Il percorso per la realizzazione del Borgo Albergo a Marsiconuovo, il primo in Basilicata per modello di community di persone, è stato tracciato. In Municipio a discutere con il prof. Ermanno Bonomi, sociologo del turismo, già direttore Apt di Firenze e Pisa e dirigente turismo Regione Toscana, il vice sindaco Gelsomina Salsano, il presidente del Cat-Confesercenti Prospero Cassino (moderatore Arturo Giglio, segretario del Centro Studi Turistici Thalia), i marsicani hanno mostrato di accettare la sfida, di condividere l’impostazione del progetto che è cominciato con il bando del Comune per contributi finalizzati alla ristrutturazione di case (in totale 700 mila euro) anche se non sono mancate legittime perplessità. Su tutte due domande girate all’esperto della nuova frontiera dell’ospitalità turistica: perché un turista dovrebbe venire a Marsico e chi si occuperà della fase di gestione del Borgo Albergo. Bonomi con alle spalle decine di esperienze simili è stato esauriente. Intanto – ha detto – è apprezzabile il percorso individuato dall’Amministrazione Comunale con un contributo che in percentuale non trova casi analoghi in Italia. L’attrazione – ha aggiunto – è nell’originalità della formula di ospitalità, vale a dire non camere di comuni alberghi, ma la stanza di casa con la prima colazione tipica e prodotti locali come per la ristorazione e naturalmente una vasta gamma di possibilità di trascorrere le giornate a partire dal Parco, primo grande attrattore, sino alle visite guidate al patrimonio artistico-religioso e storico, ad itinerari nel comprensorio e persino con una tappa ai Sassi di Matera. La stanza a Marsico per quel target di turista consapevole e curioso che non ama le soluzioni di massa diventa il punto di partenza per una vacanza che riscopra il territorio e il valore delle persone. Un progetto non da “tutto e subito”, che richiede stadi e – ha messo in guardia Bonomi – la realizzazione di una filiera nella quale tutta la comunità locale deve ritrovarsi. In sostanza – ha affermato l’esperto – sono le stesse perplessità che ho trovato nella gente degli altri Borghi Albergo realizzati in Toscana, in Emilia e in Puglia e Calabria, specie con la richiesta di garanzie di reddito nell’operazione. E’ un po’ come il gioco dell’uovo e della gallina. Per ora viene prima l’opportunità rappresentata dal Bando (che scade il 20 marzo prossimo) e che – come ha sottolineato il vice sindaco Salsano – non è esaustivo dell’impegno dell’Amministrazione Comunale nel senso che altre azioni di accompagnamento sono in programma. La questione – ha rilevato Cassino (Cat-Confesercenti) – è far partire dal basso l’esperienza senza attendere che il pubblico provveda a tutto e cioè all’adeguamento del Piano Regionale Turistico che ha 15 anni di vita ed è superato, a nuove normative di legge, nuove misure di aiuti, ecc. Le cose semplici possono muovere il turismo specie in Val d’Agri – ha aggiunto – per scrollarci di dosso la maledizione del “totem nero” dimostrando che turismo e petrolio possono coesistere perché la nostra è terra di risorse alimentari e d’eccellenza, beni culturali ed ambientali, tradizioni. Dobbiamo crederci e rimboccarci le maniche. Il contributo attuale del turismo al Pil lucano è di appena il 3% e – ha detto Cassino – nel giro di pochi anni ha possibilità di schizzare al 20% dando lavoro e sviluppo. Un fattore importante (se non decisivo) per la riuscita dell’operazione, insieme alle risorse umane che sono convinte dell’impresa perché amano il proprio paese e sanno raccontarlo ai visitatori (proprio come la giovane guida turistica Roberta Conti) – ha sostenuto Giglio (C.S. Thalia) – è l’utilizzo del web come strumento di promozione e conoscenza. I casi di borghi albergo di successo in Italia sono significativi del lavoro creativo di giovani impegnati non tanto nel tradizionale e pur necessario sito quanto nell’animare i blog e “catturare” l’attenzione dei turisti di terza generazione, più esperti, più maturi. Capaci di organizzarsi da soli dove e quando vogliono. Viaggiatori in ricerca di autenticità che vogliono scoprire e vivere la cultura di un luogo e costruire realazioni con chi lo abita ovviamente amanti delle tradizioni e della buona cucina. Infine la scelta della gestione spetterà a Comune e cittadini con le modalità più opportune (società mista pubblico-privata, affidamento a privato, meglio se tour operator, cooperativa, ecc.).
Mar 03