A causa della corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche e di un’inflazione che viaggia intorno all’8% secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, da qui ai primi sei mesi del 2023, sono a rischio circa un migliaio di imprese lucane del terziario di mercato (120mila a livello nazionale) con 2.600 posti di lavoro (370mila posti a livello nazionale). Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia.
Così in contemporanea con la conferenza stampa a Roma di dirigenti e rappresentanti nazionali di Confcommercio, ANCC-Coop, ANCD-Conad e Federdistribuzione, in Basilicata numerosi titolari di esercizi e alcuni dipendenti a sostegno hanno spento i contatori di energia, abbassato le saracinesche e manifestato esibendo all’ingresso le maxi-bollette da pagare. Una situazione di vera e propria emergenza che sta comprimendo i già bassi margini operativi di molte aziende del settore e che rischia di portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività.
Le richieste e le proposte delle imprese
Per contrastare questi effetti ed evitare il rischio chiusura delle imprese, Confcommercio, ANCC-Coop, ANCD-Conad e Federdistribuzione hanno condiviso una serie di proposte al Governo e al Parlamento da attuare con urgenza:
– incremento del credito d’imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno;
– ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022;
– incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica.
Va, inoltre, perseguita una maggiore inclusività della misura del credito di imposta rendendola accessibile anche ai soggetti esercenti attività di impresa, arti o professioni con potenza installata inferiore a 16,5 KW.
E’ inoltre necessario proseguire con gli strumenti già messi in campo dal Governo, esonerando gli utenti finali dal pagamento degli oneri generali di sistema, fintantoché la situazione internazionale non si sarà risolta e i prezzi dell’energia non saranno ritornati ai valori pre-crisi. Occorre, poi, favorire la realizzazione di audit energetici, semplificando le norme e garantendo, in ogni caso, la fase di controllo.
Un’attenzione particolare va prestata all’impatto deflagrante degli aumenti in corso sull’economia turistica colpita sia dal caro trasporti, che dall’incremento dei costi di esercizio che rischiano di azzerare gli effetti della ripresa in corso e in vista della stagione invernale sulla quale si sta puntando tutto.
Sul fronte dei carburanti, occorre agire prorogando ulteriormente la riduzione delle accise sui combustibili, nonché l’applicazione dell’IVA al 5% sul metano per autotrazione e potenziare ulteriormente le misure a sostegno di questo carburante. Vanno, inoltre, rafforzati gli specifici interventi varati in favore degli utilizzatori professionali del gasolio per autotrazione (trasporto pesante), che sostanzialmente non traggono alcun beneficio dal taglio dell’aliquota ordinaria dell’accisa.
Infine, in un contesto in cui si aggravano i rischi di crisi d’impresa, andrebbero riproposti gli interventi “emergenziali” in materia di sospensione temporanea dell’ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali ed immateriali e delle disposizioni in materia di riduzione del capitale per perdite e di riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
L’iniziativa nazionale “Abbassiamo le luci contro il caro bollette”
Il mondo del commercio chiede un intervento immediato contro il caro bollette, e oggi alle ore 12.00 i commercianti e i punti vendita delle aziende della distribuzione abbasseranno l’illuminazione per quindici minuti con l’obiettivo di sensibilizzare il Governo su questa situazione insostenibile.
Il decalogo delle azioni per il risparmio energetico dei punti vendita
Per contrastare più efficacemente i rincari delle bollette sono stati individuati alcuni principi generali per contenere i consumi e favorire il risparmio energetico dei punti vendita che ciascuna Organizzazione si impegna a promuovere tra i propri associati. Questi principi sono sintetizzati in un decalogo di azioni e comportamenti virtuosi:
1. Spegnere le insegne luminose e le apparecchiature non necessarie in concomitanza con gli orari di chiusura dell’attività commerciale;
2. Ridurre l’intensità luminosa del punto vendita e spegnere o ridurre in modo significativo l’illuminazione in ambienti poco frequentati;
3. Regolare la temperatura ambientale dell’attività commerciale (riscaldamento/raffrescamento) nell’ottica di contenere i consumi;
4. Interrompere la funzione di riciclo dell’aria nelle ore notturne;
5. Tenere chiuse le porte di ingresso per evitare dispersioni termiche in assenza di lame d’aria;
6. Ridurre la temperatura dell’acqua utilizzata all’interno dei locali;
7. Utilizzare in maniera efficiente l’energia elettrica ed il gas naturale per la cottura dei cibi, monitorando i relativi consumi energetici;
8. Utilizzare in modo efficiente le celle e i banchi frigoriferi, attraverso un corretto caricamento degli stessi, limitando le aperture allo stretto indispensabile e sensibilizzando anche la clientela a tal fine;
9. Utilizzare in modo efficiente gli elettrodomestici in dotazione all’attività commerciale;
10. Razionalizzare l’organizzazione del lavoro al di fuori degli orari di apertura al pubblico (pulizie, caricamento banchi, ecc.) al fine di ridurre i consumi energetici.