CNA: sulla digitalizzazione compiuti passi in avanti, ma bisogna fare di più specie per i costi burocratici: un euro ogni dieci minuti
Quasi un imprenditore su due apprezza la svolta digitale della Pubblica Amministrazione. Lo rivela un sondaggio condotto dalla CNA tra un campione di circa 3mila imprese rappresentativo di artigiani e piccole imprese, che conferma il forte interesse del sistema produttivo per l’Agenda Digitale. Questa, a regime, potrebbe produrre benefici stimati in circa 70 miliardi di euro, di cui 25 a vantaggio delle imprese.
Non è un caso che nel corso del 2014 sia aumentato in maniera significativa anche il livello di digitalizzazione delle imprese italiane. Nel dettaglio, il 98,2% delle aziende dispone di una connessione Internet (+1,4% sul 2013), il 69,2% ha un sito web (+1,9%), il 31,8% utilizza un social network (con un balzo del 7,1%). La crescita dell’Ict all’interno delle imprese, insomma, si delinea come un elemento di contrasto alla crisi.
Non sempre, purtroppo, l’interfaccia burocrazia si mostra all’altezza della situazione anche se, secondo le Pmi, negli ultimi tempi la Pubblica Amministrazione ha fatto importanti passi in avanti. Si tratta di progressi significativi ma non ancora sufficienti a soddisfare le esigenze operative delle imprese che, giustamente, chiedono di più. Dal sondaggio della CNA emerge che il 3,9% degli interpellati è molto soddisfatto del livello di informatizzazione pubblico e il 43,5% ritiene possibile miglioramenti. Viceversa, il 53% lo giudica ancora inadeguato e difficilmente accessibile, come testimoniato dal numero ridotto di pratiche burocratiche effettuate on line. Infatti, in media, solo una piccola impresa su tre (il 29% circa della platea) riesce a sbrigare oltre la metà delle sue pratiche per via telematica. Colpa anche della struttura dei siti: a fronte del 59,1% che la ritiene buona o migliorabile, il 40,9% delle Pmi interpellate la giudica inadeguata. Eppure, il 41,8% delle imprese è convinto che una maggiore e migliore informatizzazione dell’amministrazione pubblica permetterebbe una sensibile riduzione dei costi operativi.
Renato Zaccagnino, neo presidente Cna di Potenza, in proposito rilancia il “decalogo” della Cna, dieci proposte per “liberare l’Italia, un obiettivo certo molto ambizioso, ma possibile”. Un obiettivo che punta a far risparmiare ai quattro milioni e mezzo di piccole imprese italiane una parte cospicua dei cinque miliardi di costi burocratici: un euro ogni dieci minuti, sei l’euro l’ora, 48 euro ogni giorno lavorativo, 11mila euro l’anno. Zaccagnino sottolinea come “appare inspiegabile che a tutte le imprese, anche quelle più piccole, vengano chiesti gli stessi adempimenti di imprese con centinaia di dipendenti. Questo fa nascere e crescere la sfiducia tra gli imprenditori”. Aggravata da casi limite, come la sicurezza sul lavoro: “Esistono otto diversi enti cui spetta il controllo e che sono legittimati ognuno a chiedere qualcosa”. Serve, insomma, è la richiesta avanzata dal Presidente della Cna, “un’Agenzia dedicata che elimini le duplicazioni e coordini le ispezioni, diminuendole per le imprese a basso rischio”. Infine, nessuno può pensare – precisa – di trasferire alcune funzioni svolte dal sistema camerale agli enti locali prima che questi si siano attrezzati adeguatamente. Lo sportello unico, nato nel ’97 e rimasto sulla carta, è l’esempio di come servizi disponibili in teoria poi, nella pratica quotidiana, non funzionano per niente”.