Il brand Metapontino, promosso solo alla vigilia della stagione turistica grazie alla caparbia volontà dei sindaci dei comuni ionici, regge la prima prova generale con buoni e diffusi consensi tra gli ospiti delle 106 strutture ricettive della costa con poco meno di 20mila posti letto ed una permanenza media di 6,5 giorni. Sicuramente si farà meglio del 2014 per la presenza di stranieri che continuano ad essere il “punto debole” e tra italiani e stranieri sarà possibile “sfondare” il muro del milione 170 mila presenze della scorsa stagione. Sono le prime indicazioni che vengono dalla missione del Centro Studi Turistici Thalia che con i suoi operatori è impegnato in questo fine settimana a monitorare l’andamento dell’industria dell’ospitalità. E’ evidente – sottolinea Arturo Giglio segretario del Thalia – che nessuno si poteva aspettare miracoli e che resta ancora un’operazione tutta ancora da precisare, se non si vuole limitare ad una campagna di promo-commercializzazione. I primi segnali di miglioramento comunque si colgono negli stabilimenti balneari come in albergo, al ristorante, nei negozi dove lo sforzo degli addetti ai lavori per accoglienza e servizi è palpabile.
Per il presidente del Centro Studi Thalia Piero Scutari “siamo all’ovvia conferma che senza Matera non arriverebbero stranieri in Basilicata. Ciò per errori di marketing, di promo-commercializzazione, di costruzione ed offerta dei prodotti, di logistica. Va evidenziato inoltre che Matera come prodotto turistico internazionale, non è un brand che i mercati associano automaticamente alla Basilicata , Matera è un Brand dissociato, un prodotto in sé”.
Nel Metapontino in un anno arrivano solo 8600 stranieri (dati Unioncamere), un calo negli ultimi 7 anni di oltre il 20%. La crescita continua di Matera – aggiunge Scutari – non può essere usata come tappeto dove nascondere i dati impietosi e affermare che la Basilicata turisticamente cresce. Abbiamo bisogno di incrementare gli arrivi dei turisti stranieri. Per fare questo, bisogna iniziare a fare una cosa molto semplice, iniziare a pensare e progettare. Matera è e sarà la principale porta di accesso per la Basilicata, il che vuol dire pianificare con quest’ottica, Matera ha tutti i numeri per poter diventare una vera meta turistica di rilievo internazionale, bisogna fare in modo che cresca sempre di più, che aumenti e migliori la ricettività, i servizi, e le offerte con il territorio in modo da aumentare la durata di permanenza e allargare l’interesse dei visitatori alle altre aree limitrofe.
Studiare i flussi di provenienza nel Metapontino – sottolineano gli operatori del Thalia – è essenziale: al primo posto ci sono sempre i pugliesi (circa il 30%) seguiti dai campani (23,5%), laziali (14,3%) e lucani (11,5%); la quota dal centro-nord è intorno al 30%. Quanto agli stranieri: tedeschi (21,6%), francesi (16,3%), svizzeri (9,5%) e da Usa e Russia (5%). Intanto – dice Giglio – incrementare la presenza di lucani è un obiettivo alla portata. Policoro è stata dagli anni settanta tra le prime mete in assoluto delle vacanze dei potentini e delle famiglie lucane in generale. Al punto da farne una seconda casa. O un salotto buono. Nomi importanti, gente che conta, professionisti, ma anche giovani che hanno scoperto per la prima volta Policoro. Vogliamo lanciare l’iniziativa – un hashtag #mypolicoro con cui raccontare e guardare attraverso i social la Policoro turistica degli ultimi anni – si pensa di promuovere una sorta di gioco della memoria riportando a Policoro quanti l’hanno scelta negli anni settanta-ottanta e oggi possono diventare i nuovi testimonial. Ma più in generale per il Metapontino se non si crea un prodotto da riviera, non si riuscirà mai a cogliere quel significativo flusso di stranieri che non va più in medio oriente e non andrà negli anni a venire sino a quando non saranno ristabilite in quei luoghi condizioni di sicurezza. Se la Basilicata non riuscirà in questi anni a conquistare questo segmento, non ci riuscirà mai più, ma deve far diventare lo Jonio una riviera, con tutto ciò che richiede. Infine c’è il target lusso che – riferisce Federalberghi – quest’anno registra un incremento tra il 10-12% e che lungo la costa ionica ha difficoltà di crescere per la presenza di solo due strutture a 5 stelle e di 17 a 4 stelle. Bisogna evitare certi errori degli ultimi dieci anni, le risorse vanno concentrate, su servizi, su nuova ospitalità innovativa, diffusa, e su concrete attività di animazione culturale, ogni progettualità deve essere sostenibile, E’ basilare però che la creazione di pacchetti turistici, in collaborazione con Tour Operator stranieri, sia tematica, basata su circuiti ed itinerari incentrati sull’offerta del mare ed integrata con altre tipologie di prodotto, in primis cultura ed enogastronomia, vacanza attiva, che coinvolga i territori costieri e dell’entroterra, con un mix di risorse territoriali .Attorno al brand si potrebbero infatti favorire aggregazioni tra operatori pubblici e privati attraverso diversi strumenti, come le partnership interregionali sia tra le Regioni italiane joniche che le località italiane e straniere transfrontaliere, per una promozione mirata del prodotto balneare e nautico. Tali azioni promozionali dovrebbero essere indirizzate ai mercati europei di prossimità ed a quelli del Nord Europa e alla Russia, per far diventare la Costa del Metapontino, una delle principali destinazioni turistiche italiane.
Ago 21