Stando a un’indagine promossa dall’Agimeg, l’Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco, assieme a Infocamere – Unioncamere, le imprese operanti nel settore del gioco d’azzardo sono passate dalle 6.314 di quattro anni fa, il 2015, alle 7.914 del 31 dicembre scorso, il 2018.
Una crescita in termini assoluti pari a 1.600 unità, che in termini relativi possiamo tradurre in un + 25,3%.
La Campania (+ 333 attività), seguita dalla Sicilia (+ 274), dal Lazio (+ 207), dalla Lombardia (+ 206) e dalla Puglia (+ 108) risultano quelle regioni dove il fenomeno è stato più marcato. Mentre dalla parte opposta della graduatoria si piazzano la Valle d’Aosta (che curiosamente non ha registrato variazioni numeriche) e, a pari merito, il Friuli Venezia Giulia e il Trentino alto Adige (+ 2).
E la Basilicata?
Stando al lancio dell’agenzia la regione che nel 2019 è sede della capitale europea della cultura si classifica sedicesima a livello nazionale, passando dalle 56 attività conteggiate a fine 2015 alle 64 dell’ultimo mese del 2018, con un saldo attivo pari quindi a + 8.
Un dato che non deve certo stupire.
Il gioco d’azzardo, difatti, vanta una lunga tradizione in Italia.
Già al tempo degli antichi romani il popolo era solito scommettere sull’esito delle corse con le bighe oppure sugli scontri dei gladiatori nelle arene. Fra il Medioevo e l’età Moderna, poi, presero piede le cosiddette baratterie, sorta di improvvisate e grossolane bische frequentate soprattutto dai viandanti. Per non parlare del casinò di Venezia, che con i suoi quasi quattrocento anni di storia alle spalle è considerato il più antico al mondo.
Soprattutto, come racconta il rapporto 2019 dell’Istituto di Studi Politici Economici e Sociali (l’Eurispes), quasi un terzo degli italiani (il 28,2%) lo scorso anno ha giocato d’azzardo. Non solo. La percentuale di popolazione che l’ha fatto standosene comodamente seduta con lo smartphone o il tablet fra le mani rappresentava il 10% del totale.
D’altronde che siamo un popolo sempre più connesso lo rivelano anche un altro paio di documenti.
Il primo che vale la pena citare porta il titolo di “Digital 2019”.
Prodotto dalla piattaforma di condivisione Hootsuite e dall’agenzia creativa We Are Social, ci racconta che ben 9 italiani su 10 (in termini assoluti 54,8 milioni di individui) sono collegati a Internet e ci trascorrono in media poco più di 6 ore al giorno.
Perché online non c’è soltanto il mondo del lavoro.
Anche il tempo libero è sempre più un affare della Rete. Dai portali per l’apprendimento delle lingue straniere a quelli per imparare a cucinare, dai canali on demand per vedere in anteprima film o serie tv ai casinò online, come quelli recensiti da Casinoshark.it, dove tentare la sorte ai tavoli da poker o davanti al piatto della roulette.
Proprio il gambling, termine che gli inglesi impiegano per indicare tutto ciò che ha a che fare col gioco d’azzardo, sembra avere intrapreso una strada fatta di pixel, stringhe di codici e algoritmi.
La controprova viene dal secondo documento che prendiamo in esame: l’ultima versione del “Libro Blu”, quella datata 2017 ma presentata lo scorso dicembre. La pubblicazione che riassume l’attività svolta annualmente dall’ADM, acronimo che sta per Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, certifica che la raccolta di questo settore in Italia ha ormai superato la soglia dei 100 miliardi di euro.
Dove col termine “raccolta”, precisazione in questo caso necessaria, è inteso l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla popolazione dei giocatori, senza considerare pertanto le vincite successivamente ridistribuite.
Negli ultimi quattro anni questo valore è andato via via crescendo: dagli 84,4 miliardi del 2014 agli 88,2 miliardi del 2015, dai 96,1 miliardi del 2016 ai 101,8 miliardi del 2017. Eppure a caratterizzare questo trend e far segnare queste prestazioni non è stato il gioco offline, quello delle sale bingo e dei punti scommessa, piuttosto quello in Rete, dei casinò online e delle poker room.
Ecco, dal 2015 in poi e anno per anno, i valori dei due differenti comparti*:
Anno 2015: 16.913 (gioco online); 71.268 (rete fisica)
Anno 2016: 21.331 (gioco online); 74.766 (rete fisica)
Anno 2017: 26.932 (gioco online); 74.745 (rete fisica)
Nell’arco di un triennio il gioco in Rete è cresciuto di circa 10 miliardi, mentre quello offline è rimasto pressoché stabile, anzi nel passaggio dal 2016 al 2017 ha fatto registrare un lieve calo.
E le anticipazioni sul 2018 parlano di cifre simili a quelle appena elencate, con una raccolta totale che per la seconda volta dovrebbe aver superato i 100 miliardi di euro e con la fetta di torta riservata al gioco a distanza sempre più grande, a discapito di quella riservata al gioco tradizionale.
Non resta quindi che attendere i prossimi mesi e i dati ufficiali che saranno comunicati.
* Tutti i dati sono espressi in milioni di euro.