Confapi, Cna, Confcommercio e Confesercenti, associazioni rappresentative delle imprese locali che vantano crediti da Intini per subappalti e forniture di beni e servizi per il cantiere della Bradanica, invitano l’ANAS a non accettare il contratto di fitto di ramo d’azienda stipulato tra Intini e l’impresa Aleandri di Bari.
Il Codice Civile non prevede tale tipologia contrattuale, per cui il fitto di ramo d’azienda, vera e propria anomalia giuridica, è un escamotage per evitare il passaggio di debiti e crediti da Intini ad Aleandri; nel caso di specie quasi tutti debiti.
Secondo le quattro associazioni l’ANAS dovrebbe opporsi a questo comportamento elusivo, facendo opposizione al contratto, quando le sarà notificato. La circostanza che l’ANAS guardi unicamente all’interesse pubblico del completamento dell’opera non giustifica che debba avallare questa condotta delle parti.
Le imprese creditrici potrebbero impugnare il predetto contratto, innescando un contenzioso giudiziario che, in caso di esito vittorioso, avrebbe come suo sbocco naturale la rescissione contrattuale e il rischio di non completamento dell’opera. Un danno enorme per Intini e per la collettività materana.
Non è giusto, tuttavia, che l’interesse pubblico diventi il paravento per giustificare simili atti e che la Bradanica sia realizzata sulla pelle delle piccole imprese locali subappaltatrici e fornitrici.
Le associazioni imprenditoriali ricordano che il I lotto della strada statale Bradanica è stato realizzato al 21%. Successivamente, l’azienda capofila dell’ATI appaltatrice, Intini Angelo Srl, a causa di sopraggiunte difficoltà di ordine finanziario, è incorsa in una situazione di insolvenza che non le ha consentito di pagare i subappaltatori e fornitori, per un importo totale di circa 1,5 meuro.
Dopo diversi incontri tenutisi in Prefettura, l’Anas si è impegnata a pagare direttamente i lavoratori dipendenti di Intini. Al fine di evitare una rescissione contrattuale in danno di Intini e, soprattutto, per consentire il completamento dell’opera pubblica, Intini ha stipulato un contratto di fitto di ramo d’azienda con la l’impresa Aleandri di Bari.
Confapi, Cna, Confcommercio e Confesercenti chiedono che Intini ceda ai creditori il credito che vanta verso l’ANAS per uno stato di avanzamento lavori, pari a circa 1,5 meuro, e l’ANAS paghi direttamente le spettanze alle singole imprese.
L’ANAS dovrebbe farsi carico di trovare una soluzione che eviti un duro colpo alla stabilità finanziaria delle imprese creditrici. Le associazioni ringraziano il Prefetto Pizzi per l’impegno profuso nella vicenda e per l’azione di moral suasion intentata verso le banche con cui le imprese sono esposte. Prendono atto, inoltre, degli sforzi compiuti dal Capo Compartimento dell’ANAS Marzi di discutere delle soluzioni possibili. Invitano, tuttavia, la sede centrale dell’ANAS a non abbandonare questo territorio.
Lug 23