La battaglia contro il “balzello” sulla terra continua. Lo sostiene la Cia della Basilicata riferendo che con tre partecipati sit-in a Roma, presso i luoghi simbolo dell’attività parlamentare e governativa (la Camera dei Deputati, il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Politiche agricole), e migliaia di agricoltori provenienti da ogni parte d’Italia (una delegazione dalla Basilicata), si è conclusa la prima fase di mobilitazione sul territorio di Agrinsieme, coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari, diretta a sensibilizzare le forze politiche, le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare per la crescita e l’occupazione del Paese.
Per quanto riguarda la partita dell’Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare –si sottolinea in una nota di Agrinsieme-. Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro. Ma soprattutto è stato sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento, per questo occorre fermarsi subito”.
Al di là della questione Imu Agrinsieme ha quindi evidenziato tutta una serie di “priorità”: accelerare l’applicazione della riforma della PAC superando alcune recenti decisioni negative e non in linea con le aspettative delle imprese e garantire massima flessibilità e tolleranza per il non rispetto del “greening”; approvare rapidamente i PSR e partire quanto prima con i bandi; intervenire sui gap strutturali che minano la redditività agricola, inferiore al 2005; definire rapidamente le forme dell’organizzazione economica (le organizzazioni di prodotto e l’interprofessione); applicare le normative ambientali e sanitarie tenendo conto delle esigenze delle imprese, dei processi produttivi e della competitività; spingere con convinzione sulla diversificazione ed in particolare sulla produzione di energia da fonti rinnovabili; puntare sul “lavoro vero” in agricoltura (con misure specifiche per il settore e riducendo il cuneo fiscale); incentivare l’attività agricola come strumento di gestione del territorio per evitare il dissesto.
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari, infine, ha chiesto di intervenire sui mercati in crisi che subiscono i contraccolpi dovuti ai problemi produttivi, ma anche a quelli legati agli andamenti climatici, alle fitopatie, ai cali dei consumi ed all’export: ortofrutta, praticamente tutte le produzioni zootecniche, olio e vino. Ad avviso di Agrinsieme “occorre promuovere i consumi interni ed esteri, rinsaldare le filiere ‘dalla terra alla tavola’ e rilanciare l’aggregazione, come fattore di competitività e redditività”.
Manifestazione contro l’Imu agricola, nota di Agrinsieme – Confagricoltura Basilicata: “Il carico fiscale sulle imprese agricole triplicato in poco tempo. Non sono state sufficienti le risposte, l’onere è insostenibile! Siamo pronti a consegnare le chiavi delle aziende!!!”
Con tre partecipati sit-in a Roma, presso i luoghi simbolo dell’attività parlamentare e governativa (la Camera dei Deputati, il ministero dell’Economia e delle Finanze e quello delle Politiche agricole), con una nutrita presenza di Agricoltori lucani di Confagricoltura Basilicata, si è svolta ieri la mobilitazione sul territorio di Agrinsieme, diretta a sensibilizzare le forze politiche, le istituzioni, i media e l’opinione pubblica sul ruolo dell’agricoltura e dell’agroalimentare per la crescita e l’occupazione del Paese.
A margine della mobilitazione vi sono stati una serie di incontri con la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, con il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, il consigliere della presidente della Camera Carlo Leoni, con il presidente della Commissione Agricoltura di Montecitorio Luca Sani, i rappresentanti della Commissione Agricoltura, della Conferenza delle Regioni e del ministero dell’Economia e delle Finanze, a cui è stato consegnato un articolato documento con proposte e priorità del mondo agricolo.
“Per quanto riguarda la partita dell’ Imu agricola, se, come ha detto il ministro Martina, è aperta, noi la vogliamo giocare – dichiarano i vertici di Confagricoltura Basilicata – . Le misure tampone decise sono assolutamente insufficienti per lenire gli effetti di una tassazione che grava in maniera pesantissima sui fattori di produzione. Oltre tutto c’è stata una progressione che ha visto quasi triplicare il carico fiscale: la vecchia Ici era di 350 milioni di euro, oggi siamo a 900 milioni di euro. Ma soprattutto è stato sbagliato il modo con cui è stato fatto questo provvedimento, per questo occorre fermarsi subito”. “Bisogna assolutamente trovare al più presto una soluzione che rispetti il Comparto Agricolo, così come – continua Confagricoltura Basilicata – assolutamente va accelerata l’applicazione della riforma della PAC superando alcune recenti decisioni negative non in linea con le esigenze dell’agricoltura lucana e va sollecitato l’approvazione rapida dei PSR per far partire al più presto i bandi”.
“Ora aspettiamo che si convochi al più presto il Tavolo di Concertazione. Se sull’IMU non si cambia – conclude Confagricoltura Basilicata – siamo pronti a consegnare le chiavi delle aziende!”
PD Bernalda su Imu agricola
Il tema dell’IMU sui terreni agricoli è stato negl’ultimi giorni centrale e motivo di dure contestazioni da parte di svariate forze sociali. Purtroppo siamo costretti a constatare che l’amministrazione di Bernalda e Metaponto, in particolar modo l’Assessore Grippo, ha trattato la questione solo per cucirci sopra una propaganda che non ha né testa né coda. Concordiamo tutti che il provvedimento Nazionale ha giocato un brutto scherzo ai comuni e ai suoi cittadini, ma questa non può essere una scusa per chi naviga a vista credendo di amministrare. Ricordiamo tutti come durante l’incontro pubblico di Febbraio con l’assessore regionale Ottati, dopo le domande degli agricoltori presenti, proprio Grippo fu il primo a cadere dalle nuvole alla notizia dell’allora prima proroga di pagamento della stessa imposta. Reazione normale di chi, a differenza di tutti gli assessori al ramo dei comuni limitrofi, invece di prodigarsi per avviare il ricorso al TAR contro tale provvedimento ha attivato gli strumenti di riscossione dei crediti a spese dei cittadini. Policoro, Scanzano Jonico e Montalbano lottavano da tempo per i diritti dei più deboli, Bernalda assecondava le scelte nazionali che invece oggi fingono di contestare.
E’ pur vero che con l’amministrazione Chiruzzi partecipammo a fissare le aliquote al 7.6 e 10.6, ma all’epoca vigevano regole diversa che garantivano l’esenzione alle zone svantaggiate come parte del nostro territorio. Il Commissario prima e poi l’attuale amministrazione, con bilancio di previsione ad Agosto, equilibri a Settembre e assestamento a Novembre, hanno confermato tali aliquote alte, contrariamente ai suggerimenti delle forze di non maggioranza.
Invece di vantarsi di proroghe concessa a livello nazionale, l’Assesore Grippo potrebbe spiegarci il perché continua nei fatti a fuggire e ad ignorare il problema. Contestiamo tutto ciò perché da tempo i cittadini chiedono spiegazioni e noi stessi abbiamo presentato una interrogazione dove chiediamo: 1) come mai Bernalda è l’unico comune a non aver fatto ricorso al TAR; 2) come mai non si è proceduto ad abbassare le aliquote per tempo. Ad oggi abbiamo ricevuto ancora una volta solo silenzio come risposta.