Grande partecipazione alle Giornate del Lavoro della Cgil Basilicata – Un mondo nuovo, giunte alla decima edizione. Circa 10mila le presenza alla due giorni di partecipazione democratica e confronto tra Potenza l’8 settembre e Matera il 9 settembre, dove non sono mancati i momenti musicali con Arenaria Maqam nella città dei Sassi e Lo Stato Sociale nel capoluogo di regione, che ha affollato piazza Don Bosco, gremita di giovani. A Matera spazio a “Zes jonica interregionale Puglia e Basilicata – Un’opportunità strategica per lo sviluppo del territorio” e “Legalità, contrasto al caporalato e alla tratta degli esseri umani”, mentre a Potenza si è discusso di “Transizione ecologica, energetica e mobilità sostenibile” con le proposte della Cgil al prossimo governo insieme al segretario della Cgil nazionale Maurizio Landini.
“Le Giornate del Lavoro della Cgil sono importante momento di partecipazione dal basso per rimettere al centro delle iniziative politiche le proposte del sindacato per affrontare la crisi economica e sociale in atto e dare risposte ai lavoratori e alle lavoratrici, ai giovani, alle donne, ai pensionati e alle pensionate di questo paese. Lotta al precariato, riforma fiscale e investimenti in sanità pubblica, istruzione ed energie rinnovabili – afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa – sono le richieste avanzate dalla Cgil al governo che sarà eletto. In Basilicata chiediamo l’istituzione di un fondo regionale per la transizione ecologica, un Recovery Fund per sostenere i salari e i settori produttivi, così da salvaguardare l’occupazione e ammortizzare le conseguenze della perdita di posti di lavoro. Lo stesso fondo dovrebbe prevedere, inoltre, una dotazione finanziaria finalizzata a integrare la retribuzione della cassa integrazione e degli altri ammortizzatori sociali a copertura del 100% dello stipendio. Questa è una misura ancora più necessaria in questo periodo di crisi in cui in Italia, secondo i dati della Fondazione Di Vittorio, ci sono 9mila lavoratori poveri. Questo significa che chi lavora non riesce ad arrivare a fine mese ed è inaccettabile. Ma soprattutto – conclude Summa – bisogna che vengano utilizzati gli extraprofitti prodotti dalle compagnie petrolifere per sostenere le famiglie a basso reddito e le imprese”.