“I risultati del rapporto Coldiretti-Censis “Crisi: vivere insieme, vivere meglio”, presentato questa mattina a Roma, con l’affermazione del cibo sempre più veicolo di socialità e di identificazione della tipicità dei territori, rafforzano le iniziative avviate da tempo per affermare la Basilicata quale terra della dieta mediterranea, grazie alla qualità, tipicità delle produzioni alimentari e alla tradizione enogastronomica”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Nicola Benedetto (IdV), per il quale “in tempi di crisi, come conferma il rapporto, l’agricoltura rappresenta il comparto che meglio di altri, specie del manifatturiero, riesce a “reggere” e persino a produrre valore aggiunto ed occupazione. E’ il caso del Metapontino con le sue produzioni di qualità, l’export alimentare, il lavoro per diverse migliaia di famiglie di agricoltori, per oltre 600 immigrati regolari, ai quali si aggiungono altre centinaia e centinaia di irregolari. Tra l’altro il lavoro nei campi avviene in un clima di sicurezza e tranquillità per le comunità locali anche grazie all’ottimo lavoro di controllo del territorio assicurato da una quarantina di uomini della Brigata di Metaponto della Guardia di Finanza e dai carabinieri della stazione di Metaponto, presidi essenziali per la tutela dell’ordine pubblico”.
Secondo Benedetto, “inoltre, il rapporto Censis-Coldiretti esalta il mangiare insieme che crea relazioni e valore economico, come è testimoniato anche in Basilicata, nella stagione estiva che sta per terminare, dal boom di sagre e grigliate all’aperto, dalla diffusa tendenza dei pranzi in agriturismo e in campagna. Nella vita quotidiana contano sempre di più le relazioni conviviali, che nascono dalla moltiplicazione delle attività che hanno al centro il cibo e il vino. Alle sagre partecipano regolarmente o saltuariamente 23,6 milioni di italiani, di cui, riferisce l’indagine, 5,3 milioni in modo assiduo. Si tratta di uno straordinario fenomeno culturale, oltre che economico, con un coinvolgimento trasversale rispetto alle classi di età, i ceti sociali, le aree geografiche di appartenenza.
La tipicità pertanto è il nuovo cemento delle comunità locali. La crescente omogeneità dei consumi globali non ha infatti scalfito la tipicità dei territori italiani, intesa come l’insieme di caratteri che distinguono un’area, connotandola agli occhi dei residenti e del mondo intero. Il 94% degli italiani ritiene che il territorio della regione in cui vive ha una sua tipicità che lo distingue dagli altri. La società si riposiziona partendo da se stessi. Il contrario di quello, come ha sottolineato efficacemente il presidente del Censis Giuseppe De Rita, che sta facendo Marchionne, dimenticandosi del luogo di origine della Fiat, Torino, per delocalizzare in Canada o in Brasile. La indagine dimostra dunque che gli italiani reagiscono alla crisi riscoprendo le proprie origini, andando alle sagre e riscoprendo alcune pratiche legate al cibo, coltivando la prossimità con il territorio e la famiglia.
Quella della valorizzazione dell’agricoltura di qualità e del mangiare lucano, come nel caso dell’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Potenza coinvolgendo i ristoratori e le associazioni di categoria – continua Benedetto – è una prospettiva di sviluppo su cui puntare soprattutto per incrementare il reddito degli agricoltori-produttori, completare la filiera agro-alimentare con la trasformazione dei prodotti in loco, accrescere l’occupazione diretta ed indotta. Sono questi, del resto, i motivi principali della mia proposta progettuale di realizzare la Filiera Territoriale Logistica della Fascia Ionico-Metapontina nella quale le produzioni agricole di alta qualità sono la punta di diamante”.
Set 19
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