Azione discriminitoria nei confronti di 5 dipendenti di cui 4 donne all’Arpab, intervento coordinamento donne di Cgil, Cisl e Uil. Di seguito la nota integrale.
“Il coordinamento donne di Cgil Cisl Uil della Basilicata esprime profondo disappunto in merito alle condizioni di lavoro e al clima di tensione, che riguarda in particolare cinque lavoratori e lavoratrici, determinato dal direttore dell’Arpab, come segnalato nell’atto di diffida della Consigliera regionale di parità. Anziché prendere coscienza dell’atavico ritardo organizzativo e culturale che determina un mercato del lavoro lucano sostanzialmente ostile all’occupazione femminile, tale per cui negli ultimi 15 anni il tasso di occupazione delle donne lucane è inchiodato al 36 per cento, tra i più bassi d’Italia – è proprio questo dato che ci fa svettare nelle condizioni di arretratezza economica e sociale – si continuano a perpetrare sui luoghi di lavoro forme profondamente arcaiche di esercizio gerarchico del potere in piena contraddizione con quanto raccomandato da tutta la normativa sulla qualità del lavoro, ancora più cogente nel nuovo piano di investimenti per la ripresa economica. Questa cultura dell’esercizio aggressivo del potere, oltre a produrre disagio nel lavoratori compromettendo il buon funzionamento delle attività, determina – ed è questo che vogliamo evidenziare – un profondo arretramento culturale e di sviluppo economico della nostra regione. Con la cultura della sopraffazione e dell’arroganza non si cresce come regione e come donne e uomini”. È quanto dichiarano Anna Russelli (Cgil), Luana Franchini (Cisl) e Anna Carritiello (Uil).