultato che la Regione ci ha già rimesso una cifra altissima. Ciò nonostante il Governatore Pittella ripeta spesso che non si è in grado di pagare ai fornitori persino fatture di poche centinaia di euro”. Il capogruppo di Fi ha quindi evidenziato che la battaglia contro quella che si è rivelata come “un’operazione finanziaria speculativa” dura da tempo ricordando di aver presentato nella precedente legislatura una mozione che risale al 2011 riguardante due contratti in derivati stipulati dalla Regione nel 2006 con le Banche Dexia Credito e UBS Investment, sulla base di un sottostante rapporto contrattuale di mutuo stipulato nel 2000, del valore finanziario complessivo di 218 mln di euro, avente periodicità semestrale e scadenza al 31/12/2019. Se avessimo liquidità per 18 milioni di euro potremmo estinguere subito i contratti stipulati ma sicuramente possiamo fare come le altre nove Regioni che ravvisando gli oggettivi dubbi sulla convenienza hanno presentato ricorsi per gli stessi vizi riscontrati con i contratti stipulati dalla nostra Regione. E’ da considerare, tra l’altro, – ha sottolineato Napoli – che nel corso del 2011 si è registrato l’esodo generalizzato degli enti locali dai contratti in derivati precedentemente sottoscritti, grazie ad una sentenza della Quinta Sezione del Consiglio di Stato che, chiamato a pronunciarsi in merito al contenzioso fra la Provincia di Pisa e le banche Dexia e Depla, ha sancito che il potere di autotela della p.a. comporta automaticamente la caducazione dei sottostanti derivati quando venga dimostrato che gli atti amministrativi sulla base dei quali i derivati erano stati disposti violano la normativa o sono contrari all’interesse pubblico. Purtroppo, in più occasioni – continua – abbiamo chiesto di fare chiarezza su questa operazione finanziaria iniqua che ha prodotto epiloghi decisamente negativi e perdite che vanno ad incidere sul bilancio regionale. Abbiamo anche sollecitato la Giunta a sottoporre i due contratti in derivati, attualmente in corso, a perizia tecnica che ne individui eventuali violazioni di legge o anomalie e commissioni non comunicate alla Regione; a richiedere alla filiale di Potenza della Banca d’Italia la comunicazione dei dati relativi al valore di mercato negativo registrato dalla Regione per l’operazione finanziaria in derivati fin dal momento della stipula della stessa; ad agire in via di autotela per l’annullamento degli atti amministrativi in forza dei quali si sono stipulati i contratti. Adesso – ha concluso Napoli – per la Giunta non ci sono più alibi per non agire”.
Ago 01