Un budget a famiglia tra i 120 e i 160 euro per una spesa complessiva per acquisti di abbigliamento, calzature, hi-tech in provincia di Potenza tra 1,5 e 2 milioni di euro: sono le previsioni di Federmoda-Confcommercio Potenza per il black Friday, dunque più morigerato rispetto all’anno scorso (tra i 140 e i 180 euro la relativa previsione), e all’anno pre-Covid con (130-170 euro la previsione per il 2019). Si prevede in ogni caso un aumento di quanti rinunceranno al Black Friday e anche ai regali di Natale. Rispetto al 2021, aumenterà infatti di cinque punti la percentuale di coloro che non acquisteranno regali: il 17%, contro il 12% dello scorso anno. Si prevede una crescita di tre punti anche degli indecisi, al 38% contro il 34,9% del 2021.
“Il comparto moda, in tutti i suoi settori, abbigliamento, calzature, accessori – sottolinea Antonio Sorrentino, Federmoda-Confcommercio Potenza – avverte con sempre maggiore evidenza una fase negativa, conclamata dall’elevatissima percentuale di capi invernali ancora invenduti, sicuramente, ma non solo, a causa dell’anomalo clima mite che ha disincentivato l’acquisto. Si pensi che per la stagione autunno-inverno sinora si è venduto tra il 15-20% dei prodotti in vetrina e in magazzino. Con l’abbassamento delle temperature registrato in questo ultimo weekend e quindi un clima più consono al periodo dell’anno in cui ci troviamo, auspichiamo vivamente che finalmente gli acquisti vengano indirizzati verso i capi di stagione come cappotti, maglioni, piumini, calzature invernali ad oggi invenduti per la scelta di molte persone di posticipare i propri acquisti viste e considerate le temperature sin qui registrate”.
Per Federmoda il combinato disposto tra il clima e il fisiologico calo dei consumi – in calo nel settore moda del 12% e sempre più spostati sull’on-line – generato da un’inflazione galoppante arrivata all’11,9%, al caro-bollette e al caro-mutui, sta sfiancando l’intero comparto, alle prese ormai da anni con difficoltà sempre maggiori, costi in costante ascesa e margini sempre più risicati. A repentaglio c’è la sopravvivenza del canale retail così come finora inteso e apprezzato, con le inevitabili conseguenze non solo sui modelli di consumo, ma anche sulla vivacità e sulla sicurezza delle nostre città, che vedono sempre più vetrine spente e saracinesche abbassate.
“La crisi del settore è talmente grande, che per molti titolari di piccoli negozi di vicinato – aggiunge Sorrentino – sta diventando insostenibile. Quegli stessi negozi che animano i nostri centri urbani, oggi rischiano la chiusura ed inesorabilmente si prospetta la perdita di lavoro per i tanti occupati nel comparto. È auspicabile in tal senso e con una certa urgenza che vengano poste in essere misure strutturali per il settore a partire, ad esempio, dall’abbassamento dell’Iva – dice- E sempre dal punto di vista degli interventi strutturali, appaiono improcrastinabili nuovi regolamenti di pianificazione commerciale e di tutela del tessuto economico locale, così come servono interventi sulla disciplina dei saldi, che siano online o nei negozi fisici. Il Black Friday, per quanto rappresenti una opportunità per gli esercenti a incassi di liquidità e per i consumatori al risparmio, deve essere regolamentato, contingentato in un paio di giorni e non durare anche una settimana, affinché non si riveli invece un danno per il settore; ma il rischio che come ogni anno si palesa è lo spostamento del grosso dei volumi di vendita verso le piattaforme online, con una inevitabile riduzione dei margini dei tantissimi piccoli negozi di vicinato”. E conclude: “In pratica, siamo di fronte ad una distorsione, che può risultare gravissima, della concorrenza di mercato, che è da correggere per puntare ad una reale e leale concorrenza, che rispetti il pluralismo presente nel settore della moda e che contempli la semplicità dell’acquisto online, con il contrapposto valore aggiunto del supporto che solo il venditore fisico può dare”.