La Basilicata occupa il 184esimo posto nella classifica della dotazione infrastrutturale delle 270 regioni d’Europa e il penultimo posto per indice di accessibilità regionale su scala nazionale (38,7 punti rispetto ai 70,6 del Piemonte). Sono alcuni dei dati regionali più eclatanti che emergono dal Rapporto “Problemi e prospettive dei trasporti e della logistica in Italia” realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio in collaborazione con Isfort e presentato in occasione del primo Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.
L’analisi dell’accessibilità dei territori che compongono il Paese – commenta Fausto De Mare, presidente Potenza di Confcommercio Imprese per l’Italia – può apparire un esercizio ardito e, allo stesso tempo, dagli esiti scontati. L’idea, ad esempio, che la dotazione di infrastrutture di trasporto delle regioni meridionali sia sostanzialmente inferiore rispetto a quella del resto d’Italia, oltre ad essere condivisa dagli addetti ai lavori, è anche diffusa tra l’opinione pubblica. Senza addentrarsi nella complessa questione se tale squilibrio sia la causa o l’effetto della minore crescita competitiva del Mezzogiorno, appare invece necessario riprendere il tema dell’accessibilità – intesa come indicatore che misura la facilità di raggiungere determinati territori utilizzando le dotazioni infrastrutturali esistenti -perché una maggiore accessibilità attiva e passiva del territorio meridionale potrebbe contribuire, se non ad annullare il gap, quanto meno a ridurne la dimensione. Migliori livelli di accessibilità consentirebbero una riduzione del costo del trasporto con alcuni rilevanti effetti non solo sulle singole imprese, ma anche sul livello di competitività del Mezzogiorno.
Secondo lo studio, sviluppo economico, ampliamento della rete infrastrutturale e potenziamento dei servizi di trasporto – si legge nella nota – sembrano seguire traiettorie separate, non sempre convergenti, e andamenti non equilibrati a causa di ritardi, di inefficienze e dell’assenza di una politica dei trasporti, ma soprattutto di una visione integrata tra politica economica in generale e politica della logistica e dei trasporti. La “questione logistica” nel nostro Paese non si limita al “gap infrastrutturale” né al malfunzionamento amministrativo e tecnologico delle infrastrutture stesse: c’è anche il problema dell’accessibilità multimodale dei territori, cioè la difficoltà di raggiungere i territori a costi competitivi. E’ un problema che ha un impatto diretto sulla crescita delle varie aree del Paese: in alcune province del Sud con indici di accessibilità pari alla metà di quelli delle migliori regioni, come accade da noi, si notano livelli di Pil e consumi pro capite pari a circa la metà delle aree più avanzate del Nord. Non può essere un caso. Ma la questione dell’accessibilità riguarda anche il grado di competenze e capacità digitali, perché secondo lo studio “la dimensione digitale è una condizione necessaria, anche se non sufficiente, per adeguare i servizi logistici alle sfide della globalizzazione”.
Si tratta – commenta De Mare – di individuare percorsi, iniziative e programmi per “riconnettere” la Basilicata al resto del Pese e dell’Europa indicando alcuni assi strategici intorno ai quali migliorare la capacità dell’offerta complessiva di trasporto (infrastrutture+servizi) grazie all’evoluzione digitale del settore e alla capacità di mettere a sistema gli esperimenti che su questo versante gli attori istituzionali e privati stanno sviluppando. Per le pmi è una corsa contro il tempo sempre più indispensabile da portare a termine per reggere la competitività dei mercati interno ed esteri.