LUCA BRAIA (CONSIGLIERE REGIONALE PD) SU MANOVRA DI ASSESTAMENTO: AGROBIOS ED EX COMUNITA’ MONTANE NEL MIRINO DELLA RIFORMA.
Ritengo sia doveroso fare una riflessione oculata sul riordino degli enti sub-regionali che, in fase di assestamento del bilancio regionale, hanno portato ai primi provvedimenti parzialmente risolutivi ma che disegnano una nuova logica di approccio agli asset umani e strumentali degli enti satelliti.
La fuoriuscita dai vecchi schemi, che continuerò a stimolare e sostenere con tenacia, vuol significare, sicuramente, per l’esecutivo regionale quello stampo nuovo di una politica nuova che “impatta” con i lumi della consapevolezza i radicali cambiamenti della società; ma le rivoluzioni – ce lo racconta la storia – foriere di riforme hanno i loro tempi ed i loro complessi processi da gestire con raziocinio. Del resto è il concetto di razionalizzazione la leva delle nostre scelte.
Il centro Metapontum Agrobios è in una fase di stallo da almeno 18 mesi, ha congiunturali difficoltà di bilancio, con la manovra correttiva vengono assegnati 2 milioni di euro per evitare un tragico fallimento; tecnicamente il bilancio dell’azienda viene assestato ma questo non poteva essere sufficiente, determinando un provvedimento dai contorni sterili e “palliativi”.
L’orientamento politico, di piu’ ampia veduta, che questa maggioranza ha voluto imprimere, ha portato all’approvazione di un articolato impegnativo e, ritengo, di grande valenza politica che deve gestire, ci auguriamo per l’ultima volta, una inevitabile transizione che dovrà definire una positiva soluzione di approdo o con una solida e strategica partnership industriale di livello internazionale, magari nel mondo degli idrocarburi, o dentro il sistema pubblico regionale come enti “in-house” a sostegno dell’operatività di Arpab ed Alsia; il tutto da attuare entro il termine del 30 Settembre 2012 nell’intento di impiegare al meglio le grandi professionalità tecniche e scientifiche disponibili, non disperdendo l’enorme patrimonio strumentale e di conoscenza sino ad oggi costruito con risorse economiche pubbliche e la fatica e la competenza degli operatori.
Diventa inevitabile però immaginare e pretendere che alla guida di questa “nave” che deve giungere sana e salva al suo positivo approdo ed in cui si dovrà riorganizzare e rimotivare il “suo qualificato equipaggio”, ridefinendone mission e capitalizzando al massimo quel know-how acquisito nel campo della ricerca, sia immediatamente chiamato un management tecnicamente preparato, autorevole, rappresentativo e soprattutto che si impegni a tempo pieno con il 100% del suo tempo.
Anche il capitale umano delle soppresse Comunità montane è stato attenzionato nella manovra di assestamento, venendo inserito in un processo di riqualificazione che vede coinvolti gli enti locali nel più vasto progetto delle Aree Programma.
Anche in questo caso viene definito un percorso-ponte, frutto di un inteso confronto con le OO.SS., che ridefinisce il ruolo del personale ex Comunità da impiegare in quell’associazionismo comunale che possa creare nuove opportunità di sviluppo per i territori lucani, già “orograficamente” divisi e che potranno razionalizzare l’erogazione dei servizi offerti, implementadoli con qualità e quantità (auspicando un rilancio che possa superare gli standard funzionali).
Ed anche in questo caso l’ente Regione accompagnerà la riorganizzazione trasferendo le debite risorse agli enti locali per un periodo di tempo (tre anni) che possa risultare utile e possa pure diventare l’abbrivio del cambiamento verso prestazioni performanti.
Luca Braia, consigliere regionale PD
FERNANDO MEGA (COORDINATORE FILCTEM CGIL DI BASILICATA) SULLA SCELTA DEL CONSIGLIO REGIONALE DI METTERE IN LIQUIDAZIONE IL CENTRO DI RICERCA METAPONTUM AGROBIOS.
Nella serata di giovedì 28 luglio 2011, in consiglio regionale di Basilicata, si e’ votato in maniera convinta e cosciente la “liquidazione” del centro ricerca Metapontum Agrobios.
Dopo 26 anni di attività, un centro ricerca con 60 “alte professionalità’”occupate, ritenuto da tutti all’avanguardia nei settori biotecnologici dell’agricoltura, nel settore di erogazioni di servizi di alta specializzazione del monitoraggio ambientale, nelle analisi di laboratorio effettuate avvalendosi di tecnologie all’avanguardia,viene ritenuto dalla Regione Basilicata non più nelle condizioni di continuare la sua preziosa opera a servizio del mondo scientifico e della collettività.
