Si è tenuta nella mattinata odierna presso la Prefettura di Matera una riunione alla quale hanno partecipato il Prefetto di Matera Luigi Pizzi, il Presidente della Provincia di Matera, L’Assessore alle Infrastrutture del Comune Matera, i rappresentanti del Compartimento ANAS di Basilicata, l’Amministratore Unico della Soc. “Aleandri S.p.A” di Bari, i Presidenti di Confindustria Basilicata, Confapi, CNA, Confesercenti, nonché i Segretari provinciali delle organizzazioni sindacali della CGIL, CISL, UIL e UGL, per la verifica congiunta dello stato dei lavori relativi al completamento dell’ultimo tronco della SS.655 Bradanica.
In apertura dei lavori, il Prefetto nell’apprezzare l’impegno profuso da tutte le componenti istituzionali che ha consentito il positivo epilogo delle problematiche che hanno riguardato la realizzazione delle opere di completamento della SS.655 Bradanica, ha ritenuto necessario, con l’odierno incontro, fare il punto sullo stato dei lavori inerenti all’importante opera infrastrutturale a servizio di questo territorio provinciale.
Il Presidente della Provincia, nel dare atto dei positivi risultati conseguiti dalla Società Aleandri S.p.A., ha auspicato un maggior coinvolgimento di maestranze locali e che quanto prima possa essere conclusa l’importante arteria viaria, strategica per lo sviluppo dell’economia di questa provincia.
I rappresentanti dell’Azienda “Aleandri S.p.A” nel rendere noto che i lavori sinora eseguiti, pari al 30% circa dell’importo totale dell’appalto, che ammonta a circa 49 milioni di euro, sono proseguiti con celerità hanno, tuttavia, rappresentato che il termine previsto per l’ultimazione della SS. 655 Bradanica, individuato al 31 dicembre 2014, potrebbe subire uno slittamento a causa di ritardi nell’approvazione di una perizia di variante da parte dell’ANAS. Tale approvazione, hanno aggiunto, potrebbe incrementare l’assunzione di mano d’opera locale e consentire il rispetto dei tempi di consegna dell’opera alla collettività.
Il rappresentante del Compartimento ANAS, nel riferire che la realizzazione dei lavori, ripresi dal decorso mese di aprile è stato costante consentendo di realizzare lavori per un importo di circa € 6000.000,00 con l’impiego di 60/65 unità lavorative, ha reso noto che la perizia di variante in questione è attualmente al vaglio della competente Direzione Generale.
Nel corso dell’incontro è altresì emerso che le intersezioni stradali di collegamento con la viabilità provinciale saranno eseguite dall’Anas.
Il Prefetto di Matera, a conclusione dei lavori, nel manifestare vivo apprezzamento per il risultato conseguito con l’incontro che evidenzia, ancora una volta, il clima di leale e proficua collaborazione tra le Amministrazioni e le parti sociali operanti in questa Provincia, ha assicurato l’impegno, condiviso dal Presidente della Provincia di Matera, a rappresentare quanto emerso dall’incontro odierno alla Direzione Generale dell’ANAS acchè vengano assunte utili iniziative per la positiva e celere definizione dell’iter autorizzativo della perizia di variante riservandosi, altresì, di adottare eventuali ulteriori iniziative finalizzate alla ulteriore verifica dello stato di attuazione dei lavori.
BRADANICA: SIMBOLO GRANDE INCOMPIUTA E GAP INFRASTRUTTURALE MATERANO
La Bradanica, nonostante lo stato di avanzamento registrato nell’incontro in Prefettura a Matera segni un significativo passo avanti, è uno dei simboli di grandi incompiute e al tempo stesso di handicap infrastrutturale che pesa come un macigno sull’economia, sull’attività produttiva e sulle condizioni di vita delle popolazioni del Materano. A sostenerlo in una nota è l’IdV del Materano, sottolineando l’esigenza di vigilare perché i tempi di ultimazione dei lavori siano rispettati. Per colmare il gap comunque è necessario invertire la tendenza degli ultimi Governi tenuto conto che, come segnala il Rapporto Svimez, nel 2012 la politica infrastrutturale a livello centrale si è fortemente concentrata sull’attuazione della “Legge Obiettivo”, mentre a livello regionale e locale si è basata sull’attuazione dei programmi finanziati dai Fondi europei e dalla programmazione di sviluppo regionale.
Nonostante le proposte di adozione della golden rule, che permetterebbe di escludere dalla disciplina di bilancio la spesa per investimenti, tra cui soprattutto le infrastrutture, in assenza di una profonda ristrutturazione della spesa pubblica sarà difficile recuperare risorse per investimenti nel settore. Tanto più che in genere il settore è oggetto di riprogrammazione della spesa per evitare il non utilizzo delle risorse stanziate, per criticità strutturali come l’efficienza della PA e la pressione dell’illegalità.
In base al DEF 2013, Documento di Economia e Finanza, la riduzione degli investimenti fissi lordi e della spesa per infrastrutture si concentrerebbe sulle Amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni), dai 28 miliardi del 2009 ai 19 del 2013, mentre la spesa delle Amministrazioni centrali, maggiormente orientata alle grandi infrastrutture, salirebbe a 9,4 miliardi nel 2013 rispetto agli 8,2del 2012, restando comunque di entità limitata rispetto alle esigenze di intervento.
L’ultimo Programma Infrastrutture Strategiche (PIS) del Ministero dei Trasporti, aggiornato ad aprile 2013, prevede interventi per 231,6 miliardi. Di questi, risultano approvate dal CIPE opere per 126,6 miliardi, pari al 54,7% del totale previsto dal PIS, di cui disponibili 72 e da reperire 54,6 miliardi. Inoltre il 65% delle opere ultimate approvate dal CIPE è nel Mezzogiorno, cifra determinata dall’adeguamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, progetto che da solo copre il 37% dell’importo totale delle opere.
In base all’ultima indagine della Camera dei Deputati sulla “Legge Obiettivo”, le opere deliberate
dal CIPE contenute nel programma localizzate nel Mezzogiorno sono il 42% del totale (81 su 190),
con 24 opere ultimate contro le 17 del Centro-Nord, cosa che si spiega con i minori importi e
dimensioni delle opere stesse. Fra le Regioni è la Sardegna quella con il più alto tasso di
ultimazione finanziaria (66%).
Ma nel 2012, per la prima volta, il Centro-Nord ha superato il Sud in termini di importi complessivi
delle opere ultimate: opere della “Legge Obiettivo” deliberate dal CIPE ammontano nel Centro-
Nord a 47 miliardi, oltre sette volte l’importo destinato al Mezzogiorno, 5,7 miliardi. Stessa
prospettiva anche sul fronte della progettazione, per cui sono previste opere per 32 miliardi al
Centro-Nord e solo per 8 al Sud. Nelle grandi infrastrutture quindi la pianificazione sta
evidenziando un difetto di impostazione ai danni del Mezzogiorno che andrebbe corretto.