Bocciata l’ipotesi di rinnovo CCNL Legno-Arredamento settore industria nell’assemblea dei lavoratori Natuzzi che si è svolta il 7 novembre scorso. E’ quanto dichiara in una nota Cobas del Lavoro Privato. Di seguito la nota integrale.
Sabato 7 novembre 2020 le lavoratrici e i lavoratori della Natuzzi Spa hanno analizzato l’ipotesi di rinnovo CCNL Legno-Arredamento settore industria, congiuntamente ad esponenti dell’Esecutivo Nazionale di Cobas del Lavoro Privato (che ha convocato l’assemblea in videoconferenza) e alle Rsu aderenti alla stessa Organizzazione sindacale.
I lavoratori non considerano i contenuti dell’ipotesi d’intesa apprezzabili e congrui alle loro aspettative, in quanto:
gli aumenti retributivi sarebbero dovuti avvenire a partire da Aprile 2019, considerato che la vigenza del precedente Contratto nazionale è scaduta il 31 marzo 2019, ma si stabilisce l’aumento solo da Settembre 2020 (25 euro lordi al livello AE2). Tuttavia, ai lavoratori non viene concessa nessuna una tantum a fronte dei quasi 19 mesi di vacanza contrattuale;
i miglioramenti economici più significativi sembrano verificarsi per chi aderisce ad Arco, il fondo di previdenza integrativa di categoria. Infatti, è definito che da Gennaio 2022 il contributo a carico dell’impresa arriverà al 2,3% della retribuzione base del lavoratore, più 100 euro una tantum da versare nel 2021. Va però aggiunto che questo denaro non è un regalo che i datori concedono ai loro dipendenti, si tratta bensì di una redistribuzione degli utili che tutti i lavoratori del settore hanno determinato. Di conseguenza, giustizia vorrebbe che i non aderenti ad Arco percepissero in busta paga i soldi frutto del lavoro che hanno svolto, allo stesso modo di chi ha optato per l’adesione;
persiste la inopportuna e capziosa clausola della quota di servizio sindacale che i non iscritti a Fillea-Filca-Feneal verseranno a quest’ultimi con il trucchetto del silenzio-assenso. questo rinnovo sale addirittura a 35 euro.
I lavoratori, in virtù delle riflessioni su dette, esprimono parare negativo in merito all’ipotesi di rinnovo contrattuale e danno mandato a Cobas del Lavoro Privato di continuare la lotta affinché si arrivi all’approvazione di una legge sul salario minimo nazionale, l’indicizzazione delle retribuzioni all’aumento dell’inflazione e che non costringa, di fatto, i lavoratori ad aderire ai fondi di previdenza privata, pena la perdita di quanto spettante mensilmente.