A me non sfugge la delicatezza della situazione venutasi a determinare dal disposto combinato di una serie di provvedimenti legislativi che hanno determinato una seria difficoltà di programmazione e di affidamento di commesse da parte del socio proprietario del centro, nelle fattispecie la Regione Basilicata, ma allo stesso tempo, non può sfuggirmi nemmeno l’inerzia, il pressapochismo, la mancanza assoluta di un confronto di merito da mesi e mesi richiesto dal sindacato e, sempre di fatto ignorato, le bugie dette su ipotesi fatte di sera che la mattina seguente venivano disattese, l’assoluta mancanza di volontà politica progettuale tesa ad individuare una soluzione “di continuità produttiva”.
Nei corridoi regionali si dice: “le abbiamo provate tutte”. Nella regione ultima in classifica ISTAT per i dati sulla povertà, dove la disoccupazione è un dramma con quella giovanile ed intellettuale ancora più drammatica ed insostenibile, ci si può permettere “l’insosteninile leggerezza” di liquidare un centro ricerca che occupa circa 60 addetti quasi tutti laureati, più una trentina di personale di indotto.
In una regione dove si estraggono circa 100.000 barili di petrolio al giorno e dove la politica in modo bipartisan ne programma il raddoppio in cambio delle solite promesse mediatiche di crescita e di sviluppo, puntualmente e drammaticamente smentite dai fatti, si continua a chiudere.
A me non sfugge il dato drammatico e insostenibile di tagli fatti dal governo nazionale, razzista e antimeridionalista, che stanno stritolando la tenuta sociale del sistema di welfare nazionale,drammaticamente sempre meno esigibile al Sud, ma, per onestà intellettuale, non può sfuggirmi neanche l’atteggiamento di una classe politica regionale che a mio avviso, sta sottovalutando la drammaticità e la portata della crisi e della disperazione che sta investendo sempre più larghe fasce di cittadini lucani. A volte presi da una sorte di impotenza e di disperazione la classe dirigente chiede anche a noi, cosa fare?
Io gli dico che innanzitutto dobbiamo tutti avere ben chiaro il dramma epocale che si sta vivendo, senza avere atteggiamenti di convenienza di parte,(a Roma si sostengono tesi, in Basilicata l’esatto contrario e viceversa). Poi dobbiamo “impadronirci” del nostro territorio e delle nostre risorse e subito dopo scambiarle con l’unica compensazione ambientale di cui il popolo lucano ha bisogno: IL LAVORO, quello vero, non quello mediatico.
E’ insopportabile che nel mentre vi è uno sfascio socio-economico nella nostra regione, si continuano ad estrarre risorse del nostro sottosuolo vitali per la bolletta energetica nazionale in cambio del solito secolare atteggiamento di filantropia riservato dalla classe politica al popolo meridionale; non si riesce a trovare una soluzione per il centro ricerca Metapontum Agrobios; non si riescono a trovare i fondi per garantire a “tutta questa grande massa di cittadini e di famiglie lucane disperate” uno straccio di ammortizzatori in deroga. Gli uffici postali lucani,sono assaliti dalle code per avere lo sconto sulla carta carburanti (90 euro anno per i patentati lucani). Questa è la misera filantropia!!!!
Poi, sui giornali si leggono solo slogan; rilancio delle infrastrutture, rilancio dell’apparato industriale, rilancio dei servizi e così via sempre in maniera più mirabolante. A consuntivo tutto ciò si traduce solo nel rilancio di una antica e consolidata miseria.
Non abbiamo treni degni di tale nome; abbiamo un sistema viario prossimo al terzo mondo; non abbiamo una concreta ipotesi reale di politica industriale.
Nella nostra regione non c’è lavoro: i ricercatori dell’Agrobios, i G.E.L. (giovani eccellenze lucane laureati con 110 lode), gli operai della Valbasento, gli operai dei salottifici, i lavoratori agricoli, dell’edilizia, dell’indotto Fiat, sono tutti accomunati dalla disperazione del rischio di aver preso un tunnel senza ritorno. Un governo nazionale che passerà alla storia come il peggiore dell’Italia repubblicana portatore di sfascio economico,morale ed istituzionale; una classe politica locale avvitata su se stessa, inadeguata alle tante moderne sollecitazioni di problemi vecchi e nuovi ai quali vanno date risposte concrete e non chiacchiere.
