Bonifica Sin; Dip. Ambiente: massima trasparenza e partecipazione. Anche per le procedure di affidamento dei lavori sono garantiti i principi di trasparenza e libera concorrenza.
Il Dipartimento Ambiente non mancherà di rendere note tutte le informazioni utili ad assicurare la massima trasparenza anche per le procedure di affidamento per l’esecuzione dei lavori di bonifica, così come è stato fatto per tutte le fasi del lungo e articolato percorso per la bonifica dei Sin.
Lo ha assicurato lo stesso Dipartimento, rispondendo alle sollecitazioni espresse dalla Confederazione della piccola e media industria privata (Confapi) di Matera.
I principi di libera concorrenza, parità di trattamento, non discriminazione e trasparenza sono ben noti al Dipartimento Ambiente che ha da tempo intrapreso iniziative volte a garantire la massima partecipazione competitiva assicurando la trasparenza e la leale concorrenza tra le aziende presenti sul mercato europeo.
Il Dipartimento, accogliendo con favore l’attenzione espressa da Confapi, auspica infatti che le procedure di evidenza pubblica possano attrarre “l’interesse delle aziende iscritte all’associazione materana e di tutte quelle, anche di diversa provenienza, che possano mettere esperienza e competenza al servizio del territorio lucano”.
Pur non costituendo un obbligo di legge si è già proceduto alla pubblicazione dell’avviso di preinformazione per l’intervento di bonifica del sito ex Materit di Ferrandina. L’intento è quello di bonificare i siti lucani di interesse nazionale al più presto, con la massima partecipazione e in assoluta trasparenza.
Il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito, esprime preoccupazione relativamente al rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori di bonifica delle aree industriali di Tito e Valbasento ed invoca l’adozione di procedure di gara che garantiscano massima trasparenza e par condicio.
Tra gli interventi in Valbasento è stato inserito il “completamento della caratterizzazione delle acque superficiali e dei sedimenti dell’asta fluviale del fiume Basento, completamento della progettazione del MISE e bonifica delle acque superficiali e dei sedimenti dell’ asta fluviale del fiume Basento”, per l’importo a base d’asta di € 1.000.000,00.
Questo piano di caratterizzazione completa la banca dati delle precedenti caratterizzazioni i cui risultati, complessivamente, costituiscono la base per la progettazione dell’ intervento di “ Completamento della messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda delle sole aree di competenza pubblica” con importo a base d’asta di € 10.800.000,00.
Pertanto, solo dopo aver acquisito le informazioni del piano di caratterizzazione, prima indicato, potranno essere resi disponibili i dati per l’intervento di bonifica.
La mancata conoscenza di questi dati potrebbe inficiare la corretta progettazione degli interventi, pertanto l’appalto da 10.800.000 € non potrà essere espletato prima della ultimazione dell’appalto della caratterizzazione da 1.000.000 €.
Se l’intervento di caratterizzazione fosse espletato con il sistema dell’appalto integrato, i tempi si potrebbero pericolosamente allungare, per la necessaria redazione della progettazione definitiva, le procedure di aggiudicazione, la redazione del progetto esecutivo, la realizzazione dei lavori di caratterizzazione e la successiva validazione dei risultati, senza trascurare il rischio che potenziali ricorsi potrebbero bloccare tutto il procedimento amministrativo.
E’ evidente, quindi, che l’appalto integrato della bonifica potrà partire solo dopo la pubblicazione dei risultati acquisiti con il piano di caratterizzazione, con gli ulteriori tempi necessari per la redazione del progetto definitivo, l’aggiudicazione, la redazione del progetto esecutivo e sempre con il rischio di eventuali ricorsi amministrativi che metterebbero a rischio l’appalto stesso.
Confapi Matera, al fine di scongiurare i rischi citati, propone di affidare all’ISPRA, già incaricata dalla Regione di redigere i progetti preliminari, anche la progettazione definitiva di tutti gli interventi finanziati, in modo da procedere all’appalto con l’onere, a carico dell’affidatario, della progettazione esecutiva e l’esecuzione di lavori sulla base del progetto definitivo dell’amministrazione aggiudicatrice (art. 53 comma 2 lett b del D Lvo 163/06).
Questo sistema di aggiudicazione, che non presenta alcuna discrezionalità, ridurrebbe considerevolmente il rischio di ricorsi amministrativi e limiterebbe sensibilmente i tempi di appalto ed esecuzione dei lavori.
Nel caso in cui, nonostante le valutazioni sin qui esplicitate, si voglia ricorrere alle procedure dell’appalto integrato, si evidenzia la necessità che siano messe a disposizione dei concorrenti tutte le banche dati degli elementi inquinanti rilevati, su ambiti pubblici e privati, complete di tutti gli elementi acquisiti dalla caratterizzazione di cui in precedenza, oltre a quelli provenienti da tutte le altre campagne di caratterizzazione che storicamente sono state eseguite nelle aree due industriali.
Saremo vigili per scongiurare rischi di premialità, in sede di gara, a vantaggio di proposte con dati provenienti da campagne di caratterizzazione integrative rispetto ai dati messi a disposizione, di tutti i concorrenti, dalla Stazione Appaltante.
Le imprese sono pronte a competere ad armi pari, purché tutti conoscano i dati di partenza. Chiediamo, conclude il presidente Acito, che sia garantita la par condicio al fine di scongiurare il rischio di ricorsi amministrativi e perdita dei finanziamenti, con conseguente grave pregiudizio per la salute delle popolazioni e per il rilancio delle aree industriali.