Accordo raggiunto tra i sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin e i commissari della Banca Popolare di Bari. “L’intesa, firmata oggi a Roma, è arrivata dopo diverse settimane di trattative e getta le basi per il salvataggio dell’istituto di credito pugliese” spiega una nota. Il testo sottoscritto prevede circa 650 esuberi (sul totale di 2.700 dipendenti) spalmati su un arco temporale di 10 anni anche con l’utilizzo delle norme per l’anticipo della pensione “Quota 100”. I pensionamenti e i prepensionamenti saranno gestiti solo su base volontaria. Esclusi licenziamenti ed esternalizzazioni
Abbiamo cercato di rappresentare al Ministro Gualtieri l’importanza della tutela degli azionisti, anche perché 70mila risparmiatori pugliesi sono la spina dorsale della nostra economia. Quindi è vero che è necessario salvare la banca, è vero che bisogna essere attenti alle questioni occupazionali, ma la cosa più importante è dare una prospettiva a questi 70mila azionisti” lo ha detto il presidente della Regione Puglia al termine della riunione che si è tenuta oggi a Roma, al Ministero dell’Economia e delle finanze sulla Banca Popolare di Bari.
“Ho avuto l’impressione – ha proseguito Emiliano – che il Governo sia molto attento al rapporto con le associazioni che rappresentano gli azionisti e che quindi ogni passo del piano definitivo di rilancio della Banca Popolare di Bari in qualche maniera venga presentato alle associazioni. Noi ovviamente allo stesso modo valuteremo la proposta che però mi è parsa non solo interessante ma probabilmente anche l’unica possibilità reale perché fuori da questa proposta c’è il baratro, per la banca, per la Puglia e per l’economia di tantissime imprese. Viceversa, l’idea che la Banca Popolare possa in un tempo breve ridare valore alle proprie azioni e quindi riprendersi, vuol dire che noi continueremo ad avere un interlocutore economico fondamentale per aziende ancora esistenti ma anche per quelle che nasceranno, altrimenti rimarranno solamente le banche o di altri Paesi o l’unica banca italiana rimasta, il che vuol dire poca sensibilità alle nostre esigenze. Ecco perché sono due anni e mezzo che la Regione Puglia con le unghie e con i denti sta difendendo gli azionisti di questa banca”.
“La Regione Puglia è disponibile ad entrare nel capitale della Banca Popolare di Bari” ha aggiunto il presidente Emiliano.
“Questo – ha continuato – non è un piano di salvataggio, questo è un piano di rilancio. Questa banca deve ricominciare a svolgere il ruolo che ha sempre svolto, ridando nel più breve tempo possibile valore alle azioni, soprattutto mantenendo in società tutti i soci che in questo momento stanno vedendo le loro azioni pregiudicate. Perché rimanendo soci si avrà non solo la possibilità a condizioni di particolare favore di ottenere tutti i servizi bancari e i mutui che sono necessari, ma in generale riavviare una solidarietà tra i 70mila risparmiatori e la banca che verrà in questo modo rilanciata, che consentirà a ciascuno di attutire il danno oggettivo che si è verificato a causa di quello che è accaduto”.