Dalla vicenda Agrobios deve iniziare una lotta e una protesta vibrante che coinvolga tutto il mondo istituzionale e tutti i cittadini. Bisogna mettere il lavoro al centro del dibattito politico.
Io chiedo e dico: “Petrolio solo in cambio di lavoro”, in caso contrario la smettano di prenderci in giro con le schede carburante, lo sconto sul gas e amenità di questo genere. Il popolo lucano vuole lavoro, solo lavoro!! Niente lavoro, niente petrolio. La questione va posta al governo centrale con questi termini!
Le cose che si riescono a fare con le royalties sono importanti ma, non più sufficienti a garantire un minimo di esistenza dignitosa ai cittadini lucani.
A noi,tocca il compito misurato, civile ma determinato, di organizzare una protesta vibrante. Una Scanzano per il “lavoro”. La misura e’ ormai colma!
Fernando mega, coordinatore FILCTEM CGIL di Basilicata
VINCENZO SANTOCHIRICO, CONSIGLIERE REGIONALE PD: “SERIETA’ E RESPONSABILITA’ PER SALVARE E RILANCIARE METAPONTIM AGROBIOS”
Riportiamo l’intervento del consigliere regionale Vincenzo Santochirico nella seduta del Consiglio regionale del 28 luglio 2011.
Il tema si potrebbe affrontare o sul filo dell’ironia o su quello della serietà. Io sceglierò questo secondo, ma mi consentirete anche dire che è curioso che questo inizio di discussione su questo tema si presenti con qualche corso e ricorso, con qualche ripensamento, qualche riconversione e se non fosse stata la determinazione, io dico, di allora di molti di noi, e la determinazione che dobbiamo mettere anche oggi e che metteremo ancorai, probabilmente di Metapontum Agrobios non se ne sarebbero conservate le tracce nel passato e forse non ne ritroveremmo nemmeno nel futuro.
Io credo che dobbiamo affrontare questo tema con la consapevolezza di qual è la questione che abbiamo, che conosciamo bene e che tante volte abbiamo affrontato, evitando sia di accarezzare, di lisciare il pelo a qualche ansia, a qualche preoccupazione o a qualche manifestazione di opinione, sia anche quella di cercare in questa occasione di segnare qualche punto in più o in meno. E lo dobbiamo fare con grande responsabilità. Ho apprezzato l’intervento del presidente De Filippo, ma anche molto l’intervento del collega Falotico.
Se fosse vera la preoccupazione, che in qualche modo sottende alla proposta e l’emendamento di Benedetto, cioè se fosse vero che ci può essere il recondito timore che stiamo quasi adempiendo (a) o se stessimo recitando una farsa, quella di incensare un poco, dicendo: “Vediamo se riusciamo a fare qualche cosa perché abbiamo deciso di liquidare”, se questo fosse vero, o la mettiamo in atto ora questa ipotesi o fra sei mesi sostanzialmente non cambierebbe assolutamente niente, atteso che quella determinazione ci sarebbe già.
Se invece noi ci misuriamo un po’ seriamente su questo tema, e cerchiamo di capire come partiamo dalla situazione attuale, non da quella desiderata, e la situazione attuale è quella drammatica per cui non si prendono gli stipendi, drammatica perché abbiamo due milioni già accumulati fino al trenta giugno di perdita, drammatica perché dobbiamo inventarci letteralmente che cosa far fare, come finanziare per questi altri sei mesi per evitare questa situazione, drammatica, perché i limiti che abbiamo nella nostra finanza – e che questo assestamento purtroppo ci ha imposto anche con scelte dolorosissime che altrimenti non avremmo mai fatto -, se teniamo conto di tutto questo, noi dobbiamo precostituire un percorso nel quale siamo costretti tutti quanti, sin da oggi, ad assumerci responsabilità ed evitare che fra sei o sette o otto mesi tutti quanti recitiamo di nuovo il mea culpa o ricerchiamo responsabilità di non si sa chi, come, dove e quando.
Allora, mi chiedo, che cosa abbiamo fatto con questa operazione? Abbiamo lasciato fuori qualche tentativo? No, se ci fosse la volontà di liquidazione, quale migliore occasione di una società che finisce con un milione e otto, se ricordo bene, di perdite nel 2010 e ha due milioni di perdite già quest’anno, per liquidare? Condizioni forse peggiori di quelle che avevamo qualche anno fa, eppure oggi non solo abbiamo, con l’approvazione del bilancio della società ripianato le perdite, ma abbiamo anche scelto una strada non facile, perché reperire nel bilancio regionale, quando stiamo imponendo i ticket, due milioni di euro per ricapitalizzare non è una operazione semplice e indolore.
