Come da tradizione il Centro di selezione di Laurenzana ha ospitato oltre 200 allevatori, giunti da tutto il Sud Italia, in occasione dell’asta degli arieti di razza Merinizzata Italiana, ma con una novità: per l’occasione sono stati venduti anche soggetti di razza Gentile di Puglia, sottoposta a piani di conservazione. Ad organizzare l’evento, giunto alla 43esima edizione, l’Associazione nazionale della Pastorizia (Asso.Na.Pa.) e Associazione regionale allevatori di Basilicata. “L’ovinicoltura italiana, vanta di un comparto d’eccellenza forse poco conosciuto: quello della carne. Per questo, tra le Associazioni e gli allevatori stessi – spiega Silverio Grande, direttore Asso.Na.Pa – c’è la volontà di diffondere e sostenere il patrimonio di biodiversità degli ovini ad attitudine carne, nei territori della dorsale appenninica del Centro-Sud Italia. Nonostante le attuali difficoltà economiche, causate dai rincari di energia e materie prime, che il settore agro-zootecnico sta affrontando, il mondo della zootecnia non molla la presa e si fa avanti con ogni mezzo a disposizione per poter rilanciare il settore zootecnico, in questo caso quello ovino. Il grande lavoro e la passione che lega allevatori e associazioni, sono i punti di forza di una zootecnia italiana preziosa per questo Paese”. Anche quest’anno l’asta ha visto un’adesione massiccia di allevatori consapevoli di partecipare al rilancio di forme di allevamento sostenibili ed integrate con i rispettivi territori. “Le iniziative come l’asta Arieti, di carattere più strettamente economico – aggiunge Grande – rappresentano un valido strumento per valorizzare e supportare gli allevatori nella selezione genetica dei loro animali”. Gli arieti messi all’asta sono stati 41, di cui 33 di razza Merinizzata Italiana e 8 Gentile di Puglia. Entrambe rappresentano un presidio del territorio italiano da difendere e valorizzare – conclude il direttore di Asso.Na.Pa – e la selezione ha lo scopo di ottenere soggetti omogenei con ottime performance produttive e riproduttive in modo da rendere efficiente l’allevamento in termini qualitativi ed economici”. I 41 capi selezionati provenivano da allevamenti del Lazio, Molise, Abruzzo, Puglia e Basilicata, che hanno concluso il ciclo di performance test. La migliore offerta ha riguardato due arieti, uno di un allevamento di Maschito, nel potentino, ed uno di Pescara, ed è stata del valore di 2 mila euro. I due animali sono finiti in due allevamenti abruzzesi. “L’asta degli arieti è l’iniziativa più importante che si realizza in Basilicata perché ha un carattere nazionale – evidenzia il direttore dell’Ara Basilicata, Franco Carbone – e poi perché vi partecipano diverse regioni tra quelle tradizionalmente vocate all’allevamento degli ovicaprini. Quelle presentate a Laurenzana sono due razze esempio di biodiversità legata al territorio e la Gentile di Puglia, in modo particolare, è una di quelle razze in via d’estinzione. Il lavoro che si sta facendo al Centro genetico di Laurenzana va verso la qualità ed il miglioramento degli allevamenti e ciò potrà aiutarci anche a garantire il benessere animale, perché un animale sano è un animale geneticamente di qualità che porta ad allevamenti migliori”. Soddisfazione per la riuscita dell’asta è stata espressa dal presidente dell’Ara Basilicata, Palmino Ferramosca. “L’asta ha avuto anche una buona partecipazione con cifre importanti, ciò vuol dire che gli allevatori ancora credono nel miglioramento genetico. Il nostro auspicio è che tutta questa attività possa avere anche un riscontro oggettivo e risposte adeguate da parte dei nuovi regolamenti comunitari e soprattutto dall’applicazione del nuovo Psr a partire dal prossimo anno; un primo segnale c’è già stato c’è un bando recente della Regione Basilicata che finanzia e sostiene le razze iscritte al libro genealogico e rappresentanti di razze in via d’estinzione, tra le quali la Gentile di Puglia”.
Mar 02