Carmine Vaccaro, segretario UIL Basilicata, in una nota sottolina che il blocco rinnovo contratti pubblico impiego è un errore madornale. Di seguito la nota integrale.
Per vincere la “sfida intelligente” che con il nono congresso regionale abbiamo lanciato sul futuro della Basilicata all’interno di un Mezzogiorno moderno ed efficiente anche sul fronte dei servizi ai cittadini, riteniamo che il nodo cruciale è il funzionamento della Pubblica Amministrazione, non solo nelle sue implicazioni economiche, ma anche socio culturali. Da questo punto di vista occorre partire dalla tesi di Gaetano Salvemini che al primo posto, tra i mali del Sud, poneva il malgoverno. Sollevando la questione del buongoverno, Salvemini rivolgeva la sua critica alla classe dirigente del Mezzogiorno, ma anche a quella del Nord che, a suo giudizio, avevano tutto l’interesse affinché il Sud fosse rappresentato politicamente ai livelli più bassi. Dai tempi di Salvemini la cose non sono certo migliorate per il Mezzogiorno e per questo riteniamo che continuare a pensare che si possa eternamente intervenire sul salario dei dipendenti pubblici e sul loro diritto al rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro sia un errore madornale che è destinato a ripercuotersi sullo sforzo di nuova efficienza della P.A. . Una ricetta improponibile sotto il profilo della giustizia sociale, ma anche inutile per la tenuta complessiva dei conti pubblici. Ci vuole tanto a capire che, se negli ultimi quattro anni, a fronte di un sensibile calo dei dipendenti e della spesa per personale e redditi da lavoro, la spesa pubblica aumenta, fino a sfuggire a ogni controllo, il problema non è determinato dal rinnovo o meno del contratto di lavoro?. Il governo Renzi vorrebbe incassare quei 16-17 miliardi di spending review, necessari per il prossimo anno, taglieggiando ancora una volta le retribuzioni dei pubblici dipendenti. Non si finga di dimenticare che le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono ferme al 1 gennaio 2009 e hanno determinato un sostanziale impoverimento del ceto medio di questo Paese. Se a questo si aggiungono le continue operazioni di distruzione della previdenza, con la riduzione degli assegni pensionistici piú bassi, la cosa diventa grottesca. Per questa ragione a conclusione dell’iter parlamentare del disegno di legge sulla pubblica Amministrazione, la UIL conferma il proprio giudizio critico. Questo progetto non raggiunge l’obiettivo di rendere la PA più efficiente e al servizio dei cittadini. Anzi, gli effetti di tale riforma rischiano di incidere negativamente sull’erogazione dei servizi pubblici proprio perché vi sono misure penalizzanti -come, ad esempio, la mobilità coatta e il dimensionamento – nei confronti dei lavoratori che vi sono preposti.
Ne deriveranno anche lo smantellamento della rete periferica pubblica, con il conseguente arretramento della presenza dello Stato sul territorio, e una nuova precarizzazione dei rapporti di lavoro. Se il Governo vuole salvare la Pubblica amministrazione, se si vogliono garantire ai cittadini e alle imprese servizi pubblici efficienti e funzionali alle loro esigenze, occorre valorizzare il lavoro dei pubblici dipendenti, a partire dal rinnovo dei loro contratti, con effetto dal 1°gennaio 2015. Senza contratto nessuna riforma potrà mai migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione”.
Ago 21