Dico questo perché la demagogia in questo momento non aiuta, non aiuta nessuno, non tanto non aiuta noi, io dico che non aiuta i lavoratori, non aiuta la società lucana, su cui si può discutere di tanto, ma non aiuta nessuno.
Noi abbiamo fatto una operazione di ricapitalizzazione perché questo consente intanto di sopravvivere; poi abbiamo fatto un’altra operazione, dicendo alla Giunta di adeguare lo Statuto per configurare una società in house, in modo che alcuni affidamenti si possano comunque fare e si evitino conseguenze che stiamo soffrendo, non sulla pelle degli altri, ma che abbiamo sofferto sulla pelle noi. E voglio aggiungere, non in astratto, non con i soldi degli altri, ma li abbiamo assunti consapevolmentee, come ricorderanno i colleghi, che dell’indagine della Corte dei Conti si parlava da tempo, anche quando abbiamo assunto la responsabilità di dare gli affidamenti e l’abbiamo fatto ancora una volta con tanto di responsabilità, non scommettendo sulle spalle degli altri ma sulle nostre.
L’abbiamo fatto perché ritenevamo che fosse giusto difendere quella struttura, cercare il modo per farla sopravvivere e rilanciarla.
Facciamo quindi la modifica dello Statuto per dare la possibilità si verificare le condizioni del rilancio. Diciamo: diamoci un tempo. Avevamo fissato un termine, l’abbiamo anche tolto per evitare che potesse sembrare, appunto, il gioco delle parti. Abbiamo stabilito di ridefinire gli obiettivi strategici, gli assetti, le attività, per dire: “Cerchiamo se vi sono le condizioni per poter rilanciare e conservare in autonomia questa struttura, conservare questa specificità, questo strumento”.
Ma al tempo stesso diciamo anche che se questi tentativi, che già abbiamo esperito tante volte e che purtroppo, per responsabilità o per impossibilità, non sono andati a buon fine, non dovessero trovare soluzioni e sbocchi soddisfacenti, precostituiamo sin da ora un paracadute, non solo in termini meramente assistenziali – voglio dirlo chiaramente -, ma proprio perché tutti quanti condividiamo che in quella struttura ci sono competenze, capacità, esperienze, patrimoni acquisiti di conoscenza e di competenza, facciamo in modo che rimangano a servizio del sistema regionale.
In particolare, facendoli convergere in due strutture (ALSIA e ARPAB) destinate a durare nel tempo, anche perché non legate a finanziamenti straordinari, a commesse esterne, a sovvenzioni rivenienti dai fondi comunitari, ma strutturalmente collegate al Bilancio regionale.
Diamo una sicurezza, duplice, ripeto: ai lavoratori, che hanno la prospettiva di una collocazione coerente con il loro Know professionale, ma anche alla nostra regione, che così potrebbe conservare capacità e competenze acquisite.
Io credo che stiamo facendo uno sforzo di responsabilità e di lungimiranza.
Aggiungo, Presidente, se ci sono preoccupazioni o timori : fughiamoli. Se i tentativi di rilancio di Metapontum Agrobios fallissero e si profilasse la eventualità, prevista con la norma che andiamo ad approvare, di mettere in liquidazione la società, facciamo precedere questa decisione da un’informativa (al) ed un dibattito in Consiglioin cui saranno esposte le ragioni e i percorsi, e potremo capire se abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare oppure se vi sono responsabilità.
Con questo passaggio consiliare evitiamo che ci sia un approdo definitivo alla tanto temuta messa in liquidazione senza un preventivo, trasparente e pubblico confronto.
Prima di concludere, voglio esplicitare fino in fondo una finalità della norma che andiamo ad approvare : facciamo questo – mi pare lo abbiamo detto già Falotico o qualcun altro, non vorrei ripetermi – perché in questo modo testiamo subito se il rimedio prospettato è perseguibile, entro un lasso di tempo breve, entro ottobre, sapremo già se questa possibilità che noi individuiamo, se questa soluzione residuale, non desiderata da noi ma forse possibile (la confluenza di mezzi e persone in enti pubblici regionali), può essere ammessa o non può essere ammessa.
Io credo che in questo momento stiamo facendo tutto per investire su Metapontum Agrobios; conservarla, potenziarla, rilanciarla, ma anche – ripeto – conservare questo patrimonio acquisito alla nostra Regione e non disperderlo.
