Lunedì 8 gennaio 2023 alle ore 10,30 in piazza San Francesco a Matera è in programma il presidio di Cgil, Cisl e Uil per la vertenza Bper. Di seguito i particolari
I segretari confederali di CGIL, CISL e Uil Basilicata unitamente ai segretari regionali delle categorie del credito di FIRST, FISAC e UILCA, hanno indetto un sit-in in piazza San Francesco, dove è ubicata la sede storica dell’istituto di credito BPER, per protestare contro lo spacchettamento tra Puglia e Campania dell’area direzionale di Basilicata di BPER e la perdita di quello che era l’ultimo presidio di una banca nazionale nel territorio lucano.
La riorganizzazione degli uffici d’area della banca emiliana segue l’ennesima chiusura di filiali dello stesso istituto in Basilicata: la storica agenzia 1 di Matera, Chiaromonte, Senise e ancora prima Miglionico, Pisticci, Rotondella, Oppido Lucano, Acerenza, Gorgoglione, le agenzie 1 e 3 di Potenza.
Una riorganizzazione delle aree che non si giustifica in alcun modo, perché oltre a non avere alcuna logica “geografica” e di rispetto delle istituzioni dei territori regionali interessati dalle chiusure, non lascia intravedere alcuna urgente motivazione di ordine economico e finanziario. Giova ricordare che Matera, che era storicamente sede della direzione generale della Banca Popolare del Materano (direzione poi assegnata alla Calabria nel 2009 con la nascita della Banca Popolare del Mezzogiorno), nel 2014 è stata declassata a direzione territoriale poi cancellata nel 2022, quando Bper ha deciso lo spostamento in Campania e preferito accentrare molti degli uffici a Bari e Modena.
Neanche gli extraprofitti eccezionali conseguiti nel corso del 2023 dalla Banca e che derivano da operazioni portate a termine anche nella nostra Regione, hanno prodotto un ripensamento sulle continue strategie di desertificazione bancaria del territorio e sugli effetti negativi di tali operazioni sui livelli occupazionali del settore e sull’intera economia regionale, finendo infine per agevolare solo la piaga dello spopolamento demografico dei territori abbandonati.
Ricordiamo che le banche svolgono un ruolo di presidio di legalità ed esercitano un ruolo sociale (come sancito anche dall’art.47 della Carta Costituzionale), per cui sarebbe ora di smetterla di affidare a discutibili algoritmi (senza un criterio logico) le chiusure di filiali che sono peraltro tutte a reddito e di fare cassa con lo smantellamento sistematico della rete di sportelli utilizzando come scusa di un utilizzo spinto della digitalizzazione dei servizi bancari, una transizione che non può essere uno shock ma deve, per essere tale, contemplare i tempi necessari utili a ad essere assorbita senza creare danni alle delicate infrastrutture sociali dei piccoli comuni della regione composte da famiglie e da un tessuto di microimprese ancora non pronti ad una digitalizzazione spinta.
Chiediamo sia oggi necessario promuovere con urgenza l’istituzione di un Osservatorio regionale sull’attività bancaria per costruire un’alleanza virtuosa che anteponga o quanto meno affianchi all’interesse privato la tutela del bene collettivo al fine di garantire politiche del credito realmente inclusive ed eque.