Bando asili nido aziendali Regione, ospedale San Carlo e Università, Fp Cgil Potenza: “Il costo non tiene conto delle spese per il protocollo anti Covid. A rischio la sicurezza dei lavoratori. Regione Basilicata apporti correttivi o ritiri il bando”. Di seguito la nota integrale.
Assistiamo ancora una volta all’ennesimo bando di gara che non tutela i lavoratori nel settore dei servizi in Basilicata. Parliamo tra l’altro di un servizio all’infanzia che, se da una parte lancia un segnale importante nell’ambito della conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dall’altro rischia di compromettere tutta l’efficienza del servizio stesso a causa di una procedura di gara che non tutela né lavoratori né utenti.
Parliamo della gara a procedura aperta per l’affidamento del servizio in concessione dell’asilo nido aziendale negli edifici di proprietà della Regione Basilicata, dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza e dell’Università degli studi della Basilicata.
Tra numero di addetti richiesto, costo dei materiali di consumo (pannolini, carta monouso, detergenti, prodotti per la pulizia) e dell’arredamento della struttura, con mobilio, giochi e materiale didattico a norma e corrispondenza di un canone di aggiudicazione pari a 3.900 euro all’anno per le tre strutture, il costo del servizio per ogni bambino si aggira intorno ai 475 euro. Ciò comporterebbe, nel caso ottimale di frequenza di 30 bambini tutti i giorni di apertura dell’asilo, un costo mensile pari a 14.250 euro. Con l’aggravante che il bando, pubblicato un anno fa, non tiene conto dei costi derivanti dall’acquisto dei dispositivi di protezione individuale e della sanificazione dei locali, tutte attività indispensabili per il rispetto dei protocolli anti Covid.
Una somma che ci pare assolutamente incongrua a garantire la sostenibilità del servizio, a discapito dei lavoratori, ai quali verrebbe così meno un salario adeguato, e delle stesse famiglie che dovrebbero usufruire di un servizio a costi spropositati rispetto alla media degli asili pubblici in Basilicata. A fronte di un costo del lavoro elevato, il rischio è di un ennesimo bando al massimo ribasso con un taglio sul personale, che in questo caso corrisponde a educatori che svolgono un’importante funzione.
Per questo motivo riteniamo sia indispensabile da parte della Regione Basilicata un intervento in termini di risorse finanziarie da destinare allo specifico servizio e il ritiro del bando, al fine di favorire una più ampia partecipazione alla procedura di gara e consentire alle imprese concorrenti di formulare una proposta di gestione che sia aderente alle prestazioni capitolari e a tutela dei lavoratori.
Chiediamo inoltre che la Regione inserisca nel Pnrr risorse specifiche per i servizi 0-6 anni, sia in termini di dispositivi di sicurezza, garantendo le risorse necessarie per le mascherine ffp2 , in molti paesi d’Europa già utilizzati, sia investendo su educatori, insegnanti e personale ausiliario, perché i servizi educativi e scolastici sono beni comuni.