“Ma il 227esimo posto della Regione Basilicata nella graduatoria delle Regioni dell’Unione Europea per indice di competitività, su 262 territori regionali, vale a dire un livello uguale a quello di Regioni dei Paesi Balcanici, non è forse l’ennesima spia della necessità di “allargare” il pensiero piccolo della Basilicata, del fallimento di un sistema di potere, e dell’esigenza di uomini nuovi per concepire una strategia al centro del Mezzogiorno per il bene comune?”. E’ il commento del segretario regionale UIL Carmine Vaccaro all’ultima statistica che viene da Bruxelles con le regioni del meridione d’Italia che occupano tutte le ultime posizioni della classifica (la Sicilia e’ al 235esimo; la Calabria e’ al 233esimo subito dietro alla Puglia e poco distante dalla Basilicata).
“E non potendo mettere in discussione i criteri socio-economici oggettivi scelti per determinare la classifica stilata tenendo conto di diversi fattori (istituzioni, stabilita’ macroeconomica, infrastrutture, sanita’ e istruzione di base), magari se ne possono aggiungere-contrapporre altri, è evidente – aggiunge – che l’idea di una regione aperta al centro del Mezzogiorno per proiettarsi sui mercati europei è sicuramente una delle pochissime risposte possibili, se non proprio l’unica, per riacquistare competitività. Di qui lo snodo per la politica lucana troppo avvitata su stessa e troppo presa dall’individuazione di nomi: se non vogliamo farci trovare impreparati rispetto ai nuovi appuntamenti, primo fra tutti la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, dobbiamo, adesso, – dice Vaccaro – tirare fuori le idee e le proposte per determinare le condizioni dell’apertura di una nuova stagione, che pure tutti dicono di volere, per costruire il disegno di buona Basilicata. E’ tutta qui la “malattia del coraggio” che dovrebbe contagiare chi ha a cuore il destino delle nostre comunità e propagarsi in tutta la regione. E allora se non parliamo di competitività dello stabilimento di Melfi della Fiat, quindi di nuovi modelli, di auto a basso impatto ambientale-basso consumo, di competitività della nostra agricoltura di qualità, delle potenzialità del turismo per competere con i mercati esteri persino in questa fase di “fuga” dei turisti dal Mar Rosso, di cosa vogliamo parlare? Io continuo a sostenere che anche grazie alle risorse energetiche, strumento fondamentale di competitività industriale e per piccole e medie imprese, la Basilicata ha un ruolo di regione aperta- incrocio nel Mezzogiorno che può guardare alla sponda mediterranea secondo i progetti di europartenariato con i Paesi del Nord Africa. Ecco le convenienze che dobbiamo creare per far sì che la Basilicata diventi attrattore di grandi investimenti e possa risalire la graduatoria della competitività. Le nostre tradizioni, la nostra identità vanno preservate, tutelate, sicuramente, ma da soli non possiamo farcela perché l’occupazione si crea con progetti che dobbiamo attrarre”.
Ago 25