Bando Arpab per assunzione 30 unità, Fp Cgil Potenza: “Criticità da risolvere”. Di seguito la nota integrale.
Per garantire la continuità dell’attività dell’ARPAB è stato pubblicato, in questi giorni, un bando per soli titoli per l’assunzione di trenta unità. Pur volendo condividere la scelta di una forma di reclutamento che dovrebbe permette, in tempi brevi, l’immissione in servizio, come FP Cgil abbiamo rilevato diverse criticità relativamente ai suoi contenuti che non appaiono del tutto coerenti con la finalità perseguita.
In primis, i punteggi attribuiti ai titoli di studio perché non sono stati tenuti in considerazione alcuni titoli facilmente documentabili e certificabili come master, dottorati, non è stato previsto un punteggio per l’abilitazione alla professione, tra l’altro richiesta per alcuni profili messi a bando, alcuni i punteggi non presentano un’equa differenziazione tra i due tipi di laurea (triennale e magistrale).
Per quanto riguarda, invece, i titoli di carriera abbiamo rilevato l’ambigua presenza di un punteggio per attività svolta nel privato e da libero professionista, entrambe non previste dalla normativa di riferimento e difficilmente valutabili, e l’esiguità del punteggio attribuito a chi invece ha svolto attività presso PA, afferenti al sistema SNPA, che, con soli quattro anni, raggiunge il punteggio massimo possibile, rendendo così meno rilevante l’esperienza acquisita.
Il bando, inoltre, fa riferimento per quanto attiene ai titoli preferenziali a una norma, a nostro avviso, superata e non rispondente al settore di riferimento.
Se l’obiettivo era quello di dotarsi velocemente di personale che fosse in grado, in tempi brevi, di garantire la continuità dell’attività dell’agenzia che, lo ricordiamo, ha un’importante mission aziendale perché si occupa di monitoraggio e al controllo dei fattori di rischio per la protezione ambientale, crediamo francamente che con questo bando non possa essere raggiunto.
Abbiamo chiesto, come FP Cgil, all’ARPAB di sospendere l’avviso e di rivedere i criteri perché, con quelli individuati, difficilmente si raggiungerà lo scopo mettendo a rischio non solo le attività istituzionali svolte dall’agenzia, ma anche la salute dei lucani.