La Fiva-Confcommercio ha proclamato lo stato di agitazione del comparto commercio ambulante per chiedere con forza di cancellare le disposizioni introdotte con la proroga dell’applicazione della direttiva Bolkestein al 31 dicembre 2020 e per arrivare subito, con il nuovo Parlamento, a una legge che valorizzi un settore fondamentale del commercio. L’ambulantato esprime in Italia 190mila imprese (di cui 1.100 in Basilicata, 700 nel Potentino e 400 nel Materano) e oltre 430mila addetti (di cui circa 2.600 lucani).
Per Fiva-Confcommercio “anziché mettere un punto definitivo sulla gestione della cosiddetta Bolkestein attuando i bandi e pensando all’interesse delle imprese che operano nei mercati, si è deciso di tornare indietro di quarant’anni quando, per fare l’ambulante, occorreva il visto di Pubblica sicurezza. Pensare alle imprese significa avere a conto l’interesse di oltre 20 milioni di consumatori che i mercati li frequentano. Lo ‘scellerato’ comma 1181 approvato con la legge di bilancio – spiega una nota – stravolge le certezze dei requisiti di professionalità stabiliti nella Conferenza Stato-Regioni e in leggi regionali”. “Insomma si è deciso, fatto gravissimo, di limitare la libertà d’impresa e di non tenere conto, nel rispetto delle regole europee, di chi è in regola nei mercati ambulanti e opera da anni. Sono a rischio migliaia di imprese e migliaia di posti di lavoro. A queste imprese bisogna ridare certezze”.
In sintesi la questione è questa: nel 2010 l’Italia ha recepito la cosiddetta direttiva Bolkestein che ha l’obiettivo di favorire la libera circolazione dei servizi e l’abbattimento delle barrire tra i vari Paesi. Per quando riguarda gli ambulanti, l’Europa prevede che siano messe a bando le concessioni in scadenza, che invece prima venivano rinnovate automaticamente. Per mettere una pezza ad una regolamentazione che rischiava di incrinare un settore il Governo negli anni ha organizzato alcuni escamotage: prima, nel 2012, dando la competenza della materia alle Regioni; poi, siamo allo scorso dicembre, prorogando l’applicazione della direttiva al 31 dicembre 2020, introducendo però una serie di norme e cavilli che, a detta degli ambulanti, li penalizzano. Molti di loro, fra due anni, rischiano, così dicono, di non poter più lavorare. Ed è proprio contro le ultime disposizioni, contenute nel comma 1181 dell’ultima Legge di bilancio, che i commercianti insorgono. Alcune Regioni sono riuscite a mettere in campo i bandi prima delle nuove disposizioni del governo.
«Abbiamo conquistato la concessione con il lavoro di una vita – è il parere diffuso tra gli esercenti lucani dell’ambulantato – non è giusto che in un colpo solo svanisca tutto”.