Penso che lo facciamo in maniera responsabile, penso che lo facciamo in maniera chiara, in maniera dichiarata, penso che se acquisiamo tutto questo noi possiamo evitare – e concludo davvero – di dividerci (apparentemente) fra quelli che difendono e quelli che non difendono Metapontum Agrobios ( e la storia è ricca di esempi di chi apparentemente difendeva una causa ma è stato l’autore della disfatta, della distruzione o della compromissione di quella causa stessa).
Io credo che faremmo bene – e per questo rinnovo anche io l’invito al consigliere Benedetto – ad evitare che possa anche solo apparire che qui dentro siamo divisi.
Abbiamo la fortuna che anche le divisioni che ci furono un tempo, qualche anno fa, oggi non ci sono, per un ripensamento che io ritengo senz’altro positivo e di cui ha testimoniato Pagliuca.
Realizziamo anche simbolicamente stasera che tutti quanti stiamo nello stesso modo a fianco e a sostegno della Metapontum Agriobios senza distinguerci in distinzioni che non vi sono, che sono più apparenti che reali.
Vincenzo Santochirico, consigliere regionale PD
METAPONTUM AGROBIOS: BENEDETTO (IDV), LA MIA BATTAGLIA PER SCONGIURARE REALMENTE LA MESSA IN LIQUIDAZIONE
“Nessuna delega in bianco alla Giunta per la messa in liquidazione di Metapontum Agrobios e, al contrario, partendo dall’alleggerimento dell’attuale di CdA di ben 7 componenti, ripensare la missione affidata al Centro di eccellenza per la ricerca in agricoltura e rilanciarne l’attività. E’ questo e solo questo l’obiettivo dell’emendamento che ho presentato ieri in Consiglio Regionale all’art.23 del ddl della Giunta di Assestamento di Bilancio e che è stato bocciato”. A sostenerlo è il capogruppo di IdV Nicola Benedetto sottolineando che “è necessario, innanzitutto, sgombrare il campo dalle immancabili dietrologie e dalle interpretazioni forzate perché sia ammesso nel centrosinistra il diritto di critica e quindi di valutazioni difforme da quell e della Giunta. Purtroppo – aggiunge – tutta la pratica dell’Assestamento di bilancio, nonostante giornate di discussioni nelle Commissioni competenti ed in aula, si è risolta in un sì al “pacchetto” bello e pronto della Giunta che con l’alibi di coprire il buco della sanità ed evitare il commissariamento non ha lasciato margini di modifiche ed integrazioni agli alleati del centrosinistra. Del resto il Presidente è stato chiarissimo nella sua relazione: accetto qualsiasi proposta ma a variazione contabile zero. La prova più evidente è proprio la vicenda di Metapontum Agrobios per la quale – sottolinea Benedetto – si badi bene, scontata la necessità del ricorso alla ricapitalizzazione societaria (per 2 milioni di euro), non ho chiesto di spendere un euro in più di quello previsto ma semplicemente di cancellare dal famigerato articolo 23 la parola “liquidazione”. Da parte del Presidente il massimo di apertura che ho ricevuto è stato quello di consentire (bontà sua) nei prossimi mesi un dibattito in Consiglio Regionale, come se ignorassi che basta raccogliere otto firme di colleghi del Consiglio per ottenere l’iscrizione di qualsiasi argomento all’odg dell’assemblea consiliare. Dunque lo scopo della mia battaglia che, per alcuni aspetti, ha trovato il consenso del gruppo Pdl, a conferma che ci possono essere tesi condivise senza steccati ideologici – precisa ancora Benedetto – era finalizzato a non dare per scontata (magari a seguito dei rilievi mossi dalla Corte dei Conti che hanno spaventato più di qualcuno) la messa in liquidazione della società, di cui tutti i miei colleghi si sono riempiti la bocca del termine “fiore all’occhiello”, quanto piuttosto di sforzarsi realmente di individuare una soluzione in grado di garantire prosecuzione della ricerca e il mantenimento di oltre 50 posti di lavoro d’eccellenza. Una vicenda che testimonia come da parte del governo regionale si continui ad operare con il metodo dell’emergenza per affrontare l’emergenza (altra prova provata è la questione delle discariche dei rifiuti che non ha alcuna attinenza con l’Assestamento di bilancio fatta rientrare dalla “porta di servizio”) e che la programmazione e le cosiddette scelte coraggiose o che qualcuno preferisce chiamare riformiste sono sempre rinviate nel tempo. E chi la pensa diversamente è un eretico perché si rifiuta di schiacciare il bottone del voto indicato dal Presidente. Se è così posso dire di andarne fiero, convinto che il tempo e i fatti mi daranno ragione”.