Con una lettera inviata da Confimi Industria Edilizia, Federcepicostruzioni, FederTerziario e Finco al MInistro Orlando si chiede un incontro urgente al Ministro del Lavoro per la questione che riguarda i bonus edilizi e il CCNL.
Di seguito la nota integrale.
Si allarga la protesta per il vincolo dell’applicazione del CCNL del settore edile per l’accesso ai bonus edilizi, stabilito dal D.L. 13/2022 per i lavori di importo superiore a 70 mila euro. Dopo la presa di posizione del sindacato UGL, quattro sigle rappresentative del mondo delle costruzioni – Confimi Industria Edilizia, Federcepicostruzioni, FederTerziario e Finco – hanno scritto una lettera congiunta al Ministro del Lavoro Orlando per chiedere un incontro urgente sulla questione-
Secondo i sottoscrittori della lettera, il provvedimento in questione “configura, sotto diversi profili, una gravissima asimmetria di trattamento tra i soggetti interessati alla vicenda”. L’applicazione, di fatto, di un unico contratto collettivo si traduce infatti in una “indebita limitazione della libertà sindacale e contrattuale”, che nulla ha a che vedere con la lotta contro i cosiddetti “contratti pirata”. Né con il contrasto agli infortuni sul lavoro, tema che “necessita di provvedimenti, non certo del tutto discriminatori come quello di cui trattasi, che colgano il vero nodo che è costituito dalla qualificazione delle imprese (e, nelle opere pubbliche, delle Stazioni Appaltanti).”
Non possiamo non rilevare inoltre una assoluta schizofrenia per quanto riguarda la prevenzione sia della sinistrosità che del malaffare: da un lato infatti si richiede l’applicazione del “Contratto Unico” (e nel settore pubblico si è giunti alla aberrazione – da esaminare sotto il profilo costituzionale – di affidare alle Stazioni appaltanti la scelta del Contratto Collettivo di Lavoro da applicare da parte delle imprese esecutrici dei lavori in ambito PNRR); dall’altro, si consente che una stessa impresa possa aggiudicarsi un appalto e poi subappaltarne l’esecuzione al 100 per cento, senza neanche curarsi più di rispettare il massimo ribasso del 20% tra appalto e subappalto, con buona pace della sicurezza e della qualità delle opere.
Le quattro sigle contestano anche le modalità con cui è stata assunta la decisione, ascoltando soltanto “le parti sociali direttamente interessate al Contratto Unico di cui trattasi”. Per questo chiedono al Ministro un incontro urgente.