Sono 631 le domande approvate e finanziate per l’accesso ai benefici dell’Avviso pubblico “Valore donna 2020 – voucher per la conciliazione”; altre 312 domande sono state approvate ma non finanziate per mancanza di risorse. Lo riferisce l’assessore alle Attività produttive Francesco Cupparo in merito alla pubblicazione sul Bur n.50 del 16 dicembre delle graduatorie a seguito dell’approvazione degli esiti delle istruttorie da parte dell’Ufficio competente del Dipartimento.
L’AP “Valore donna 2020 – voucher per la conciliazione” – con uno stanziamento finanziario di € 1.500.000,00 – è finalizzato a favorire la permanenza al lavoro delle donne con difficoltà di partecipazione piena e permanenza nel mercato del lavoro in ragione dei problemi derivanti dai ruoli di cura da esse svolti all’interno della famiglia e che l’azione del voucher di conciliazione tende a superare le difficoltà esistenti. “Si pone dunque un problema – aggiunge l’Assessore – di incrementare il fondo che risulta insufficiente”.
La Regione Basilicata per sostenere le donne che hanno responsabilità di cura nei confronti dei propri figli minori di 14 anni o di persone non autosufficienti o disabili appartenenti allo stesso nucleo familiare, nel settembre scorso, ha pubblicato l’avviso “Valore Donna 2020”. Quest’ultimo intende fornire un supporto alle donne in età lavorativa che si trovano nella condizione di avere responsabilità di gestione familiare. Prevede l’erogazione di un voucher, sotto forma di contributo economico per l’acquisto di servizi di cura e conciliazione da soggetti e imprese con sede in Basilicata come, ad esempio, centri di accoglienza ed educativi, collaboratrici familiari, case di riposo, infermieri e OSS, etc.
Ogni voucher assegnato in base al reddito ISEE familiare, per un valore massimo di €2.500, può essere utilizzato in un tempo massimo di 12 mesi e sarà erogato a rimborso delle spese effettivamente sostenute e quietanzate.
Nel sottolineare l’alto numero di domande pervenute, l’assessore Cupparo evidenzia la “crescente domanda di servizi che viene dalle donne lavoratrici sulle quali pesa in maniera decisamente maggiore il carico dell’assistenza nell’ambito della famiglia. Un vincolo culturale, nelle maggior parte dei casi legato anche alle condizioni economiche, che obbliga le donne a rinunciare alle proprie aspirazioni professionali, mettendo al primo posto figli e parenti. Ai noti problemi di difficoltà di opportunità di lavoro per le donne si aggiungono anche queste cause che vanno rimosse. Nel Programma Operativo FSE Basilicata 2014-2020 – Asse I “Creare e mantenere l’occupazione” – conclude Cupparo – ci sono importanti azioni da attivare per rendere sempre più effettivo il principio di uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori, incluso l’accesso all’occupazione e alla progressione della carriera, la conciliazione della vita professionale con la vita privata e la promozione della parità di retribuzione per uno stesso lavoro o un lavoro di pari valore”.