L’Italia è da oltre 10 anni il principale Paese investitore in Romania per numero di aziende. Moltissimi sono i settori strategici che nei prossimi anni potrebbero consolidare ulteriormente la presenza imprenditoriale italiana, grazie alle occasioni create dai fondi europei, dai programmi di privatizzazioni, dalle prospettive di ammodernamento della rete infrastrutturale e dei trasporti, dal buon tessuto industriale esistente e dalla grande disponibilità di risorse agricole e minerarie. Ci sono dunque nuove opportunità per le nostre piccole e medie imprese da cogliere in vista della ripresa post Covid. Ad evidenziarlo è il presidente di Palazzo Italia Bucarest Giovanni Baldantoni sottolineando che il recente incontro tra il ministro degli Affari Esteri della Romania, Bogdan Aurescu, e il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale della Repubblica Italiana, Luigi Di Maio, ha sancito il rilancio degli scambi economici tra i due Paesi. Nell’anno 2019, vale a dire prima della diffusione della pandemia, il valore degli scambi commerciali bilaterali è stato di 15,64 miliardi di euro; il più alto valore registrato nella storia delle relazioni italo-romene, tra cui le esportazioni di 7,77 miliardi di euro e le importazioni di 7,87 miliardi di euro. Gli accordi commerciali Basilicata-Romania secondo quanto accerta l’ICE hanno un giro di export tra 1,8 e 2 milioni di euro. Nel 2020 il calo è stato contenuto con un interscambio commerciale bilaterale comunque vicino ai 14 miliardi di euro. Nell’incontro tra i ministri Aurecu e Di Maio – sottolinea Baldantoni – è stato apprezzato il contributo sostanziale della comunità romena in Italia, la più grande comunità straniera nella Penisola e la più grande comunità romena all’estero, allo sviluppo economico e sociale dell’Italia. Insieme alla comunità di imprenditori italiani attivi in Romania, essa svolge un ruolo importante nel rapporto bilaterale e costituisce un solido ponte tra le due società.
Uno dei settori più promettenti è senz’altro quello agro-industriale. Esso costituisce infatti un asset strategico per l’economia del Paese, alla quale contribuisce con una quota consistente del PIL, e un target per gli investitori in considerazione di diversi fattori. Inoltre, in Romania operano da anni aziende italiane leader nel settore dei trasporti (ferrovie, strade, autostrade) molte delle quali si sono aggiudicate importanti commesse negli ultimi anni e continuano, malgrado numerose difficoltà legate al ritardo nei pagamenti, a partecipare a nuove gare.
Anche il settore manifatturiero è diventato importante per i rapporti tra Italia e Romania, con risultati particolarmente rilevanti nei comparti dell’ automotive, della lavorazione dei metalli, della produzione di motori elettrici e turbine e degli impianti petroliferi ed energetici. Gli investimenti italiani nel settore industriale hanno fornito un contributo eccezionale alla crescita del Paese, in un primo momento soprattutto attraverso l’impegno di piccole e medie imprese (PMI), che hanno svolto un ruolo pionieristico, già venticinque anni fa, nell’avvicinarsi al nascente mercato romeno; in seguito, tramite l’interesse crescente di grandi gruppi industriali.
Inoltre, numerose sono le aziende italiane che hanno investito nel settore energetico in Romania, soprattutto in quello delle rinnovabili che ha attirato dal 2010 ad oggi investimenti da oltre 6 miliardi di euro.
Come Palazzo Italia attraverso servizi di consulenza ed assistenza agli imprenditori italiani – conclude Baldantoni – puntiamo anche sull’alimentare per favorire export e commercializzazione delle migliori produzioni di food e vino.
Apr 25