Il Bando approvato di recente dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore Michele Ottati, per il sostegno agli investimenti non produttivi–terreni forestali, rappresenta una misura importante in direzione dello sviluppo delle aree interne. E’ il giudizio del Csail (Comitato Sviluppo Aree Interne Lucane) affidato ad una nota del presidente Filippo Massaro.
Particolarmente efficace – aggiunge – è l’indicazione fortemente sostenuta dall’assessore Ottati per la realizzazione di investimenti selvicolturali volti a migliorare la fruizione pubblica delle aree forestali. Abbiamo sempre creduto nelle grandi potenzialità di sviluppo eco-compatibile delle aree interne che sono un ingentissimo serbatoio di aree agricole e forestali e di risorse idriche significative. Nello specifico della Val d’Agri, senza un programma di interventi per la creazione e sistemazione di sentieri, la realizzazione o ripristino di piazzole di soste, di aree picnic, di cartellonistica, di punti panoramici, la ristrutturazione di campeggi e rifugi forestali (liberamente accessibili al pubblico, non a pagamento, la realizzazione di cartellonistica e arredi per interventi didattici e divulgativi in bosco – afferma Massaro – non ci può essere alcun programma di sviluppo turistico all’interno del Parco Nazionale. Anche per questa ragione il contributo dell’Assessore regionale all’Agricoltura è doppiamente importante e costituisce un’opportunità per l’Ente Parco e i Comuni della Val d’Agri da non sprecare.
Il Bando inoltre nel riconoscere che gli investimenti realizzati, aventi finalità ambientali ed ecologiche, non comportano un ritorno economico per i proprietari gestori dei boschi, prevede contributi significativi per i privati in particolare pe la realizzazione e ripristino, all’interno dei rimboschimenti esistenti o nelle aree di neocolonizzazione, di opere di sistemazione idraulico-forestale, quali: muretti a secco, piccole opere di canalizzazione e regimazione delle acque, anche al fine della creazione di microambienti per la salvaguardia di specie rupestri; interventi di ricostituzione e miglioramento della vegetazione ripariale, volti all’aumento della stabilità degli argini, all’affermazione e/o diffusione delle specie ripariali autoctone; realizzazione e/o ripristino di stagni, laghetti e torbiere all’interno di superfici forestali. Dunque – conclude il presidente del Csail – un’occasione anche per i piccoli agricoltori alle prese con i problemi di gestione-manutenzione di modeste aree boscate”.