È dal 1997 che si parla della bonifica delle aree industriali di Tito e Valbasento; 17 anni di promesse e di illusioni che hanno alimentato aspettative di sviluppo e desideri di rilancio di un territorio – quello della Valbasento – troppo bistrattato.
Confapi Matera lancia l’ennesimo allarme sul rischio di perdere i finanziamenti per la bonifica delle due aree; 46 milioni di euro per 10 interventi, di cui 6 in Valbasento e 4 a Tito e con la data di scadenza posta al 31 dicembre 2014 per assumere obbligazioni giuridicamente vincolanti. Finora è stato emanato un solo bando di gara (che tra l’altro scade oggi) e null’altro. Serve un crono-programma preciso, ma soprattutto occorre che venga rispettato.
Di proroga in proroga siamo quasi arrivati alla scadenza di fine anno e, a parte il bando per la bonifica del sito ex Materit, non c’è traccia degli altri interventi previsti. Con il risultato di tenere bloccato lo sviluppo imprenditoriale in quelle aree.
Quello dei siti inquinati, inoltre, non riguarda solo le due aree industriali ma è un problema più ampio, come dimostra lo sciopero della fame attuato dal segretario dei Radicali, Bolognetti, che chiede il censimento di tutte le aree inquinate della regione.
La mancata conoscenza delle aree inquinate costituisce un vincolo allo sviluppo al pari della mancata bonifica dei siti di Tito e Valbasento; infatti senza un accurato censimento non si possono mettere in campo gli strumenti necessari per il risanamento.
Sono anni, infine, che le popolazioni e i lavoratori della Valbasento e di Tito chiedono garanzie sulla salvaguardia del diritto alla salute, costituzionalmente garantito ma nei fatti ignorato.
La gestione fallimentare della vicenda della Valbasento è emblematica delle tante occasioni perdute in questa regione, dovute agli enormi ritardi sia della politica che della burocrazia.