La Basilicata alla Bit di Milano, Vincenzo Maida, presidente del Centro Studi Jonico “Drus”: Quali risultati produce la partecipazione degli enti pubblici lucani alla Bit di Milano? Di seguito la nota integrale.
La partecipazione della Basilicata alla BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo), tramite l’APT, diversi comuni e le massime rappresentanze regionali, merita qualche riflessione.
La partecipazione alla BIT è stata annunciata con squilli di tromba, invece è stata ignorata, oppure è passata sotto silenzio, la notizia di tre giorni addietro di una indagine dell’ISTAT che ha evidenziato il caso della Basilicata come seconda regione per perdita di cittadini. Potenza perde quasi il 10 % ed è una delle nove province sulle 34 del Mezzogiorno (38 il totale), che presentano un calo della popolazione superiore alla media nazionale.
Dal 2011 la nostra regione ha perso circa 25.000 abitanti. Una cifra approssimativa per difetto, dal momento che sono tanti i lucani che, pur emigrando, per varie ragioni conservano la residenza nel loro luogo di origine.
Mentre nella fase post unitaria e negli anni Sessanta ad andare via verso le americhe prima e la Germania, la Svizzera e il Nord dell’Italia dopo erano soprattutto le braccia, oggi emigrano i cervelli e quindi il fenomeno è più grave perché ci impoverisce ancora di più e riduce le speranze di una rinascita.
Secondo i dati dell’AGENAS (agenzia nazionale sui servizi sanitari) un lucano su quattro va a curarsi fuori regione, spesso da professionisti lucani o meridionali e la spesa per la mobilità passiva ogni anno oscilla tra cinquanta e cento milioni di euro. Arriva a 300 milioni di euro in Calabria, l’unica regione messa peggio di noi. Va altresì aggiunto che la popolazione invecchia e non è necessario essere esperti per capire che questo fenomeno ha conseguenze negative per l’intera economia regionale. Scriveva Voltaire, che per conoscere lo stato di salute di una comunità, bisogna analizzare i suoi dati demografici che oggi sono problematici in tutta Italia, drammatici al Sud e tragici in Basilicata.
Oltre a questi dati negativi va aggiunto che si registra un aumento del lavoro precario che non incoraggia e facilita la creazione di nuovi nuclei familiari e la tranquillità di mettere al mondo altri bipedi.
Un crollo delle nascite si è registrato persino nel 2021, cioè quando dopo il lockdown duro del 2020, si presumeva un aumento, se non altro per motivi “logistici”. Interpellate, alcune coppie di giovani, hanno risposto che mettere al mondo un figlio ormai ha costi insostenibili per chi non ha la sicurezza di un reddito fisso.
Un ultimo elemento che va aggiunto, è quello relativo alla qualità della pubblica amministrazione in generale e ai servizi sanitari in particolare, dal momento che più del sessanta per cento della spesa regionale è assorbita da questo settore.
Tutto l’apparato pubblico, negli anni è stato costruito secondo logiche clientelari, avendo un unico obiettivo: la crescita e il consolidamento del consenso da parte di un sistema che è durato qualche decennio e che, dopo un’apparente eclissi, potrebbe riproporsi. Lo scandalo che ha investito il mondo sanitario in tema di assunzioni, è sola la punta di un iceberg. Merito, qualità, competenze, professionalità, preparazione sono state una variabile indipendente: se c’erano e quando c’erano, erano un di più non richiesto, contava l’appartenenza. È sufficiente farsi un giro per gli uffici pubblici per verificare quanto tale affermazione è tristemente vera. Non è un caso se negli ultimi tempi, spesso si è dovuto ricorrere a professionisti di fuori regione per la direzione di enti importanti.
La partecipazione alla BIT di Milano è un fatto positivo importante, ma non è il primo anno che vi partecipiamo.
Nel 2020 il presidente della Giunta Regionale Vito Bardi dichiarò che: “La Basilicata ha potenzialità inespresse e realtà poco note, che meritano di essere conosciute e apprezzate. Il turismo è lo strumento fondamentale per veicolare l’immagine della regione negli scenari nazionali e internazionali”.
Gli fece eco l’allora assessore Gianni Rosa: “Ho partecipato alla BIT nella convinzione che la Basilicata debba mettere in campo una politica di promozione del turismo, che sappia unire tutte le sue particolarità, a cominciare dalle bellezze culturali, fino all’agricoltura e ai parchi”.
Quest’anno abbiamo appreso, grazie alla lectio magistralis dell’illustre prof. Morelli, che: “La Basilicata è una terra che rigenera corpo e mente”. A patto, è stato aggiunto, che non si faccia una vacanza sedentaria. Trekking, natura, bicicletta possono avere un effetto benefico per la nostra salute. Forse ci saremmo arrivati a capirlo anche da soli.
Il 2019 è stato l’anno di Matera capitale europea della cultura. É stata un’esperienza senz’altro valida, con risultati eccellenti, che ha proiettato la città dei Sassi in una dimensione internazionale. Abbiamo fatto tesoro dell’eredità di Matera 2019, affinché non esaurisca i suoi effetti e anche degli errori commessi? Abbiamo la consapevolezza che non basta farsi conoscere, ma servono politiche strutturali per invertire la tendenza al decadimento e che nella migliore delle ipotesi il turismo mordi e fuggi serve a ben poco?
Per concludere, al di là dei proclami, per quest’anno e per gli anni precedenti di partecipazione alla BIT di Milano, che ovviamente ha dei costi, è possibile sapere, con dati concreti, cos’hanno prodotto tali partecipazioni? È stato mai fatto un bilancio post, un monitoraggio delle effettive ricadute? Speriamo di sbagliarci, ma non ci risulta.